giorgia meloni sergio mattarella by macondo

DAGOREPORT - A CHI SI RIVOLGEVA IL MONITO DI MATTARELLA,  LANCIATO DUE GIORNI FA APPROFITTANDO DI UN INCONTRO CON CASAGIT? -  IL SILURO QUIRINALIZIO, POCO EVIDENZIATO DALLA STAMPA, ERA DIRETTO A GIORGIA MELONI - QUANDO IL CAPO DELLO STATO SIBILA CHE “SAREBBE GRAVE SE (UN PREMIER) PRETENDESSE DI ATTRIBUIRSI COMPITI CHE LA COSTITUZIONE ASSEGNA AD ALTRI POTERI DELLO STATO“, È LA SECCA RISPOSTA ALLA DICHIARAZIONE DELLA DUCETTA DEL 2 MARZO A TORONTO, QUANDO SCANDÌ CHE IL PREMIERATO È UNA RIFORMA CHE "VOLUTAMENTE NON TOCCA I POTERI DEL CAPO DELLO STATO, PERCHÉ SO CHE IL PRESIDENTE MATTARELLA È UN'ISTITUZIONE UNIFICANTE..." - MA MANCO PER IL CAZZO! REPLICA CON ALTRI TONI OVVIAMENTE ISTITUZIONALI, MATTARELLA: QUANDO LA COATTA PREMIER RACCONTA CHE I POTERI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VENGONO INTACCATI DALLA SUA RIFORMA COSTITUZIONALE, SMORFIEGGIA SOLO FALSITÀ…

giorgia meloni a toronto

DAGOREPORT

Due giorni fa, approfittando di un incontro al Quirinale con i vertici della Casagit (l’assicurazione  sanitaria dei giornalisti), Sergio Mattarella non l’ha toccata piano. Camuffata da lezione di diritto costituzionale, come quando insegnava all’università, il primo inquilino del Colle si è tolto un bel sassolone dalla scarpa e l’ha lanciato in direzione della meloniana “madre di tutte le riforme”. Un monito che è stato poco evidenziato dalla grande stampa.

COLLE OPPIO CONTRO IL COLLE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

 

In ossequio al suo ruolo di garante della Carta Costituzionale, il capo dello Stato ha sentito la necessità urgente di mettere un punto fermo sui propri poteri anche nei confronti del centrosinistra, e ai suoi giornali di riferimento, facendo presente che sa benissimo quello che può o non può fare e ciò che deve fare, e non sopporta più d’essere tirato per la giacchetta. 

 

“C’è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: “Il presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata””. Oppure chi gli contesta: “Il presidente della Repubblica ha firmato quella legge e quindi l’ha condivisa, l’ha approvata, l’ha fatta propria”. 

SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI

 

Ma il Quirinale, ricorda il prof. Mattarella, “non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa. È quell’atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità“.

 

giorgia meloni . sergio mattarella vertice italia africa

Se il presidente “andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione e dicesse, per esempio: “non promulgo questa legge perché c’è forse qualche dubbio di costituzionalità che potrebbe racchiudere e raffigurarvisi”, si arrogherebbe indebitamente il compito che è rimesso alla Corte costituzionale. O, se addirittura dicesse: “non firmo questa legge perché non la condivido, perché, a mio avviso è sbagliata”, farebbe ben altro, andrebbe al di là di qualunque limite posto dalla Costituzione nel rapporto tra i poteri dello Stato e tra gli organi costituzionali”. E ha ricordato che ‘’Il presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere”. 

 

giorgia meloni a toronto

Traduzione: cari giornalisti, mettendomi in mezzo, attribuendomi giudizi sottintesi o intenzioni, lanciandogli perfino “veementi” ultimatum, indebolite il mio ruolo di garante della Carta.

 

Sistemati i pii desideri della sinistra, il Presidente ha mattarellato le smanie di premierato della Ducetta della Garbatella. Quando sibila che tra i suoi poteri, anzi “tra quelli fondamentali”, c’è “quello di fare in modo che ciascuno rispetti la Costituzione, a partire da se stesso, naturalmente. E che ciascuno la rispetti nel colloquio e nel confronto tra gli organi costituzionali”. 

 

sergio mattarella e giorgia meloni

E qui parte il siluro diretto alla Fiamma Tragica di Palazzo Chigi: “Sarebbe grave se uno di questi, e tra questi anche il Presidente della Repubblica, pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato“. 

 

Quanto sopra è la secca risposta alla dichiarazione della Ducetta del 2 marzo a Toronto, quando sillabò che il premierato è una riforma che "volutamente non tocca i poteri del capo dello Stato, perché so che il presidente Mattarella è una figura di garanzia, è un'istituzione unificante". 

EVITA DE' NOALTRI - VIGNETTA BY MACONDO

 

E quando la Melona esprime solidarietà e stima per il Capo dello Stato per questi tentativi "scorretti" di coinvolgerlo affermando che "I miei rapporti con il presidente della Repubblica sono ottimi, c'è un tentativo di creare una crepa fra Palazzo Chigi e il Quirinale per schermare la contrarietà alla riforma del premierato. Non mi sembra corretto utilizzare una figura come quella del presidente della Repubblica per questo", non fa altro che ciurlare nel manico. 

 

Per Mattarella, quando la coatta premier afferma che i poteri del Capo dello Stato non vengono intaccati dalla sua riforma del premierato, smorfieggia solo una falsità... 

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO