FATE SAPERE AI MILANESI CHE GLI STUPRI E LE RAPINE NELLA LORO CITTÀ SONO SOLO “PERCEPITI”. PAROLA DI PIANTEDOSI – IL MINISTRO DELL’INTERNO ASSICURA CHE NEL CAPOLUOGO LOMBARDO “NON C’È ALCUNA EMERGENZA SICUREZZA. MA, OLTRE AI DATI, È EVIDENTE CHE ESISTE UN PROBLEMA DI PERCEZIONE”. PER QUESTO HA DECISO DI SCHIERARE 250 NUOVI AGENTI – MA IL GOVERNATORE LEGHISTA, ATTILIO FONTANA, LO SMENTISCE: “SE IL MINISTRO RITIENE CHE SIA UN BUON RISULTATO, ANDIAMO AVANTI COSÌ. IO DICO DI NO”

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Estratto dell’articolo di Francesco Moscatelli per “La Stampa”

 

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«Se paragoniamo la situazione milanese a quella delle grandi città europee o nordamericane non c'è alcuna emergenza sicurezza» dice il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. «Noi, però - aggiunge - non diamo importanza solo al dato statistico; è evidente che esiste un problema di percezione di insicurezza e a questo prestiamo grande attenzione».

 

«C'è una narrazione sconfortante che mette in cattiva luce Milano» conferma il sindaco Beppe Sala, dopo aver rivendicato che sul tema «c'è compattezza istituzionale» e che «i dati tengono conto del fatto che a Milano si denuncia molto più che nel resto d'Italia e in Europa».

 

beppe sala matteo piantedosi beppe sala matteo piantedosi

Il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza convocato ieri mattina in prefettura si è appena concluso e davanti alle telecamere l'asse fra il ministro, «tecnico» di area leghista, e il primo cittadino esponente del centrosinistra, appare più saldo che mai.

 

Le divergenze, semmai, sono tra Piantedosi e il presidente leghista della Regione Attilio Fontana: «Se il ministro ritiene che sia un buon risultato, andiamo avanti così. Io dico di no» attacca il governatore interrogato sul tema.

 

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ATTILIO FONTANA ATTILIO FONTANA

«Rispetto al 2019 i reati come furti, rapine e violenze sessuali sono calati del 39% - afferma il ministro -. Altro dato importante è che quasi il 100% dei responsabili viene assicurato alla giustizia». «Le stazioni in tutto il mondo sono calamite di disagio - aggiunge Sala, ammettendo le molteplici dimensioni della "questione stazione Centrale" -. Qui il problema non è solo di repressione ma anche di gestione del disagio. Servono anche equipe di assistenza sociale, volontari...».

 

È in questa doppia prospettiva di sforzo per abbassare ulteriormente le percentuali dei reati e allo stesso tempo di tentativo di «cambiare la narrazione» che vanno dunque inquadrate le proposte che Viminale e Palazzo Marino stanno mettendo in campo.

 

La prima riguarda l'aumento degli organici delle forze dell'ordine. Si parla per il 2023 di circa 250 unità nette in più fra poliziotti, carabinieri e finanzieri (430 ingressi a fronte di 180 uscite, metà dei quali già operativi) e di circa 500 agenti di Polizia locale in più entro il 2025. In questo caso mille assunzioni a fronte di 500 uscite, comprese le 237 già effettuate nel 2022 e le 260 previste entro dicembre.

VITTORIO SGARBI E ATTILIO FONTANA AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA VITTORIO SGARBI E ATTILIO FONTANA AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

 

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Altro punto politicamente sensibile, affrontando il capitolo dei reati commessi dagli immigrati, è invece la possibilità di «estendere la potenzialità dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) per il trattenimento degli stranieri come elemento complementare ad assoggettare a conseguenze di legge chi partecipa a certi episodi».

 

«Non è vero che nei Cpr ci sono persone che non hanno fatto nulla - conclude Piantedosi -. Certo c'è di base la violazione amministrativa per l'irregolarità della posizione di soggiorno, ma ci sono quasi sempre persone su cui i questori fanno valutazioni di pericolosità. Su questo aspetto anche a Milano c'è condivisione».

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