Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"
il post di beppe grillo contro conte
«Beppe Grillo? Si è portato a casa l' orecchio di Conte, come Tyson con Holyfield»: c'è chi la mette sull' ironia e si affida alla boxe per raccontare lo strappo ai vertici dei Cinque Stelle. Ma quello che prevale nel Movimento è l'angoscia e la tensione per gli sviluppi futuri. Già dalla mattina il silenzio di Grillo - che tace anche con chi lo conosce da una vita - lascia presagire uno strappo. Qualche ora prima il garante ha messo in guardia Vito Crimi dal pubblicare lo statuto di Conte. Il reggente - scaduto da un paio di mesi - è costretto a ripiegare e a riallinearsi. Roberto Fico e Luigi Di Maio tentano fino all' ultimo una mediazione. Poi cala il sipario sul neo M5S dell' ex premier.
Grillo non avverte nessuno - nemmeno Crimi - della sua uscita. La sua virata lascia i parlamentari interdetti. Le chat diventano un fuoco di fila di domande e considerazioni. «Ragazzi, per me è finita, chiuso, siamo alla follia», scrive come svela l' agenzia Adnkronos il deputato Roberto Rossini. C' è chi come Valentina Corneli chiede la convocazione immediata di una assemblea. Alla fine prevale la linea di Stefano Buffagni: il confronto slitta di 24 ore anche per far sedimentare le reazioni a caldo.
Alcuni eletti escono allo scoperto come Vittoria Baldino, Roberta Lombardi e Alessandra Maiorino. Ma a vincere è la prudenza, perché il momento è delicato e le ripercussioni interne potrebbero essere drammatiche.
stefano patuanelli question time in senato 1
«Andiamo verso una scissione controllata», dice un esponente del Movimento, lasciando intendere che una parte dei contiani potrebbe andarsene e dar vita a gruppi autonomi in grado però di tenere fede agli impegni istituzionali dei Cinque Stelle. Internamente, il ribaltamento di prospettive di Grillo suona anche come l' occasione per un redde rationem. «Vediamo cosa hanno il coraggio di fare», attacca un parlamentare filo-Grillo riferendosi alla truppa di senatori da Paola Taverna a Stefano Patuanelli, da Mario Turco a Ettore Licheri vicini a Conte.
I tempi si preannunciano stretti. La votazione proposta da Grillo potrebbe svolgersi nel giro di pochissimi giorni, già a ridosso del weekend. La volontà è quella di bruciare le tappe e aprire una nuova fase politica quanto prima. Non è ancora chiaro chi tra i big accoglierà la richiesta del garante e si candiderà per guidare il Movimento. Ciò che è certo - viene fatto notare - è che «non ha senso seguire Conte da seconda linea in un progetto nuovo anziché provare a governare ciò che resta dei Cinque Stelle».
Ma tra i malumori serpeggia forte il ritorno a Rousseau: la piattaforma è avversata da molti parlamentari, ma il voto secondo Grillo (e dopo un confronto con i suoi legali) è un passaggio obbligato. Un passaggio non gradito da tutti. Patuanelli è netto: «Non consento a Rousseau di trattare i miei dati». C'è chi spera che la fronda del «non voto» cresca e spinge per organizzare una protesta. Ambienti vicini a Crimi puntualizzano: «Evitare Rousseau? Bisogna vedere se si può, considerando che gli era stato sottratto il trattamento dei dati del Movimento, anche sulla base del pronunciamento del garante per la Privacy».
Ma proprio la pronuncia del garante prevede che il trattamento dei dati sia consentito su richiesta del Movimento. C' è chi sottolinea per calmare le acque: «Si tratta solo di un voto, non di un ritorno». E anche c' è chi festeggia come Francesco Berti: «Era l' unica via».
Alessandro Di Battista dalla Bolivia sembra guardare con distacco le vicende M5S e posta un video di minatori. E c' è qualcuno che lo interpreta come un messaggio dell'ex deputato agli ex colleghi, un invito ironico a candidare proprio i minatori alla guida dei Cinque Stelle.
Il mondo politico, a partire dai dem, si interroga sulle ricadute che i subbugli nel Movimento potrebbero avere sugli assetti attuali, dalle alleanze all' esecutivo. Sull' argomento interviene anche Matteo Salvini, che a In Onda su La 7 attacca: «Sicuramente Grillo e Conte possono fare danni, ma se si fanno da parte, possiamo tornare a parlare di sviluppo, grandi opere, di treni, aeroporti e porti...». Dopo il post qualche parlamentare prova a contattare Grillo, ma il garante guarda oltre: Conte per lui è già il passato.