giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi giuseppe conte matteo renzi carlo calenda elezioni regionali lombardia lazio

GIORGIA MELONI È CONDANNATA A GOVERNARE – IL DESTINO DEI CINQUE STELLE: NO REDDITO DI CITTADINANZA, NO VOTI? – SANITÀ FATALE PER GALLERA E MORATTI – I LEGHISTI ANTI-SALVINI CONVERGONO SULLA LISTA DI ATTILIO FONTANA E DURIGON FLOPPA NEL LAZIO – LA SPARATA PRO-PUTIN DI BERLUSCONI, A URNE APERTE, HA ECCITATO GLI IMPRENDITORI LOMBARDI CHE NON FATTURANO PIÙ A MOSCA – CALENDA-RENZI: NE RESTERÀ SOLTANTO UNO – MATTARELLA TACE MA CONTROLLA: TRA MELONI E IL DUO MACRON-SCHOLZ LO SCAZZO MIRA ALLE EUROPEE DEL 2024 - ORA PER LA DUCETTA SI APRE LA PARTITA CON BRUXELLES, VEDI LA BOCCIATURA DELLA COMMISSIONE SUL PATTO DI STABILITA': CONVIENE METTERSI CONTRO FRANCIA E GERMANIA?

 

IL POST DI FRATELLI D ITALIA DOPO LA VITTORIA ALLE REGIONALI IN LAZIO E LOMBARDIA

DAGOREPORT

Uno delle poche certezze acquisite dopo le regionali in Lombardia e nel Lazio è che Giorgia Meloni è condannata a governare.

 

I rapporti di forza sanciti dal voto spazzano via ogni diatriba interna con Salvini e Berlusconi, i Gianni e Pinotto del putinismo alle vongole, e le confermano un mandato pieno a guidare la coalizione, evitando però ogni smania di "piglio tutto io" (vedi le prossime nomine nelle partecipate di Stato).

Dal voto è comunque possibile ricavare alcuni dati interessanti:

 

1. Cinque stelle e tante stalle

Sono in tanti a chiedersi quanto abbia inciso sulla motivazione degli elettori Cinquestelle, la crociata del governo Meloni che mira a ridimensionare (eufemismo) il reddito di cittadinanza.

 

A destra sono convinti che senza il sussidio da usare come cambiale elettorale, l’appeal del Movimento 5 Stelle e di Peppinello “Dolcevita” Conte si sia sgonfiato come un soufflé mal riuscito.

 

Va comunque ricordato che i Cinquestelle non hanno mai portato a casa risultati importanti nelle elezioni regionali, men che meno in Lombardia, dove sono sempre stati residuali.

GIUSEPPE CONTE DONATELLA BIANCHI

 

Diversa la situazione nel Lazio, dove i grillini hanno ballato per una stagione eleggendo il sindaco di Roma Raggi e governando insieme a Zingaretti alla Pisana.

 

2. Sanità fatale

Il voto in Lombardia è stato fatale per l’ex assessore alla Sanità Giulio Gallera, non eletto in consiglio regionale. Proprio lui che nel 2018 risultò il più votato.

 

Stesso destino per “Mestizia” Moratti, che fu chiamata da Fontana proprio per sostituire l’assessore gaffeur di Forza Italia, e ha scucito una montagna di dané per la campagna elettorale. Morale della fava: la sanità in Lombardia, dopo la mala gestio del Covid, ha fatto altre due "vittime".

 

GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

3. Fontana zampilla voti

Come mai Attilio Fontana si è presentato alle elezioni con un suo listino, pur essendo membro attivo della Lega? Il governatore uscente (e rientrante) ha creato un contenitore a suo nome per convogliare i voti dei leghisti di rito bossiano che non vogliono più votare per Salvini. Una scelta saggia, visto che i dissidenti anti-Capitone in Regione contano ancora molto. E infatti la lista di Fontana ha raccolto il 6,16%, quasi come quel che resta di Forza Italia (7,23%)

 

4. Ras que nada

jonny crosio

Sempre in Lombardia Salvini deve fronteggiare non solo l’emorragia di voti e sostenitori, passati in massa a Fratelli d’Italia, ma anche la diaspora dei dirigenti del partito. Il ras leghista della Valtellina, gran portatore di voti, Jonny Crosio, è passato un anno fa con la Meloni, grazie a una trattativa con il "cognato d'Italia" Lollobrigida, che ha scavalcato La Russa e Santanché.

L’accentramento di potere nella Lega ha scontentato molti dirigenti del Carroccio, che sono stati marginalizzati dal cerchio magico di Salvini, e quindi hanno portato fedeltà e voti a un nuovo capo.

 

durigon salvini

5. Durigon? Dura minga!

Se in Lombardia la Lega piange, nel Lazio non ride, visto che il peso massimo Durigon, che avrebbe dovuto portare al Carroccio un granaio di voti nell’Agro pontino, non ha fatto la differenza. Anzi, Fratelli d’Italia si è consolidato come primo partito lasciando agli alleati soltanto le briciole.

 

SILVIO BERLUSCONI VLADIMIR PUTIN - MEME BY CARLI

Salvini, che esulta per un risultato migliore del previsto (ma ha perso un milione di voti in Lombardia), può continuare a galleggiare. Al Pirellone, però, non potrà più teleguidare Attilio Fontana, che sarà commissariato dai Fratelli d’Italia tendenza fratelli La Russa, senza considerare che il governatore, visti i risultati della sua lista ("La lista Fontana è di Fontana"), si sentirà più autonomo dalle briglie di Casa Salvini.

 

Come avvenne all'epoca di quando era monistro degli Interni (dove il vero ministro era Piantedosi), oggi a capo del ministero delle Infrastrutture, gran parte del lavoro lo smazza il suo capo di gabinetto, Alfredo Storto, allievo prediletto di Vincenzo Fortunato, ex boss del Deep State di via XX Settembre. 

 

Nel partito, si deve guardare le spalle da malpancisti, dissidenti e bossiani scontenti per i risultati elettorali, oltre che dai governatori Zaia e Fedriga. E nel governo, dovrà accettare senza troppe lagne il ruolo di junior partner di “Io sono Giorgia”. Ci riuscirà?

 

ALFREDO STORTO

6. Zitto, è Mosca!

Dopo la sparata pro-Putin, Berlusconi non ha trovato il solito coro adorante di pasdaran. In Forza Italia è sceso un gelo misto ad imbarazzo, a dimostrazione che molti degli azzurri lasciano il Cav libero di straparlare convinti che la sua epopea sia ormai vicina al tramonto. Sono in molti a chiedersi: ci sarà ancora nonno Silvio alle prossime elezioni politiche?

 

Quel che, però, in molti non hanno notato, è che le affermazioni contro Zelensky e filo-russe, pronunciate ad urne aperte, hanno raccolto l’approvazione, e forse qualche voto, da un importante pezzo dell’imprenditoria lombarda, che non riesce più a fare affari con la Russia a causa della guerra e delle sanzioni. La strizzata d’occhio del Cav, per quanto improvvida nell’ottica delle relazioni internazionali dell’Italia, ha lisciato il pelo ai cummenda rassegnati all’idea che serviranno anni e anni per riaprire un rapporto commerciale con Mosca.

 

CARLO CALENDA - LETIZIA MORATTI - MATTEO RENZI

7. Italia Vivacchia, e Calenda s’incacchia

La quasi certa esclusione dal consiglio regionale del Lazio di Luciano Nobili, gran ciambellone del "patriota di Rignano", è un pessimo segnale per il futuro di Italia Vivacchia. Renzi non ha proferito parola sul tonfo elettorale del terzo polo e molti si chiedono se non sia impegnato all’estero in una delle sue tante conferenze arabeggianti.

 

Ciccio Calenda, rimasto a fronteggiare il fuoco di fila di Pd e Cinque stelle, è incazzato come una iena con il suo alleato, e la tentazione di scaricarlo prima delle europee del 2024 è fortissima.

 

A dare il colpo di grazia al rapporto tra i due, è stata la pubblicazione dei redditi dei parlamentari. Quando Carlo Calenda si è reso conto che il “patriota di Rignano” ha dichiarato quasi 2,6 milioni di euro, si è chiesto: perché io devo portare la croce e lui si arricchisce con i suoi viaggi?

 

8. Il Colle è vilinico

MACRON MATTARELLA

E intanto, cosa frulla nella cofana presidenziale di Mattarella? L’unica preoccupazione del capo dello Stato non è legata a listini e consigli regionali, ma alle questioni internazionali che coinvolgono l’Italia.

 

Il Colle si è tranquillizzato dopo aver compreso che le dichiarazioni pro-Putin di Berlusconi non hanno trovato riscontri. Tutti, dalla maggioranza all’opposizione, hanno preso le distanze e un’altra ragione di ottimismo è legata alle reali motivazioni dello scontro tra Meloni e Macron.

 

È divenuto più chiaro che alla base delle ruggini tra i due (che comunque non hanno un feeling personale) non c'è la questione ucraina ma una questione politica, legata ai futuri assetti dell’Ue dopo le elezioni europee del '24.

 

ULTIMO TANGO A PARIGI - MACRON E MELONI BY CARLI

emanuela d'alessandro

Meloni, presidente dei Conservatori e Riformisti, punta a chiudere un accordo con il PPE per eleggere come presidente della Commissione Roberta Metsola  (allevata da Tajani quando era al vertice del parlamemento di Strasburgo).

 

Macron invece vuole confermare Ursula Von Der Leyen e rinsaldare l’asse franco-tedesco, ancorato alla tradizionale alleanza PPE-S&D. Mattarella ha comunque nella fondina una carta da giocare che porta all’ambasciatrice italiana a Parigi, Emanuela D’Alessandro, sua ex consigliera diplomatica.

 

Meloni instabile

Consolidata col voto regionale, ora Giorgia deve gestire i pessimi umori di Bruxelles: sul patto di stabilità decideranno a marzo i premier del Consiglio Europeo ma intanto la commissione ha dato parere negativo. Sorge spontanea la domanda: conviene alla Meloni di stare contro Francia e Germania?

emmanuel macron emanuela d'alessandro attilio fontana e giulio gallera by crozzaattilio fontana e giulio gallera by crozza PUTIN BERLUSCONICARLO CALENDA - LETIZIA MORATTI - MATTEO RENZI CARLO CALENDA E MATTEO RENZIFONTANA GALLERAvignetta di ellekappa su Silvio Berlusconi putinianoVLADIMIR PUTIN SILVIO BERLUSCONI - MEME BY CARLI LE DICHIARAZIONI PRO PUTIN DI BERLUSCONI SUI GIORNALI INTERNAZIONALIGIUSEPPE CONTE - TOMBUER DE GAUCHE - VIGNETTA BY ELLEKAPPACARLO CALENDA - LETIZIA MORATTI - MATTEO RENZI

 

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)