GIORGIA, L'UNTA DAL SIGNORE – IL COSTITUZIONALISTA MICHELE AINIS, IN MANIERA SPIETATA, ILLUMINA IL RAPPORTO CONFLITTUALE DELLA DUCETTA CON GLI ORGANI DI CONTROLLO: “QUESTO GOVERNO È MOSSO DA UN CULTO RELIGIOSO DEL POTERE, E HA IN ODIO I CONTROPOTERI. PER MELONI E LA SUA CLASSE DIRIGENTE LA SOLA FONTE DI LEGITTIMITÀ È IL VOTO POPOLARE. L’EREDITÀ È CHIARA: BERLUSCONI SI DEFINIVA ‘UNTO DAL SIGNORE’” – L'ULTIMO CASO DELL’ANAC, CHE NORDIO HA ESCLUSO DALLA CONFERENZA ONU CONTRO LA CORRUZIONE: “MA MI VIENE IN MENTE ANCHE IL CASO DELLA CORTE DEI CONTI A CUI È STATO TOLTO IL CONTROLLO SUL PNRR...” 

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Tommaso Rodano per “il Fatto Quotidiano”

 

MICHELE AINIS MICHELE AINIS

Professor Ainis, lo sgarbo al presidente di Anac è l’ennesima spia di un rapporto difficile tra il governo e gli organi di controllo. Perché la premier e i suoi sopportano poco i poteri terzi?

In Italia nessun governo ha mai avuto particolare simpatia per chi dovrebbe controllarne l’operato. La prova più eloquente è il conflitto tra politica e magistratura: dura da trent’anni, da Tangentopoli in poi, e ha riguardato anche politici di centrosinistra.

 

Questa tensione è molto evidente nel caso del governo Meloni, il cui rapporto difficile con gli organi di garanzia è stato punteggiato da una serie di episodi: i più importanti che mi vengono in mente sono quelli con la Banca d’Italia e con la Corte dei conti, a cui è stato sottratto il “controllo concomitante” sul Pnrr.

 

SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI NEL 2011 SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI NEL 2011

Credo che la ragione sia culturale o ideologica: per Meloni e la sua classe dirigente la sola e vera fonte di legittimità dell’azione governativa è il voto popolare. L’eredità di questa impostazione è chiara: ricorderà che Berlusconi si definiva “unto dal signore” perché era scelto dal popolo. Per loro la legittimazione a decidere è tutta e solo di chi ha ricevuto l’unzione del voto popolare.

 

Qual è l’interesse di fondo di chi attacca le autorità di controllo? Semplificare la vita a chi fa affari?

A mio giudizio la finalità di chi governa è sempre continuare a governare. Certamente nell’azione di questo governo c’è un’altra componente ideologica. Potremmo scomodare Thatcher o Reagan, i quali sostenevano che lo Stato non fosse la soluzione, ma il problema.

 

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

Lo Stato è anche quello che ti fa pagare le tasse: da destra ci sono state dichiarazioni un po’ avventate sulle “rapine fiscali” e sul “pizzo di Stato”, oltre alle manovre per alleggerire i debiti erariali. L’incertezza del diritto è sempre un favore reso ai potenti, perché il diritto serve ai fragili: il principio di uguaglianza e di legalità sono difese per chi è più debole.

 

Questo governo agisce per garantire i più forti?

Torniamo al punto di partenza: se un soggetto politico è mosso da un culto religioso del potere, è normale che abbia in odio i contropoteri. Si vede anche nella riforma del premierato. Io sono tra chi non si scandalizza per l’elezione diretta, accade anche in altri sistemi democratici.

 

Il punto è cosa viene fatto per riequilibrare il sistema: nel momento in cui aumento le prerogative del presidente del Consiglio, devo restituirne altrettante ai contropoteri. Gli Stati Uniti hanno battezzato il presidenzialismo 200 anni fa, ma il Congresso americano è forte, non c’è nomina o spesa che non debba essere approvata; sono forti anche la libera stampa e la magistratura.

 

michele ainis col suo libro michele ainis col suo libro

L’allergia ai controlli si riflette anche nei conflitti d’interessi di alcuni ministri?

Anche la disciplina dei conflitti d’interessi serve ad arginare un uso imperiale del potere politico. In Italia vige ancora la legge Frattini del 2004, approvata da un governo Berlusconi.

Assegna il compito di vigilare sui conflitti d’interessi all’autorità antitrust ma non le dà poteri effettivi, solo quello di segnalazione. In questa legislatura ci sono casi eloquenti come quello di Santanchè, imprenditrice balneare nominata ministro con competenza sulle spiagge, oppure di Guido Crosetto (attivo nel settore delle armi e finito alla Difesa, ndr). Possono pure essere degli ottimi ministri, non ne faccio una questione personale, ma c’è un principio di etica che impone una separazione rigida tra la sfera privata e quella pubblica.

 

Quali sono le conseguenze di questa sfida del governo ai contropoteri?

Contrappesi e controlli sono l’essenza della democrazia: il potere politico è inevitabile in qualsiasi società umana, ma va sottoposto a controlli per evitare abusi; senza controlli gli abusi si moltiplicano. Se c’è un atteggiamento di silenziosa ostilità nei confronti dell’operato dei custodi, i custodi lo percepiscono e ne sono intimoriti. Se una giudice a Catania ritiene che un provvedimento sull’immigrazione sia contrario alle regole e viene attaccata sul piano personale, magari gli altri magistrati ci pensano due volte a seguirne l’esempio. Questo vale anche per le autorità di garanzia. […]

silvio berlusconi giorgia meloni silvio berlusconi giorgia meloni sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

LARGO FOCHETTI, SI CAMBIA: MARIO ORFEO SARÀ IL NUOVO DIRETTORE DI “REPUBBLICA” - LA NOTIZIA È STATA COMUNICATA DALLA PROPRIETÀ AI CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” - MAURIZIO MOLINARI RESTERÀ COME COLLABORATORE ED EDITORIALISTA (MA NON DIRETTORE EDITORIALE DEL GRUPPO) - JOHN ELKANN LASCIA LA PRESIDENZA DI “GEDI” A MAURIZIO SCANAVINO, AL CUI POSTO, COME AD, ARRIVERÀ GABRIELE COMUZZO – MOLINARI PAGA L’INCAPACITÀ A EVITARE I DUE GIORNI DI SCIOPERO DELLA REDAZIONE IN OCCASIONE DELL’ITALIAN TECH WEEK, UN EVENTO A CUI YAKI TENEVA MOLTISSIMO (LÌ È STATO ANNUNCIATO L’ACCORDO CON OPENAI ALLA PRESENZA DI SAM ALTMAN) – ORA ARRIVA IL NAVIGATISSIMO ORFEO (GIÀ DIRETTORE DI TG1,TG3, “IL MATTINO”, “IL MESSAGGERO”, EX DG RAI), CONSIDERATO ADATTO AD AMMANSIRE IL RIOTTOSO CORPACCIONE DI “REPUBBLICA” – ORFEO SI È MOSSO APPENA PRIMA DI ESSERE SILURATO DAL TG3, CHE ORA FINIRÀ AI 5 STELLE CON CONTE, GIÀ PRONTO A VOTARE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI. E ELLY SCHLEIN, CHE SI È RITIRATA SULL’AVENTINO E NON HA MAI CONSIDERATO “SUO” ORFEO, S'ATTACCA...

DAGOREPORT – PER VEDERE FINALMENTE IL TRIONFO DI "TELE-MELONI", LA DUCETTA E GIAMPAOLO ROSSI HANNO DOVUTO INGOIARE UN BEL ROSPO: ROBERTO SERGIO COME DG È STATO IMPOSTO DA MATTEO SALVINI – DI FRONTE ALL'ULTIMATUM LEGHISTA (''O SERGIO DG, O SALTA ROSSI"), LA "NANA MALEFICA" (COPY CROSETTO) HA COSTRETTO IL “FILOSOFO DI COLLE OPPIO" A PIEGARE IL CAPINO - ROSSI ERA CADUTO IN DISGRAZIA PRESSO LA FIAMMA TRAGICA A CAUSA DEL DUPLEX CHIOCCI-SERGIO. E SOLO GRAZIE A BRUNO VESPA E' POI RIUSCITO A TORNARE NEL CUORE DELLA MELONA – IN CRISI DI ASCOLTI E SENZA IDEE, ROSSI SPERA IN UNA NUOVA “RAISET” INCIUCIONA. MA PIER SILVIO E' LONTANO - DOPO IL RISULTATO DEL VOTO DELLE TRE REGIONI, SI DECIDERA' IL DESTINO DI SIMONA AGNES - E SALVINI CARICA IL PISTOLONE DEL TAGLIO AL CANONE RAI…

L'INESAURIBILE BALLO IN MASCHERA DI GIORGIA MELONI - SULLA SCRIVANIA HA QUATTRO MASCHERE E LE USA CINICAMENTE PER UCCELLARE CHI HA DAVANTI: ROBA DA FAR VENIRE UN COCCOLONE A UN CAMALEONTE - UNA ZELIG IN GONNELLA DOTATA DI FACCIA DI BRONZO CHE DA DESTRA VA AL CENTRO, DA BIDEN RITORNA A TRUMP, SFANCULA DUE VOLTE URSULA E POI INVITA IL PPE AL CONGRESSO DEI CONSERVATORI – LA MELONA CHE UNA VOLTA  RUGGIVA CONTRO I "POTERI FORTI INTERNAZIONALI" E VOLEVA STATALIZZARE L'ITALIA, ECCOLA CHE AFFIDA LA RETE STRATEGICA DI TIM AL FONDO AMERICANO KKR, ED ORA STENDE IL TAPPETO ROSSO AL PIU' MILIARDARIO FONDO DEL MONDO, BLACKROCK, PER FARE CASSA SVENDENDO QUOTE DI ENI, POSTE, FERROVIE - NEL DUELLO CONTINUO LEGA-FORZA ITALIA SI INFILA LA MELONI A TARGHE ALTERNE: UNA VOLTA SPALLEGGIA IL CARROCCIO, LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI, PER MANDARE UN MESSAGGIO AI FORZISTI E AI BERLUSCONI. UN’ALTRA, INVECE, SI AFFIANCA A TAJANI PER RALLENTARE LA RIFORMA DELL’AUTONOMIA CARA A SALVINI - UN BALLO IN MASCHERA PERMANENTE CHE VERREBBE SFRUTTATO DA UN’OPPOSIZIONE DECENTE. SE CI FOSSE...

DAGOREPORT – PERCHÉ MARINE LE PEN NON VOTA LA MOZIONE DI SFIDUCIA DELLA SINISTRA DI MELENCHON AL NEO GOVERNO DI MICHEL BARNIER? - LA DUCIONA DI FRANCIA TIENE IN PIEDI IL GOVERNO VOLUTO DA MACRON PERCHE' HA UNA FOTTUTA PAURA DI FINIRE IMPANATA E FRITTA NEL PROCESSO SUGLI ASSISTENTI PARLAMENTARI PAGATI DAL SUO PARTITO CON I FONDI EUROPEI: RISCHIA FINO A 10 ANNI DI CARCERE. E UNA VOLTA CONDANNATA, ADDIO AI SOGNI DI ELISEO. QUINDI: MEGLIO TENERSI BUONI I GIUDICI – QUEL VOLPINO DI MACRON LO SA E LA TIENE PER LA CROCCHIA LA VALCHIRIA TRANSALPINA…