Alessandro Di Matteo per “la Stampa”
C' è anche la grana-migranti per Giuseppe Conte, il premier non deve solo risolvere le liti sul reddito di emergenza e sugli aiuti alle imprese. Ieri si è sfiorata la rissa sulla regolarizzazione degli stranieri che lavorano nei campi, ma anche come colf, badanti o nell' edilizia.
Da una parte Italia viva, il Pd, Leu e anche la ministra dell' Interno Luciana Lamorgese, favorevoli a mettere in regola chi attualmente lavora in nero e senza un permesso di soggiorno, dall' altra il Movimento 5 stelle che non vuole sentirne parlare e minaccia di far saltare tutto.
Non sono bastate tre videoconferenze, ieri, per risolvere la questione e a fine giornata le minacce M5S hanno fatto sbottare la ministra Teresa Bellanova, che con i suoi ha chiarito: «Questa per noi è una ragione di presenza al governo».
Per tutto il pomeriggio la Bellanova, capodelegazione Iv al governo, ha discusso della vicenda insieme alla collega dell' Interno Lamorgese, a Giuseppe Provenzano (Pd, politiche per il Mezzogiorno) e a Nunzia Catalfo, la ministra del Lavoro, esponente M5S. Da giorni la Bellanova ha aperto il fronte, perché nei campi frutta e verdura non vengono raccolte a causa dell' epidemia di coronavirus che quest' anno ha tenuto lontani tanti braccianti dell' est Europa che di solito vengono in Italia per fare «la stagione». E i tanti immigrati clandestini che invece sono già qui vengono sfruttati, pagati anche «3 euro al giorno», contro i «40-50 euro previsti dai contratti», dice la Bellanova.
PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO
In tutto, sarebbero circa 600mila gli immigrati irregolari che, inevitabilmente, «finiscono nelle mani della criminalità, che ricatta loro e anche le aziende agricole». L' idea è quella di un permesso di soggiorno di sei mesi, rinnovabile per chi avrà un lavoro. L' operazione piace anche al ministero dell' Interno ed è sostenuta dal Pd. Anzi, Provenzano durante le videoconferenze di ieri ha chiesto di estendere il provvedimento non solo ai lavoratori agricoli, ma anche a colf e badanti, come vuole del resto anche Iv. Il Pd poi vuole che l' emersione dal nero riguardi non solo i migranti ma anche i lavoratori italiani attualmente in nero.
teresa bellanova elena bonetti caporalato 1
Infine, sia Pd che Leu pretendono che la norma sia inserita nel «decreto maggio», perché l' agricoltura non può attendere. Di fatto, nella bozza che si sta scrivendo è previsto che siano i datori di lavoro a inviare le domande di regolarizzazione per gli immigrati entrati clandestinamente, cosa che ridurrebbe di molto la platea dei beneficiari. I regolarizzati avrebbero diritto alla residenza, all' Inps, all' Inail e tutte le altre tutele.
Raccontano, però, che la Catalfo si sarebbe opposta, spiegando che in questo modo si rischia di «saturare il mercato del lavoro». La ministra M5s avrebbe aperto alla possibilità di ragionare solo sui lavoratori agricoli, mentre appunto Pd-M5S e Leu vogliono estendere l' operazione almeno a colf e badanti, e possibilmente agli edili. I 5 stelle, inoltre, non accettano di inserire la norma nel «decreto maggio» e secondo fonti di governo M5S raccolte dall' agenzia Adnkronos l' obiettivo è far saltare tutto.
Non a caso, pare, al tavolo di confronto siede finora solo la ministra Catalfo, che non è capodelegazione M5s, mentre per Iv c' è la Bellanova e per il Pd Provenzano ha avuto la delega di Dario Franceschini a rappresentare il Pd. «Possono fare tutte le riunioni che credono - dice appunto l' esponente M5S - ma le decisioni le prendono poi Conte con i capi delegazioni, ed è lì che faremo saltare il banco...».
MARIA ELENA BOSCHI TERESA BELLANOVA
Ma in realtà Pd, Leu e Iv non credono alle minacce. Intanto perché, spiega una fonte di governo «i 5 stelle non sono così compatti. Sono divisi tra loro, Roberto Fico è a favore di questa norma». Il presidente della Camera per ora rimane in silenzio, ma storicamente su questi temi ha avuto posizioni più vicine alla sinistra. Loredana De Petris di Leu, poi, rilancia addirittura: vanno regolarizzati non solo gli stranieri che lavorano nei campi, ma «tutti gli irregolari». La Bellanova insiste: «Non possiamo permetterci che per incapacità e mancanza di coraggio delle classi dirigenti le aziende lascino marcire i prodotti nei campi».