MIGRANTI: RUTTE, ATTUARE DUBLINO E RAFFORZARE LE FRONTIERE
(ANSA) - "Anche la migrazione è all'ordine del giorno. Per avere un maggiore controllo sul grande afflusso di migranti in Europa, i Paesi Bassi ritengono essenziale attuare rapidamente gli accordi presi a febbraio, ad esempio per quanto riguarda il regolamento di Dublino, e il rafforzamento delle nostre frontiere esterne". Lo ha detto il premier olandese Mark Rutte su Twitter.
MIGRANTI: FONTI UE, C'È IMPEGNO CONSIGLIO A MANTENERE LO SLANCIO
(ANSA) - Sul tema della migrazione a livello europeo c'è "l'impegno a mantenere lo slancio". Lo fa sapere un alto funzionario europeo precisando che nel corso del Consiglio di oggi - probabilmente nel corso della cena - i leader che lo desiderano prenderanno la parola sulla migrazione e "ci si aspetta" che Giorgia Meloni sia tra questi. Ma non solo.
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Anche l'olandese Mark Rutte vuole intervenire. Stando a quanto si apprende non ci sarà "un giro di tavolo completo" - che di norma impiega oltre due ore - ma circa 10 leader alla fine potrebbero prendere la parola, con il "sostegno" del Consiglio al confronto.
BATTAGLIA SUI MIGRANTI MELONI SFIDA L'EUROPA "SUBITO I FONDI A TUNISI"
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin e Francesco Olivo per “La Stampa”
Per Giorgia Meloni il Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles sarà uno snodo cruciale «nel contrasto all'immigrazione illegale». Aspirazione che non trova al momento corrispondenza nell'agenda dei lavori. Come ribadito anche ieri da un alto funzionario Ue, «non è previsto un dibattito sul tema immigrazione, ma soltanto un aggiornamento di Ursula von der Leyen e della presidenza svedese».
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La divergenza sull'ordine del giorno del summit è tale che se ne può uscire, è la convinzione di Palazzo Chigi, solo alzando i toni. E così, quando la presidente della Commissione avrà terminato il suo intervento, Meloni chiederà di prendere la parola per insistere sulla necessità di una maggiore incisività nel contrasto dei flussi di migranti. […]
L'intervento si concentrerà in particolare sulla Tunisia e sulla richiesta di giocare un ruolo per sbloccare l'accordo tra Tunisi e il Fondo monetario internazionale. Se necessario – dirà Meloni – anche coinvolgendo gli Stati Uniti. Per l'Italia questo è una priorità assoluta, condivisa dalla Farnesina e dai Servizi.
A ottobre il Fmi aveva trovato un accordo preliminare per la concessione di un maxi-prestito da 1,9 miliardi di dollari per far fronte alla grave crisi economica, in cambio di una serie di riforme. Ma i fondi non sono mai arrivati a causa della svolta autoritaria imposta dal presidente Kais Saied.
Senza quei soldi non si possono più pagare gli stipendi pubblici e la crisi è ora una delle prime cause del notevole incremento dei flussi di migranti dal Paese nordafricano verso l'Italia. Nei prossimi giorni è prevista anche una missione del commissario europeo Paolo Gentiloni in Tunisia, con l'obiettivo di sbloccare l'accordo. Ma tra i Paesi europei ci sono ancora parecchi dubbi sulla figura di Saied.
giorgia meloni al consiglio europeo di bruxelles
L'Italia condivide l'analisi, ma non la ricetta: secondo la Farnesina l'attuale presidente è al momento l'unico interlocutore possibile e quindi sta spingendo per sbloccare i fondi, visto il concreto rischio che il Paese resti in mano a bande di criminali, sul modello della Libia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani avrà nelle prossime ore un colloquio con la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva, decisivo poi sarà quello con il Segretario di Stato Usa Antony Blinken. La soluzione che l'Italia appoggia è un finanziamento condizionato alla realizzazione delle riforme. Tajani in questi giorni ha cercato di cercare alleati in giro per l'Europa, Slovenia, Croazia e Austria, e ha stretto i contatti con l'Algeria. […]
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