Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Litigano prima ancora di cominciare, Italia e Francia. Chiarendo all' Europa intera che sui migranti, come confida ai suoi ministri Giuseppe Conte proiettato verso il vertice informale che si terrà oggi a Bruxelles, « l' Europa rischia seriamente la sua fine».
Roma si prepara a stroncare la proposta di Parigi - « assurda » , la giudica il capo dell' esecutivo - e a rilanciare con un progetto alternativo (…)
Eliseo contro Palazzo Chigi, Palazzo Chigi contro Eliseo: si va avanti così per ore. Per una volta inizia Emmanuel Macron, al termine di un bilaterale con lo spagnolo Pedro Sanchez. Non parla più di hotspot nel nord Africa (…) ma propone che l' accoglienza dei migranti avvenga «nel porto sicuro più vicino». Chiede inoltre l' istituzione di centri chiusi «nei Paesi di primo sbarco», dunque soprattutto in Italia, Grecia e Spagna. (…)
Il problema, per Roma, è che il resto degli immigrati - la gran parte del totale - non verrebbe diviso tra gli Stati membri. Da qui l' idea che Conte si appresta a portare oggi a Bruxelles: prevede quote obbligatorie per smistare subito (…) non solo chi fa domanda d' asilo, ma anche tutti gli altri migranti. Non sarebbe quindi più solo l' Italia, ma ogni singolo Stato membro a doverli gestire prima di scegliere se rimpatriarli o integrarli.
Il problema è che dopo settimane di tweet e urla ogni proposta è come coperta dal polverone dello scontro. « L' Italia non sta vivendo una crisi migratoria come c' era fino all' anno scorso - attacca Macron - Chi lo dice, dice una bugia». (…) Ce l' ha con Matteo Salvini. E ricorda che in Italia gli sbarchi nel 2018 sono calati dell' 80% rispetto all' anno precedente.
La reazione di Roma è immediata. Parla come al solito prima il ministro dell' Interno, che lunedì sarà in missione in Libia. «Seicentocinquantamila sbarchi in 4 anni. Se per l' arrogante presidente Macron questo non è un problema, dimostri la generosità aprendo i porti francesi » . E Luigi Di Maio insegue: «L' emergenza esiste ed è alimentata anche dalla Francia con i continui respingimenti alla frontiera di Ventimiglia».
Un accordo è lontanissimo, infatti Conte si prepara a reagire.
Non firmando alcun testo oggi, agitando un veto sul dossier russo o turco in caso di fallimento del Consiglio di fine mese. Roma pensa anche di chiamare in causa la Nato per gestire in futuro i flussi dalla Libia. Ma è evidente che senza un' intesa Salvini dovrà ripartire da dove si è fermato Marco Minniti, con accordi bilaterali con Tripoli.