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la replica di mario draghi al senato 2
La verità sulla caduta del governo Draghi sarà materia per gli appassionati del genere Crime. I pezzi del puzzle vengono composti e sparigliati per provare a dare agli eventi una loro coerenza. C’è un filone di pensiero che attribuisce l’inizio della fine del governo Draghi alla scissione dal M5s di Luigi Di Maio e dei suoi fedelissimi. Tolto un mattoncino di un governo che si reggeva con lo sputo, è venuto tutto giù.
Uno strappo che ha inasprito i rapporti tra Conte e Draghi, poi definitivamente compromessi dalle “rivelazioni” del sociologo Domenico De Masi (“Draghi ha chiesto a Grillo di cacciare Conte perché inadeguato”).
La mancata fiducia del M5s al Decreto Aiuti ha spinto Lega e Forza Italia a chiedere un rimpasto di governo per regolare i conti. Salvini e Berlusconi non intendevano solo escludere i ministri cinquestelle dall’esecutivo (Patuanelli, Dadone, D’Incà), volevano soprattutto la testa del ministro dell’Interno Lamorgese e del ministro degli Esteri Di Maio.
Draghi avrebbe dovuto dimettersi, Mattarella avrebbe dovuto iniziare le consultazioni e verificare l’esistenza di una nuova maggioranza, dare l’incarico a Draghi per formare un nuovo governo con tanto di giuramento.
Mariopio si sarebbe trovato, controvoglia, a governare con un esecutivo sbilanciato a destra proprio nei mesi caldi della stesura della Legge di bilancio, a sei mesi dalla fine della legislatura. Un calcolo politico e di opportunità gli ha consigliato di adottare una linea intransigente verso i partiti (con ceffoni assestati a Lega e M5s), perfetta per farsi congedare.
Quel che è accaduto successivamente è noto. Scioglimento delle Camere e voto anticipato. Fu vera gloria per Salvini e Meloni? Era quel che realmente desideravano? I dubbi degli “addetti ai livori” sono molti.
Un conto è invocare “elezioni subito” a beneficio di elettori e tifosi. Diverso è ritrovarsi al governo con lo scoglio immediato di una delicatissima Legge di bilancio da scrivere. E poi il voto anticipato ha bruciato ogni tentativo di rimonta della Lega su Fratelli d’Italia, togliendo a Salvini il ruolo di playmaker. Il Capitone sognava di andare al voto per essere subalterno alla Meloni? Ah, saperlo...
mario draghi al senato di maio conte MARIO DRAGHI ESCE DAL SENATO