1. CONSIP, WOODCOCK INDAGATO A ROMA PER VIOLAZIONE DEL SEGRETO D’UFFICIO
Giovanni Bianconi per www.corriere.it
Il pubblico ministero napoletano Henry John Woodcock è indagato dalla Procura di Roma per violazione del segreto d’ufficio. L’inchiesta è relativa alla fuga di notizie sulle indagini per gli appalti Consip che nello scorso dicembre è passata per competenza da Napoli a Roma, anche in relazione a presunti avvertimenti sull’esistenza dell’indagine ai dirigenti della Consip, che sarebbero stati veicolati dal vertice dell’Arma dei carabinieri e dal ministro Luca Lotti.
L’interrogatorio
A Napoli uno dei titolari del fascicolo era proprio Woodcock, e non appena le carte furono trasmesse a Roma il quotidiano «Il Fatto» pubblicò la notizia ancora riservata dei generali inquisiti. Ora Woodcock è sospettato di essere uno degli artefici quella fuga di notizie, ed è stato convocato dai colleghi romani per un interrogatorio nei prossimi giorni. Dell’iscrizione del pm sul registro degli indagati o Procura di Roma ha dato comunicazione al ministero della Giustizia, al Consiglio superiore della magistratura e alla Procura generale della Cassazione.
CONSIP, RENZI: “VICENDA CHE MI HA FATTO PERDERE CONSENSO. LA VERITÀ CHIARIRÀ MOLTE COSE”
“Ci scherzo, ma non c’è niente da scherzare: su questa vicenda ho perso molto consenso, le analisi indicano nella vicenda Consip uno dei problemi maggiori di perdita di consenso. Io la prendo sul ridere perché sono fatto così e penso sia sempre meglio sdrammatizzare. Ma questa vicenda è enorme, sulla quale non smetteremo di chiedere la verità”. Lo ha detto Matteo Renzi a OreNove, la rassegna stampa del Pd.
“Sulla vicenda Consip, le indagini sono in corso. Noi diciamo con molta chiarezza che è giusto andare avanti fino in fondo nella ricerca della verità. Ma noi vogliamo anche sapere se qualcuno ha deciso di fabbricare delle prove false, contro il presidente del Consiglio. Quanto a me, io continuerò a dire ai miei figli quello che gli vado dicendo da mesi, ossia che devono avere fiducia”.
“Il Paese ha istituzioni solide e sane ma dico anche che se c’è qualcuno che ha sbagliato dovrà pagare, chi prova a fabbricare prove false deve risponderne”, ha concluso Renzi.