NEL DUBBIO, MENA – RENZI COME I COATTI DI PERIFERIA: BASTONANO L’ESPLORAZIONE DI FICO, MA SOTTO SOTTO AL PD PIACE IL CORTEGGIAMENTO A CINQUE STELLE – I CONSIGLI DI LOTTI: ''CAMBIARE LINEA? PER ORA AVANTI COSI’''– L’ALA POLTRONISTA DEL NAZARENO ACCETTEREBBE PURE UN PREDELLINO DA DI MAIO

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Monica Guerzoni per il Corriere della Sera

 

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

Per adesso è un no, così forte e così chiaro che Matteo Renzi, pochi minuti dopo la dichiarazione del presidente Fico al Quirinale, ha scatenato i fedelissimi con il mandato di innalzare un muro. Una raffica di interventi in fotocopia per dire, in sostanza, che la distanza tra Pd e M5S è «abissale», che non ci sono le condizioni per un confronto e che fare un governo assieme sarà «praticamente impossibile». Tanto più se Di Maio non chiude definitivamente il forno con Salvini.

 

Eppure dietro la grande muraglia renziana qualcosa si muove. «Molti nel Pd sono tentati di vedere le carte - rivela un dirigente dell' area governista -. Gli incontri ci saranno». Renzi non farà parte della delegazione, ma per lui parleranno ben tre dem diversamente renziani. I capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio e il presidente Matteo Orfini sono, almeno per ora, contrarissimi a un esecutivo giallorosso.

 

DI MAIO RENZI DI MAIO RENZI

«La storia di questi anni, i programmi, la cultura politica e l' idea di democrazia che abbiamo noi e che hanno loro» hanno convinto Orfini che un governo politico tra le due forze non si può fare. Nemmeno sulla base del contratto di governo proposto dagli stellati, che per il presidente del Pd «è fiction». Ma se Marcucci non lascia alcuno spazio, Delrio prende tempo: «Vedremo...».

 

ettore rosato ettore rosato

Ed Ettore Rosato, premesso che è «irragionevole e anche un po' irresponsabile» pensare di poter trattare con destra e la sinistra al tempo stesso, insiste nel dire che un confronto potrà aprirsi «solo quando il forno con la Lega sarà chiuso». Il fronte governista di Franceschini, Orlando, Zingaretti, Emiliano invece è pronto e nei contatti frenetici di queste ore respinge l' idea dei renziani di mettere un veto alla premiership di Di Maio. Piero Fassino sprona il Pd a «a non sottrarsi alla verifica» chiesta dal capo dello Stato e a portare al tavolo «le proposte più utili per dare al Paese un governo».

lotti lotti

 

I contatti tra dem e 5Stelle sono continui e a tenerne le fila è Luca Lotti, braccio destro di Renzi. Ieri una deputata vicina al giglio magico durante la pausa di un collegamento tv ha inviato un sms al ministro per chiedergli il da farsi: «Luca, dobbiamo cambiare linea?». E Lotti, di rimando: «Per il momento andiamo avanti così».

 

Una formula che indica come sia il tempo il fattore che può sbloccare le trattative. Tra i renziani c' è chi attribuisce all' ex segretario la tentazione di aprire a un governo del presidente una volta fallito il mandato di Fico, altri ritengono la soluzione improbabile.

 

La scelta del Quirinale di affidare a Fico un incarico circoscritto al Pd ha alzato il livello di tensione, prova ne sia lo scontro tra Francesco Boccia e Michele Anzaldi. Il primo respinge le «folli parole» dei renziani e chiede una direzione urgente e il secondo lo gela: «Boccia farnetica». Il partito è diviso tra dialoganti e irriducibili e nel giro renziano si respira nervosismo anche nei confronti di Mattarella. «Stiamo procedendo a tentoni», confida un senatore. Nell' incertezza una cosa sembra chiara e cioè che sarà Renzi a decidere se e quando il Pd dovrà sedersi al tavolo. Cosa che ormai non avverrà in questo primo giro di consultazioni.

DI MAIO GIACHETTI PD DI MAIO GIACHETTI PD

 

Nel tentativo di tenere unito il partito Martina ha sentito tutti, da Renzi a Franceschini, da Gentiloni a Orlando. «Le ambiguità devono finire» prova a dettare le condizioni Martina e apre al dialogo su temi come povertà, famiglie e welfare: «Ci confronteremo con il presidente Fico con serietà, coerenza e spirito di leale collaborazione, secondo il mandato conferitogli dal presidente Mattarella».

 

 

 

 

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