Mario Ajello per “il Messaggero”
Nella Lega minimizzano: «Matteo queste cose le ha sempre dette. E noi non abbiamo mai chiuso il discorso con Forza Italia, ora ci sono le regionali...». Silvio Berlusconi invece esulta: «Finalmente Salvini sta capendo chi sono gli amici, e presto governerà con noi, e con chi non deve accompagnarsi». Cioè i grillini.
Naturalmente, la verità sta nel mezzo. Nessun ribaltone in vista della Lega contro M5S - anche se la nuova narrazione italiana, presumibilmente poco gradita agli elettori, anche a quelli lumbard, è il litigio quotidiano tra i due partner - ma l'escalation delle difficoltà di convivenza tra i giallo-verdi è un dato di fatto. Il Salvini che spera di «tornare a lavorare insieme con Forza Italia», che manda un «abbraccio» ad Antonio Tajani, che vede Berlusconi e lo rivedrà nei prossimi giorni, è certamente un Salvini da mossa tattica piuttosto abile.
SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO
Sta cercando di mettere paura a Di Maio, ricorda a lui e a tutti che la Lega ha due possibili forni e che il vice-presidente di Forza Italia è un interlocutore non solo in chiave di politica interna ma anche per la politica europea visto che presiede il Parlamento di Bruxelles, che è un alto rappresentante del Ppe in cui c' è pure Orban e quando pende sull'Italia la procedura d' infrazione avere un interlocutore importante nella Ue può giovare.
LE SPONDE
Dunque, la sponda Tajani per Salvini. Ma in generale, la tessitura che esiste tra il leader della Lega e i suoi colleghi del centrodestra costituisce un messaggio che ai grillini non piace e che li inquieta. La stroncatura di Di Maio l'altro giorno è stata: «Se il Carroccio crede di poter farsi portatore delle istanze berlusconiane nel governo, si sbaglia di grosso».
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria
E ieri il capo M5S, forse per nascondere l'irritazione, ha tagliato corto tra un litigio e l'altro con il suo alleato: «E' normale che Salvini e Berlusconi si vedano, devono fare le liste per le Regionali». Ma è soltanto questo? No. La sensazione è che qualcosa si stia rimettendo in movimento. E che non siano ininfluenti - ne sa qualcosa il governatore Zaia assediato dai dubbi provenienti dal suo territorio: «Ma come si fa a mandare avanti il Paese con i grillini che dicono No a tutto?» - le impuntature M5S su molti asset, a cominciare dalle infrastrutture, che stanno a cuore al Carroccio.
Il richiamo della foresta identitario dei grillini, basti pensare alla giustizia, per non dire di tutte le resistenze dei frondisti pentastellati contro il dl sicurezza, porta fatalmente a impostare un riavvicinamento tra leghisti e forzisti. «Non vi fate strane idee», dice a tutti Salvini: «Per me, la collaborazione di governo con M5S dura 5 anni».
Ma sempre lui è quello che distingue tra ciò che c'è nel Contratto e ciò che «la realtà» può aggiungere via via e su cui nessun patto stringente esiste (vedi gli inceneritori) e tante divaricazioni intervengono a rendere la coabitazione complicata. «Quest' amore è una camera a gas...», dice una celebre canzone. E mentre cresce la tensione con i 5 stelle, un politico accorto come Salvini non può che cercare di smorzare la tensione con Forza Italia. Le parole incoraggianti verso gli azzurri (commenta Tajani: «E' la riprova che Forza Italia sta in gioco ed è determinante per l'alternativa ai 5 stelle») non possono che risultare terrorizzanti, anche oltre le intenzioni del capo lumbard, per i grillini.