I più belli? Stanno a destra. Lo si è sempre saputo, ma stavolta lo conferma uno studio scientifico (?) della Susquehanna University, condotto insieme alla Illinois State University, che ha collegato, a livelli mai raggiunti finora, l’aspetto fisico e l’orientamento politico. “Per la prima volta abbiamo delle buone ragioni per credere che la bellezza possa alterare le opinioni politiche e la visione del mondo”.
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Il quadro è semplice: chi è bello ha la vita più facile. È più amato, apprezzato, viene – senza motivo valido – ritenuto più intelligente e, in generale, è più ricercato. Per questo motivo, non incontrando nella propria vita nessuna seria difficoltà a livello sociale, tenderà a considerare poco importanti le istanze “di sinistra”, cioè quelle che tendono ad aiutare chi, invece, questi problemi li vive sul serio, con aiuti statali e politiche di welfare. È un problema che non vive e, per questo motivo, non ne coglie la necessità.
Va detto: lo studio è stato condotto in America e si adegua sia ai canoni di bellezza americani che alle loro suddivisioni politiche, ma il principio sembra esportabile. Gli studiosi hanno preso in esame vecchi sondaggi degli anni ’70 in cui si chiedeva alla gente di valutare le sembianze di alcune persone, con tanto di informazioni sul loro background e le posizioni politiche.
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I risultati sono stati confrontati con il Wisconsin Longitudinal Study (WLS), una ricerca che prendeva in esame le caratteristiche di 10mila laureati, giudicati secondo il loro livello di avvenenza fisica. E, insomma, i risultati parlano chiaro: i belli, secondo qualsiasi parametro e metro di giudizio, stanno a destra.
Poi, certo – ma questo lo studio non lo dice – ci saranno anche altri fattori. Ad esempio la correlazione tra bellezza e maggiore ricchezza (la quale è spesso collegata a posizioni conservatrici): chi ha più soldi ha più possibilità di mantenersi in forma, fare sport, curarsi e vestirsi bene. E risultare più attraente per tutti.