MARIO DRAGHI ARRIVA AL QUIRINALE
DAGOREPORT
Mentre Draghi, tomo tomo cacchio cacchio, si fa il suo giro di consultazioni, nelle segrete stanze del Quirinale si sta discutendo se conviene, a questo punto, mettere nell’esecutivo di “salvezza nazionale” qualche ministro politico. E’ ovvio che è quanto di più lontano dai piani di Draghi e Mattarella perché presuppone veti incrociati a non finire tra i partiti che appoggiano il governo.
Le alternative possono essere varie e avariate: dai tecnici di aerea politica ai sottosegretari politici, come avvenne all’epoca del governo di Lamberto Dini. A scaldarsi per avere ministri politici tra i ministri tecnici è stato, tanto per destabilizzare il suo successore, il trombato Conte in versione carciofaro con banchetto e poi Salvini mentre Berlusconi, Renzi preferirebbero tutti tecnici.
Anche Di Maio è propenso ad accettare solo ministri tecnici. Non solo: finalmente si è convinto che non c’è altra via: Draghi e scissione. Giggino ne ha parlato a lungo con Grillo e sono arrivati a una conclusione: se Luigino ha la maggioranza del movimento, l’Elevato lo appoggerà per tutta la vita. Ma sulla proposta di Casaleggio junior di utilizzare la piattaforma Rousseau, i grillozzi sono divisi tra chi non si fida e chi sente puzza di bruciato.
Ancora non è certa la presenza di Grillo, domani alle 12.15, alla tavola calda delle consultazioni di Draghi. Dopo aver ascoltato il premier in pectore, sapremo se Di Maio farà felice Mattarella facendo incazzare la triade Conte-Casalino-Travaglio.
Draghi ha in agenda almeno due giri di consultazioni; dopo il primo è previsto un colloquio telefonico con il Capo dello Stato. Una sola cosa è certa: Conte ministro non è all’ordine del giorno. La sua performance da artista di strada, nata dai neuroni scaduti di Casalino e Bettini, ha irritato (eufemismo) Sergio Mattarella e lo staff del Colle, anche perché è circolata la fregnaccia che il banchetto da Morto di Fama fosse stata un’idea suggerita addirittura dal Quirinale.
goffredo bettini by edoardobaraldi 1
Invece corrisponde al vero che la Pochette con le unghie abbia preteso e ottenuto dai ministri del PD un tweet di solidarietà dopo il suo discorso on the road. Aveva ragione Flaiano: l’insuccesso da alla testa…