Stefania Piras per il Messaggero
«È chiaro a tutti ormai che il M5s non lo si può escludere da un governo». Lo dice molto chiaramente, Luigi Di Maio, nel giorno in cui la trattativa sembra nel suo punto più basso. E non parla più di premiership ad ogni costo, il leader grillino, a dimostrazione che sarebbe pronto a tutto pur di rimettere in marcia la trattativa governista. Ma poiché non si sa mai, i pentastellati si preparano anche all'ipotesi remota di ritorno al voto. E in serbo c'è una importante novità: scatterà la deroga al tetto del secondo mandato. Lo ammettono al New York Times i vertici della comunicazione M5S.
Di Maio che è intrappolato in questa rigidissima regola, sarà di nuovo candidato premier così come candidati saranno tutti coloro che hanno finito le cartucce, corse elettorali, disponibili. E sono parecchi. Ma intanto si pensa al presente. «Signori, si comincia con i vitalizi», sorridono i Cinquestelle che attraverso la lotta ai privilegi sono convinti di calamitare i voti di quelli che vogliono il cambiamento con la c maiuscola. E quindi la domanda è se Forza Italia voterà per l'abolizione degli assegni.
I questori di Montecitorio hanno tempo quindici giorni per istruire la pratica vitalizi. Il presidente Roberto Fico ha dato il la, il questore anziano Riccardo Fraccaro si appresta a scrivere lo spartito sottolineando che sanerà «una inaccettabile ingiustizia sociale» visto che si spendono «200 milioni l'anno per pagare 2.600 vitalizi, quando la pensione minima per i cittadini è appena di 500 euro». I suoi colleghi questori Edmondo Cirielli e Gregorio Fontana, rispettivamente FdI e Fi, dovranno scegliere se avallare la legge simbolo affossata durante la scorsa legislatura.
L'OFFENSIVA
E' chiaro che questa mossa oltre a voler dimostrare di essere subito operativi è una offensiva a Forza Italia che dovrà schierarsi, visto che la Lega la pensa allo stesso modo dei Cinquestelle. Con il leghista Roberto Calderoli, il questore M5S Laura Bottici aveva condiviso l'amarezza per l'affossamento a palazzo Madama della legge sui vitalizi per colpa a suo dire del collega questore Antonio De Poli che propose di rinviare la discussione sui vitalizi a dopo il pronunciamento sui ricorsi presentati.
Sorpresa: Bottici e De Poli sono di nuovo questori, e la loro rispettiva visione sui vitalizi non è cambiata. Perché l'intesa con la Lega va avanti e sta superando a poco a poco gli stress test. Ma è normale, ci sono le elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia e del Molise e ognuno deve poter combattere la battaglia con gli schemi vintage in voga prima del 4 marzo.
Di Maio ieri da Termoli si diceva fiducioso che si formerà un governo perché il M5S non può essere escluso: sono almeno cinque giorni che non parla più di premiership anzi in Molise dice piuttosto: «Non ha senso fare il premier per tirare a campare». Intanto si sta per insediare la commissione speciale, e in pole position come presidente non c'è mica Francesco Boccia del Pd, il primo in assoluto a cercare una convergenza con il M5S, ma c'è un leghista molto apprezzato dal coté giallostellato che è Giancarlo Giorgetti.
RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA
Altro segnale che l'intesa c'è, va avanti anche in questa strategica commissione dove gli atti di indirizzo non sono semplici spie di visioni politiche ma bengala nella notte in una fase in cui si procede a tentoni. E l'apertura al Pd che fine ha fatto? Tiepida e poco fertile, ma comunque molto celebrata. Il M5S ha deciso di mettere in agenda un appuntamento rimandato da un po': l'incontro tra il capogruppo Danilo Toninelli e la segretaria Cgil Susanna Camusso per parlare della Carta dei diritti, un documento frutto di una vasta consultazione e partecipazione interna. Una iniziativa che fa molto: «Di Maio dì qualcosa di sinistra».