IO SPERIAMO CHE ME LA KIEV - I MANIFESTANTI FILO-EUROPEI TORNANO IN PIAZZA PER CHIEDERE LA TESTA DEL PRESIDENTE FILO-PUTIN

Su input di Putin, salta l'intesa commerciale con l'Ue e a 9 anni dalla prima rivoluzione arancione in Ucrania la situazione politica torna esplosiva - La ex premier Tymoshenko dal carcere invita alla rivolta e diversi esponenti del regime scendono in piazza con i manifestanti - Arrivano immancabili anche le Femen...

Condividi questo articolo


1 - KIEV, ASSEDIO AL PALAZZO DEL PRESIDENTE
Anna Zafesova per "la Stampa"

Esattamente nove anni dopo la svolta arancione, nelle piazze di Kiev si parla di nuovo di «rivoluzione». La protesta contro il presidente Viktor Yanukovich, dopo la mancata firma dell'accordo di associazione con l'Ue e il violento sgombero all'alba di sabato dei manifestanti in piazza, ha invaso ieri le strade - l'opposizione parla di 500 mila persone, le stime della polizia sono più modeste - chiedendo le dimissioni del «regime».

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

Scontri, lacrimogeni, petardi incendiari, decine di feriti: il braccio di ferro tra l'opposizione e il governo ha raggiunto livelli di tensione mai visti prima in Ucraina, mentre in decine di altre città si manifesta per l'Europa e contro Yanukovich.

La manifestazione convocata per oggi, che Yulia Timoshenko dal carcere ha chiesto di far diventare permanente in attesa del «rovesciamento pacifico del regime», ha raggiunto l'apice sulla via Bankovaya, quando nel pomeriggio un gruppo di giovani con i passamontagna ha cercato di prendere d'assalto la sede dell'amministrazione presidenziale.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

Prima i manifestanti avevano fatto irruzione nel comune di Kiev e nella sede dei sindacati. Il corteo, guidato da una ruspa, ha cercato di sfondare le file delle teste di cuoio, mentre dalla folla venivano lanciate pietre e bottiglie Molotov. La polizia ha risposto con i lacrimogeni, decine di manifestanti e 15 agenti sono finiti all'ospedale.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

L'opposizione ha subito parlato di «provocatori» infiltrati nella folla, e diversi manifestanti si sono lanciati per fermare i loro compagni più violenti. Alcuni dei più aggressivi sarebbero stati identificati come militanti radicali nazionalisti, altri sono sospettati di essere i «titushki», i sostenitori forzuti di Yanukovich noti per cercare lo scontro con gli avversari.

I leader moderati della protesta - Arseniy Yatseniuk di Batkivshina, il partito di Timoshenko, Vitaly Klichko, il campione di pugilato di Udar, e il capo di Svoboda Oleg Tiagnybok - sono riusciti a bloccare gli scontri e portare la folla sul Maidan Nezalezhnosti, la piazza dell'Indipendenza ribattezzata «euro-piazza», sgomberata brutalmente dalla polizia 24 ore prima e rioccupata ieri dall'opposizione.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

Che ha intenzione di restarci fino alle dimissioni del governo e all'annuncio d elezioni anticipate di presidente e parlamento: «Yanukovich ha ordinato di picchiare la gente, ha ucciso il nostro sogno europeo», ha dichiarato Yatseniuk dal palco.

Il presidente ucraino non ha ancora reagito, rinchiuso nella sua residenza fuori città. Intorno a lui continuano le defezioni: dopo una serie di deputati e il suo capo dello staff ieri si sono dimessi il capo della polizia di Kiev e l'ufficio stampa di Yanukovich Jr, deputato del partito del padre, mentre diversi generali delle forze armate sono intervenuti sulla «euro-piazza» schierandosi con i manifestanti.

Sui media ucraini si parla dello stato d'emergenza che il presidente potrebbe proclamare oggi, per fermare le manifestazioni e lo sciopero nazionale indetto dall'opposizione. Ma a Kiev serpeggiano voci di familiari degli uomini del presidente caricati in fretta e furia su aerei diretti all'estero, insieme a notizie date per certe di truppe speciali russe inviate in soccorso al governo. Il presidente del parlamento Vladimir Rybak ieri sera ha proposto una tavola rotonda tra presidente e opposizione, assicurando di averne già parlato con Yanukovich.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

2 - ANCHE LE FEMEN ALL'OFFENSIVA TOPLESS E SLOGAN NEL MONASTERO
Da "la Repubblica"

Femen all'offensiva contro il regime dell'Ucraina, paese dove il movimento è nato: nella capitale una giovane attivista ha protestato a seno nudo all'interno del territorio della Pecherska Lavra - l'antico monastero medievale dalle cupole dorate che è uno dei simboli di Kiev - chiedendo la destituzione del presidente Viktor Yanukovich. Travestita da morte, con una corona di fiori in testa, teneva in mano una falce e sul corpo aveva scritto «Morte alla dittatura».

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

Le militanti femministe sono entrate in azione anche a Parigi, dove cinque ragazze sono arrivate di fronte all'ambasciata di Kiev e hanno inscenato una protesta shock. A seno nudo, con una corona di fiori sui capelli e le consuete scritte sul corpo, stavolta rivolte contro Yanukovich, le attiviste del movimento si sono abbassate le mutandine, restando coperte solo da un gonnellino, e hanno urinato su gigantografie del presidente, al grido di «Yanukovich, vattene» e «Ucraina in Europa».

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

La leader del gruppo, Inna Shevchenko, ha spiegato che il senso della manifestazione era di dire all'Europa che l'Ucraina «ha bisogno di aiuto» e di voler denunciare l'influenza negativa del presidente russo Vladimir Putin su Kiev. Definendo il regime ucraino una dittatura, la militante ha denunciato anche le violenze contro i manifestanti e ha aggiunto: «Per il mio paese non è un momento solo difficile, è un momento pericoloso ». Le ragazze se ne sono poi andate senza incidenti.

In un comunicato pubblicato online, l'organizzazione scrive di voler «spingere il popolo ucraino a iniziare una massacro brutale del regime dittatoriale di Yanukovich». Femen «accusa il presidente di violenza morale e fisica contro la sua stessa gente e lo condanna alla morte politica o impeachment». A scatenare l'ira della popolazione delle organizzazioni politiche è stata la decisione di Kiev, che la settimana scorsa ha annunciato di non voler firmare un accordo che mette l'Ucraina sulla via dell'adesione all'Unione europea.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

3 - PUTIN IL PREPOTENTE HA FATTO NASCERE L'ORGOGLIO NAZIONALE: "NON SAREMO MAI UNA BIELORUSSIA"
Anna Zafesova per "la Stampa"


«Ormai non stiamo combattendo per l'Europa, ma per restare Ucraina e non diventare Bielorussia», dice un manifestante alle telecamere che accorrono da tutto il mondo da Kiev. Ma se fino a ieri «restare Ucraina» poteva essere, sia nella Russia che considera ancora gli ex fratelli in Urss dei russi un po' provincialotti, sia nell'Europa che associa il Paese più grande del Vecchio Continente essenzialmente alle badanti, un termine negativo sinonimo di caos e povertà, oggi significa qualcosa di diverso.

La sorprendente rivolta di Kiev ha trasformato la firma di un accordo di associazione con l'Ue, in fondo una procedura burocratica che fa bene al commercio, in una scelta esistenziale. Ora dopo ora, tra scontri in piazza e braccio di ferro politico, una nazione che fino al 1991 non ha mai avuto uno Stato sta scoprendo la sua identità tormentata e frammentata.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

«L'Ucraina non è la Russia», è stato uno degli slogan più diffusi di questi giorni sul Maidan Nezalezhnosti, la piazza dell'Indipendenza dove nove anni fa trionfò la rivoluzione arancione. In Ucraina l'opposizione è presente in parlamento, diversi partiti, in una vita politica convulsa, litigiosa, ma reale. In Ucraina c'è l'alternanza al potere: dal 1991 si sono succeduti quattro presidenti, dall'ex comunista diventato nazionalista Kravchuk al filo-russo Kuchma, all'«americano» Yushenko, tutti variamente in odore di clientelismo e altri pasticci, ma che hanno sempre accettato di andarsene in seguito a un voto popolare. In Ucraina c'è uno spazio mediatico dove si sono rifugiati molti giornalisti russi impossibilitati a lavorare in patria a causa della censura.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

E soprattutto in Ucraina la violenza in politica è stata, fino a 48 ore fa, un tabù. Lo sgombero del Maidan Nezalezhnosti con i manganelli, ordinaria amministrazione a Mosca, ha prodotto uno choc e un'esplosione di rabbia a Kiev, dove ieri sono scesi in piazza non solo gli studenti, ma i loro padri, al grido di «il potere non può picchiare i nostri figli».

È lo stesso Rubicone sul quale si giocò, esattamente nove anni fa, la rivoluzione arancione: la protesta pacifica contro i brogli elettorali, da un certo punto in poi, si poteva interrompere solo con la forza. L'allora presidente Kuchma, per quanto non un campione di liberalismo, di fronte al dilemma - che i suoi vicini orientali risolvono senza esitazione a favore dei manganelli - cedette e ordinò nuove elezioni.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

Ora Yanukovich si trova davanti allo stesso dilemma. Sa che l'Ucraina è divisa tra diverse anime, religioni, lingue, dall'Est «filosovietico» all'Ovest che rimpiange i tempi in cui era sotto gli Asburgo e la Polonia, che ha due passati diversi, che metà del Paese non ha mai sperimentato la servitù della gleba degli zar e ha combattuto i comunisti.

L'Ucraina non è «verticale» come la Russia, e quello che le è sempre stato rimproverato - il caos, l'ingovernabilità, il trasformismo - si sta rivelando paradossalmente la sua forza, una visione «orizzontale» che la rende più vicina all'Europa e più lontana dalla Russia dove il potere non si mette mai in discussione. L'Ucraina non è la Russia, e Yanukovich in queste ore dovrà dimostrare che non è Putin.

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

 

 

PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA PROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINAPROTESTE DI PIAZZA IN UCRAINA

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO

DAGOREPORT - CON UNA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE, L'IMPLOSIONE DELLA LEGA E' L'UNICA SPERANZA PER VEDER CROLLARE IL GOVERNO DUCIONI - LA MELONA SA BENE CHE IL REFERENDUM SULL'AUTONOMIA POTREBBE ESSERE L'INIZIO DELLA SUA FINE. NEL PROBABILISSIMO CASO CHE VENGA BOCCIATA, CHE FARA' SALVINI? E SENZA LEGA, CADE IL GOVERNO... - SOTTO SOTTO, LA "NANA MALEFICA" (COPY CROSETTO) LAVORA AFFINCHE' IL 12 NOVEMBRE LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCI LA LEGGE, O ANCHE SOLTANTO UNA PARTE - SULLA NORMA, NON SOLO L'OPPOSIZIONE MA TUTTA FORZA ITALIA MENA TUTTI I GIORNI SENZA PIETÀ. L'ULTIMA? L'EUROPARLAMENTARE MASSIMILIANO SALINI (PER CONTO DI MARINA BERLUSCONI) HA SENTENZIATO: "È IMPOSSIBILE DA ATTUARE" - CALDEROLI, INTANTO, CONTINUA A GETTARE CARBONE NELLA FORNACE AUTONOMISTA...

PER MAURIZIO MOLINARI L'ADDIO A “REPUBBLICA” NON È STATO UN FULMINE A CIEL SERENO: GRAZIE AL SUO STRETTO RAPPORTO CON JOHN ELKANN, SAPEVA CHE LA SUA DIREZIONE SAREBBE TERMINATA A FINE 2024 - LO SCIOPERO DELLA REDAZIONE IN CONCOMITANZA CON “ITALIAN TECH WEEK” BY EXOR HA ACCELERATO IL CAMBIO DI GUARDIA – LA MANO DI SCANAVINO DIETRO LA NOMINA DI MARIO ORFEO, CARO ALLA VECCHIA GUARDIA DI “REP” MA SOPRATTUTTO ABILISSIMO A GALLEGGIARE IN QUALSIASI TIPO DI TEMPESTE EDITORIALI. NON SOLO: "PONGO" GLI CONSENTE IL DIALOGO CON LA DESTRA: GIANNINI E BONINI SAREBBERO STATI INVECE DI ROTTURA - ORFEO HA CONOSCIUTO ELKANN E SCANAVINO ANDANDO A TUTTE LE PARTITE DELLA JUVE – DI FARE L’EDITORE A ELKANN INTERESSA NIENTE. PUNTA A FAR DIVENTARE EXOR UNA REALTÀ IMPREDITORIALE INTERNAZIONALE,  LONTANA DALL'ERA DEGLI AGNELLI A QUATTRO RUOTE (COME DAGO-DIXIT, PROSSIMAMENTE È ATTESO UN BOMBASTICO ANNUNCIO DI "YAKI" DI RISONANZA MONDIALE PER UN INVESTIMENTO DI EXOR DEFINITO DA ALCUNI "FUTURISTA")