Luca Monticelli per www.lastampa.it
roberto gualtieri al supermercato 5
Il governo non può continuare a prorogare il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione. Roberto Gualtieri mette le mani avanti e allo stesso apre al piano di Confindustria dopo giorni di aspre polemiche e fuoco incrociato. Poco prima dell'incontro a Villa Pamphili con Carlo Bonomi, il ministro del Tesoro è intervenuto in videoconferenza al Festival dell'economia di Trento, partecipando a un dibattito con gli economisti Tito Boeri e Guido Tabellini.
Qui Gualtieri ha ammesso che «nulla sarà come prima del Covid, il processo di trasformazione e di riallocazione del capitale umano avverrà in maniera anche più accentuata perchè muteranno strutturalmente abitudini e settori». Perciò, ha detto, «sappiamo bene che non possiamo limitarci indefinitamente a prorogare la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti per tutti senza un punto di arrivo», ha spiegato.
«Al di là della crisi, i processi di cambiamento non possono essere congelati per troppo tempo perchè poi esplodono tutti insieme». Gli ammortizzatori sociali, ha ribadito, «li abbiamo prolungati e continueremo a farlo, lo strumento del blocco dei licenziamenti è stato giusto utilizzarlo, ma ora dobbiamo anche cominciare ad affrontare le difficoltà che questi due strumenti non sono in grado di risolvere».
Il primo problema che tocca il ministro riguarda un tema caro agli imprenditori: i contratti a termine. Gualtieri ha ricordato che il decreto Rilancio ha modificato la normativa stabilita con il dl Dignità e garantito «per due mesi» la possibilità di rinnovare i contratti senza causale. Per il ministro questa misura andrebbe allungata «con maggiore determinazione. Alla Camera ci sono già degli emendamenti in questo senso che io vedo favorevolmente. Se non si eliminano almeno temporaneamente i disincentivi sui contratti a termine si rischia un impatto negativo sull'occupazione».
Secondo punto: il Mef sta valutando sgravi contributivi legati alle assunzioni (come aveva fatto il governo Renzi) e un rafforzamento della formazione insieme al ministero del Lavoro. Queste, ha spiegato, sono «piste utili per intercettare e accompagnare i cambiamenti e affrontare la transizione».
Un modello, quello delineato da Gualtieri per la fase 3, molto più vicino a Confindustria che alla Cgil e che arriva proprio dopo gli attacchi di Bonomi che aveva accusato il governo di flirtare con Landini e di avere un pregiudizio anti imprese.
La discussione sul decreto Rilancio alla Camera non è ancora entrata nel vivo, ma certamente per modificare il decreto Dignità si dovrà trovare un'intesa con Luigi Di Maio, che è il padre di quel provvedimento e che non sembra intenzionato a fare sconti come ha dimostrato su Autostrade e sui decreti sicurezza.
Su cig e blocco dei licenziamenti si dovranno fare i conti con i sindacati che chiedono una copertura fino alla fine dell'anno e hanno definito il decreto appena varato che aggiunge quattro settimane di cassa integrazione solo come «un primo passo».