Franco Bechis per “Libero Quotidiano”
belen e de magistris a napoli 5
L' atto di precetto è appena arrivato a Benevento. La somma non è astronomica: poco più di 7 mila euro. Ma i contendenti non sono persone comuni. Il precettato è Clemente Mario Mastella, una vita in politica e ora candidato sindaco di Benevento.
A chiedergli quei soldi Luigi De Magistris, ex magistrato, ex europarlamentare, ora ricandidato sindaco di Napoli. In mezzo a loro una causa. Non di De Magistris a Mastella. E qui sta tutta la particolarità: la causa l' aveva fatta molto tempo fa Mastella a De Magistris, ed era per diffamazione a mezzo stampa. Come si capisce dall' atto di precetto Mastella quella causa non l' ha vinta, anzi.
L' ha persa rovinosamente, perché il giudice lo ha condannato perfino a risarcire De Magistris. Uno schiaffone così è assai raro, ed è la seconda particolarità. Ma ce ne è una terza, e anche questa non è qualsiasi: il giudice che doveva decidere su una causa di Mastella a De Magistris e alla fine ha condannato il querelante a risarcire il querelato. Si chiama Ida Moretti, ed è giudice monocratico del Tribunale di Benevento. Prima di diventare giudice però era pubblico ministero.
LUIGI DE MAGISTRIS E LA MOGLIE
Alla procura di Catanzaro. Era una collega di De Magistris. E non solo questo: la Moretti firmò il 17 ottobre 2007 un documento insieme a molti altri magistrati per chiedere alla Anm di difendere il collega De Magistris dall' allora ministro della Giustizia che aveva promosso davanti al Csm una azione disciplinare nei confronti di quel pm, proponendone il trasferimento ad altra procura.
Un documento ovviamente assai critico nei confronti di Mastella: «Preoccupa il modo con cui l' attuale ministro della Giustizia», scrissero la Moretti e i colleghi, «ha inteso e intende esercitare l' enorme potere che gli viene riconosciuto dal nuovo ordinamento giudiziario, non certo in sintonia con i principi costituzionali di autonomia e indipendenza della magistratura».
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Insomma, a giudicare oggi su una querelle fra Mastella e De Magistris è stata un giudice che era collega e amica di una delle due parti e che pubblicamente da pm aveva difeso una delle due parti proprio contro l' altra. Ci si sarebbe attesi una astensione, e il passaggio del fascicolo ad altro collega del tribunale di Benevento, ma questo non è avvenuto.
E la Moretti nel testo della sua sentenza che ha respinto la richiesta di Mastella, condannandolo addirittura a risarcire De Magistris, non sono mancati riferimenti anche polemici sul passato da ministro della Giustizia dell' attuale candidato sindaco di Benevento.
La querela era stata presentata dopo una intervista di De Magistris nel 2009 a un quotidiano in cui si sosteneva: «Mastella era implicato in una mia inchiesta ed aveva cercato di fermarmi».
Siccome l' ex ministro della Giustizia era stato archiviato per quella inchiesta, ha ritenuto di essere diffamato da quella affermazione, e gli ha fatto causa. De Magistris era europarlamentare, e ha invocato subito l' immunità parlamentare a copertura delle sue critiche politiche.
Il processo è stato sospeso in attesa del responso dell' Europarlamento. Non sempre questo avviene: ad esempio il giudice civile del Tribunale di Ferrara non concesse questa sospensione e manco considerò l' immunità che pure era stata dichiarata da parte dell' Europarlamento, condannando Lara Comi a risarcire 43.500 euro all' ex sindaco comunista di Ferrara che si era ritenuto diffamato da lei (in quel caso il magistrato sostenne che era troppo comodo fare sparate e poi invocare l' immunità).
A Mastella è andata invece male: il giudice Moretti scrive in sentenza anzi di «condividere il parere espresso dal Parlamento europeo». Di più: «Dalla semplice lettura dell' articolo in contestazione», scrive, «si evince chiaramente che trattasi di dichiarazioni di valore politico rese nell' esercizio delle funzioni di deputato al Parlamento europeo: sopra il titolo l' onorevole Luigi De Magistris viene espressamente qualificato quale europarlamentare dell' Idv».
Ma non basta. Il giudice che fu pm collega di De Magistris e che non ha ritenuto di astenersi nel processo, ha pensato bene in sentenza di tirare le orecchie per quei vecchi fatti a Mastella. «Non vi è dubbio», scrive, «che i fatti accaduti in quell' autunno del 2007 hanno segnato una pagina nera per la Giustizia, sotto ogni aspetto». Il giudice per altro elenca date e fatti: il 20 settembre 2007 Mastella chiese al Csm il trasferimento di De Magistris.
Quasi un mese dopo, il 14 ottobre 2007 De Magistris iscrisse Mastella nel registro degli indagati. De Magistris sostenne in quella intervista che Mastella voleva trasferirlo perché era indagato da lui. Guardando le date sembrerebbe ''esatto contrario. Ma il giudice Moretti sentenzia: «Dagli scarsi documenti a disposizione non è dato evincere con certezza chi effettivamente abbia inteso per primo fermare chi».