DAGONEWS
NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI
Cosa frulla nella capoccia di Renzi? Perché è così inferocito nei confronti del governo Conte? Certo i sondaggi – ieri a “Cartabianca” – lo vedono affondato al 3,8% ma in termini parlamentari la sua pattuglia è fondamentale per tenere a galla il governo giallo-rosso. C’è però da svelare un goloso retroscena all’origine del Matteo furioso.
La settimana scorsa c’è stata un riservato e rilevante incontro preliminare tra esponenti del PD e M5S dedicato alla prossima informata di ben 400 nomine – dall’Eni all’Enel, da Leonardo a Poste - con l'idea di allargare solo in un secondo momento a Italia Viva e Leu. Arrogance di Rignano lo viene a sapere e s’incazza: al taglio della torta del potere voglio essere presente. Decide di farlo sapere al duo PD-M5S. E subito parte un siluro, ovvero la minaccia di sfiducia individuale nei confronti di Bonafede, ministro della Giustizia e appena nominato capo delegazione dei 5Stelle nel governo Conte-bis.
Alla riunione della poltrona bollente i presenti sicuri sono Conte, Zingaretti, Gualtieri e Fraccaro per i 5Stelle. Quest’ultimo teorizza di cambiare tutti i presidenti delle partecipate di Stato (Eni, Poste, Enel, Terna, etc.) e gli amministratori delegati di Leonardo (Alessandro Profumo) e di Eni (Claudio Descalzi).
Zingaretti rimane silente davanti proposta del sottosegretario grillino e non volendo rompere né discutere con l’alleato di governo, propone di rinviare tutto a una nuova riunione. Nelle more dell’incontro, si è parlato anche di Cdp.
A proposito dI Massimo D'alema: alla riunione Conte ha dimostrato, ancora una volta, di essere influenzato non poco dal verbo dalemiano, proponendo il nome di Domenico Arcuri al posto del povero Profumo.
buffagni alessandro profumo fabrizio palermo foto di bacco (2) DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE CLAUDIO DESCALZI