Vincenzo Pagano per www.dissapore.com
Arrivano a Roma i grillini eletti al Parlamento che vogliono che li si chiami cittadini e non onorevoli. Arrivano e cambiano la geografia della politica nella città che si nutre di politica. E che nutre i politici con le vituperate buvette di Montecitorio e di Palazzo Madama, fonte di privilegi enogastronomici ormai caduti in disgrazia. Ma cambia anche la percezione di come e dove si mangia al tempo della democrazia 2.0, le nuove parole d’ordine sono trasparenza e basta alle spese pazze, tutti a casa e abbasso la casta. Ecco quindi un veloce prontuario per districarsi nella nuova gastrocrazia.
A come Alcolici. Banditi. Nel “conclave” in cui è stata dettata la linea in attesa dell’arrivo di Grillo e di Casaleggio a Roma c’è stata una pausa: bibite, bottiglie di minerale, caffè e un paio di birre. Il barman dell’albergo si è lasciato sfuggire “Questi mi sembrano un po’ tirati”, con il braccino.
A come Agnello. Il 15 marzo il Parlamento dovrebbe iniziare a funzionare a pieno ritmo. Giusto in tempo per le funzioni pasquali. In attesa di conoscere il nome del nuovo Papa e accettare le scommesse se salirà prima un cardinale al soglio pontificio o un deputato PD allo scranno di Montecitorio, dovrebbe essere bandito. Pasqua senza agnelli è il grido di lunga data che viene da Beppe Grillo. “E’ un cucciolo” e già nel 2010 aveva lanciato il suo primo contest: “Ve la sentite di proporre un menu vegetariano per Pasqua?”
C come Colletta o alla romana. Il sistema di pagamento in uso presso i grillini. Si mette mano al portafoglio e si paga ognuno per sè. Unica eccezione, la dimenticanza nello storico venerdì di San Giovanni di alcuni cittadini candidati al ristorante Il Tempio della Minerva (cfr) saldato dalla carta di credito di Grillo. E la sala del Saint John pagata nel fine settimana dal gruppo romano perché gli altri sono venuti da fuori e si sono sobbarcati le spese di viaggio. E’ tempo di avere menu degustazione a misura di cittadino parlamentare.
G come Giornalisti. Scrocconi, come ha messo in evidenza Gianpiero Padalino insieme all’ormai famoso scontrino del Bar del Fico. “troppo ben abituati alle cene dei partiti pagate con i soldi dei rimborsi pubblici. Beh, con noi non funziona così. Le cene, così come tutte le nostre attività, sono autofinanziate e si paga alla romana”. Si presume che i giornalisti fossero quelli politici, con buona pace dei critici à la Valerio M. Visintin.
RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA
Q come Quaglia. Il salto della quaglia, cioè il passaggio dal M5s ad altro partito preoccupa o è fonte di speranza al Senato dove la pattuglia dei 54 grillini è l’ago della bilancia. Esclusa la possibilità. Chi tradisce gli elettori e cambia partito “andrebbe preso a calci”. Parola, su web, di Beppe Grillo che parla di “circonvenzione di elettore“. Come non dargli ragione?
Q come Quartieri e ristoranti consigliati. Testaccio e Pigneto saranno i quartieri più gettonati per i nuovi residenti grillini che a Roma un alloggio devono trovarlo (cfr cohousing) ed eviteranno il Tridente. Tuscolana e Marconi hanno un bell’impatto popolare e popoloso e alla bisogna potrebbero diventare piazze non virtuali per coinvolgere i cittadini. Le previsioni della ristorazione danno in significativo aumento:
a. Eataly Roma. Slow Food e vino libero sono sirene che attraggono i grillino come anche la possibilità di mangiare al ristorante frutta e verdura. Km 0 e acqua in bottiglia sono un impedimento, ma Oscar Farinetti ne sa una più del diavolo.
b. Porto Fluviale. I locali multifunzione con possibilità di avere uno spazio per riunioni: potrebbe essere un requisito apprezzato al pari dei cicchetti leggeri.
c. Birrifugio. Nel famoso scontrino messo in rete da Padalino, la voce birra raccoglieva molti consensi. Il locale di Stefano Frasca pratica anche prezzi popolari e ha due sedi.
Q come Quartieri e ristoranti out. Se via dell’Umiltà e Via S. Andrea delle Fratte sono indirizzi da evitare come la peste, anche Garbatella (popolare solo nel ricordo e roccaforte della Meloni) non se la passerà benissimo. Cambia anche la geografia delle tavole. I Due Ladroni resteranno solo nel ricordo dei più anziani abituati a dare una sbirciatina da dietro alla fontana. Viene meno anche la porta di Quinzi e Gabrieli e tutti i ristoranti in zona Pantheon che saranno travolti dall’effetto Tsunami.
T come Tempio di Minerva. Il ristorante da frequentare per quanti vorranno incrociare Beppe Grillo e i suoi si trova in viale Manzoni, accanto alla Stazione Termini. E’ qui che i cittadini che sederanno nel Parlamento si sono diretti dopo il “conclave” all’hotel Eurostars (appunto) Saint John di via Matteo Boiardo. Ed è qui che Grillo ha cenato la sera della chiusura della campagna elettorale a Piazza San Giovanni. Le cronache di Alessandro Fulloni sul Corriere della Sera restituiscono il menu a prezzo fisso (18 €) e la scelta vegetariana.
V come Vacche rosse. Per voi abituati a computare la bontà di una vacca rossa in ragione dell’invecchiamento del Parmigiano Reggiano (non inferiore a 36 mesi, of course) sapere che il mercato delle vacche identifica le trattative di Bersani ed Errani del PD per cercare di “far ragionare” i senatori grillini con un’attività di scouting non molto apprezzata da Beppe Grillo. Il Senato rischia di diventare un vietnam o una corrida al contrario con i tori che infilzano i cowboy rossi?
V come Vegano. Il leader della corrente vegana è diventato Paolo Bernini, pony express che vive con i suoi a San Pietro in Casale (Bologna), con una critica alla Brambilla, ministro del Turismo in un governo ormai dimenticato: “Ostriche? Ma va’, non sono mica come la Brambilla che fa finta di fare la vegetariana e poi ha un’azienda ittica”.
V come Vegetariano ed antispecista. Ok, ammettetelo, non avete mai visto i due termini messi insieme. Cosa voglia dire il primo, lo sappiamo. Ma che c’entra il rifiuto della discriminazione basata sulla specie? Lo stile vegetariano, e ancora più marcatamente quello vegano, è la pratica per raggiungere l’obiettivo di non sentirsi superiore all’agnello. In pratica vivere rispettando le altre specie viventi.
Che non sono come vorrebbe qualche altro ideologo gli omosessuali o i diversamente pensanti. Per ulteriori spiegazioni occorrerebbe rivolgersi al friulano Walter Rizzetto che, a proposito del trasferimento a Roma, ha dichiarato: “Andrò ad abitare fuori dal centro, mi serve pace per studiare. Quanto al cibo, sono vegetariano e antispecista”.