Enrico Franceschini per “la Repubblica”
Non era solo la regina delle scarpe. Ne aveva almeno 3 mila paia, questo è vero, probabilmente la più grande collezione del genere al mondo. Ma il tesoro di Imelda Marcos, quando suo marito Ferdinand era il presidente-dittatore delle Filippine, andava ben oltre le calzature.
Il governo di Manila ha chiesto alle due più famose case d’asta di Londra, Sotheby’s e Christie’s, di rivalutare l’immenso patrimonio di gioielli confiscato all’allora first lady dopo che nel 1986 la coppia fuggì in esilio alle Hawaii, sotto la protezione dell’alleato americano e in particolare dell’amico Ronald Reagan, all’epoca presidente degli Stati Uniti, in seguito alla rivoluzione che aveva scosso il loro paese e provocato il crollo di un regime durato due decenni.
L’ipotesi è di mettere all’asta i beni personali di Imelda per devolvere il ricavato a fini pubblici. E dalle prime valutazioni trapelate sulla stampa inglese sembra che i preziosi valgano molto più di quanto si era inizialmente calcolato.
I pezzi includono un raro diamante indiano rosa da 25 carati che si credeva fosse di cristallo, il cui valore viene ora stimato in almeno 5 milioni di dollari ma potrebbe fruttarne molti di più (un analogo diamante da 16 carati è stato venduto l’anno scorso da Christie’s a Ginevra per 28 milioni), una tiara di Cartier che si pensava valesse 20 mila dollari mentre ne vale probabilmente 100 mila, collane di diamanti, alcuni grossi come noci, anelli di tutte le fogge e altre pietre preziose.
«Se non avessi saputo di chi era la collezione, avrei pensato che appartenesse a una famiglia reale», commenta David Warren, capo della squadra di esperti di Christie’s incaricata di valutare i gioielli.
Quando il nuovo governo delle Filippine ci mise le mani, dopo la precipitosa fuga dei Marcos alle Hawaii, recuperandoli da tre delle ville che la coppia aveva nell’arcipelago, una stima approssimata ne calcolò il valore in 5 o 6 milioni di dollari. Adesso è possibile che l’asta ne frutti dieci volte tanto. Dal 1986 la collezione è rimasta chiusa nella cassaforte di una banca a Manila, in attesa che le autorità decidessero cosa farne.
Una prima ipotesi era stata di allestire un museo apposta, ma è stata scartata perché costosa e di scarso valore artistico o sociale. Così ora il governo pensa di venderla e usare il ricavato a fin di bene o come minimo metterlo nelle casse dello stato come compensazione per i capitali trafugati dai Marcos nel corso di un ventennio al potere.
Includendo conti in banca e immobili, il tesoro portato all’estero da Imelda e dal marito, deceduto nel 1989 in esilio a Honolulu, era ancora più ricco. Almeno i gioielli sono stati recuperati e si potranno vendere, a differenza delle migliaia di scarpe, lasciate a marcire da trent’anni in un deposito di Manila. Ma l’ex first lady, tornata in patria e riuscita a farsi eleggere in Parlamento, non è rimasta certamente a piedi scalzi. E neppure a mani vuote.
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