Francesco Bechis per formiche.net
Cresce nei sondaggi, presiede un partito europeo, parla americano. Continua la scalata a stelle e strisce di Giorgia Meloni.
L’ultima novità arriva dall’Aspen Institute, uno dei più grandi e prestigiosi think tank statunitensi al mondo, in Italia presieduto da Giulio Tremonti.
Nella lista dei soci per il 2021 spunta anche il nome della leader di Fratelli d’Italia. Fa compagnia al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano e a suo figlio Giulio, ordinario a Roma Tre, a Paolo Mieli e al luminare Walter Russell Mead. E poi ancora Roberto Maroni, Antonio Martino e Antonio Marzano, l’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo e il direttore generale per le “riforme strutturali” in Ue Mario Nava.
Non può non balzare all’occhio il nome dell’aspirante leader della destra italiana, indicata con un laconico “deputato, Roma” in mezzo alla lista. L’Aspen infatti non è un think tank qualsiasi.
Il distaccamento italiano si affaccia su Piazza Navona ed è da decenni crocevia di diplomatici e accademici, intellettuali e politici, americani e non. Anche il nuovo presidente americano Joe Biden, in una delle ultime trasferte a Roma da vice di Barack Obama, ha fatto tappa all’Aspen per una conferenza internazionale.
La Meloni non è davvero nuova in quel mondo. È stata più di una volta ospite dei convegni che l’istituto organizza in una sontuosa sala affrescata.
Ora ci torna in veste di socio, una notizia che qualcosa racconta del percorso fatto dalla leader di Fdi nell’ultimo anno.
Alla cavalcata nei consensi, che la vedono tallonare a poca distanza Matteo Salvini, la Meloni ha affiancato un’operazione di re-styling per scacciare l’immagine di una destra anti-europeista ed eternamente tentata da una pregiudiziale anti-americana.
Di qui la scelta di impegnarsi, fino ad assumerne la presidenza, unica donna a ricoprire quel ruolo a Bruxelles, nel partito dei Conservatori europei. O ancora il viaggio in America per parlare come ospite al Cpac (Conservative political action conference), il gotha della destra Usa.
Con l’entrata in Aspen cade definitivamente un ultimo cliché, quello di una destra che non vuole parlare con i “poteri forti” e che da questi viene evitata.
Nel think tank Usa non mancano certo nomi illustri, a leggere chi fa parte del comitato esecutivo. C’è Mario Monti e il presidente onorario Giuliano Amato, Marta Dassù e Gianni Letta, Paolo Savona e Romano Prodi, l’ad di Enel Francesco Starace e John Elkann come vicepresidente.
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