UN’ITALIA SENZA SVILUPPO - IL SUCCESSORE DELLA GUIDI AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO TARDA AD ARRIVARE: RENZI NON VEDE PERSONE “ALL’ALTEZZA” - IN CALO LE QUOTAZIONI DI CHICCO TESTA E DE VINCENTI: IL BULLO TOSCANO HA L’INCUBO DI PRENDERE UN’ALTRA CANTONATA

Le difficoltà nell’individuazione del nuovo Ministro sono il segnale che dietro la rottamazione non c’e nulla. Renzi non riesce a trovare una personalità che garantisca competenze e tenuta dell’equilibrio poltico…

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Francesco Verderami per il”Corriere della Sera

 

federica guidi e gianluca gemelli federica guidi e gianluca gemelli

Quando era al governo, Berlusconi impiegò centocinquantuno giorni per sostituire Scajola con Romani al ministero per lo Sviluppo economico. Impossibile battere quel record. Ma il fatto che a più di un mese dalle dimissioni della Guidi non sia stato ancora scelto un sostituto, evidenzia per Renzi un problema di penuria di classe dirigente.

 

Perché non c' è dubbio che se il premier avesse individuato una soluzione l' avrebbe già indicata al capo dello Stato. E dunque le discussioni sul profilo tecnico o politico nel metro di selezione del candidato, la volontà di mantenere un equilibrio tra generi nel governo, e il conseguente balletto mediatico sul nome della nomina, sono l' effetto non la causa dell' impasse.

 

chicco testa spiaggiato chicco testa spiaggiato

Il garbuglio è un altro, emerge da una battuta pronunciata da Renzi al termine dell' ennesima fumata nera: «Mi serve uno che sia all' altezza». Così il premier ha fatto mostra di essere consapevole del suo problema: quello di non avere personale a sufficienza, soprattutto nel Pd. È una sorta di crisi di vocazione o una mancanza di talenti.

 

DE VINCENTI DE VINCENTI

Di sicuro è un fatto senza precedenti per un partito erede della tradizione comunista, che ha sempre tradizionalmente espresso personalità nel campo delle relazioni industriali e sindacali: perché quello del lavoro - nelle sue varie espressioni - è stato per decenni il core business della sinistra.

 

Da quando la Guidi ha lasciato lo Sviluppo economico, a palazzo Chigi ogni settimana si è chiusa con la promessa di risolvere la pratica per la settimana successiva. Sebbene la settimana scorsa il premier abbia ammesso che «siamo ancora in alto mare», e questa settimana abbia dovuto depennare (quasi) tutti i nomi della lista. Errani, Bellanova, De Micheli, Testa: ogni soluzione ha la sua controindicazione, per ragioni politiche, per lo standing inadeguato, per i rischi di insorgenti conflitto d' interessi...

carlo calenda matteo renzi carlo calenda matteo renzi

 

Renzi si è dovuto convincere che anche De Vincenti, il più accreditato, non poteva essere trasferito. Intanto perché il sottosegretario vuole rimanere alla presidenza del Consiglio, eppoi perché lo stesso premier si è reso conto che - dopo aver già spostato Delrio alle Infrastrutture - trovare per quel ruolo un terzo sostituto dopo due anni di governo non sarebbe opportuno.

 

Né sarebbe possibile richiamare oggi Calenda dalla missione diplomatica, visto che è appena partito per Bruxelles. Proprio questo gioco di incastri, dove girano sempre i soliti nomi, è rivelatore della penuria di classe dirigente. Ed è un segnale preoccupante per chi - inseguendo il blairismo e puntando sul ricambio generazionale - si ritrova sguarnito di uomini e donne con cui dar seguito alla svolta.

 

VASCO ERRANI VASCO ERRANI

È come se dietro la rottamazione non ci fosse (quasi) nulla. Perciò è indicativo il modo in cui, qualche sera fa, Renzi si è rivolto ad alcuni rappresentanti del suo gruppo dirigente. La tensione legata all' offensiva giudiziaria e all' offuscamento d' immagine del Pd era altissima nella stanza, quando il premier si è sfogato: «...E non riusciamo a far passare il messaggio che stiamo facendo le riforme».

 

Il fatto è che nel Pd si avverte un certo scollamento, se è vero che un esponente di lungo corso come il governatore del Lazio, ha deciso di centellinare la partecipazione alla campagna elettorale per le Amministrative. «Mi sono arrivati centinaia di inviti», ha raccontato ad un compagno Zingaretti: «Ma di questi candidati ne conosco pochissimi. E allora ho deciso di andare solo da quelli che puntano alla riconferma. Per sicurezza».

 

Per la sostituzione della Guidi la prossima settimana potrebbe essere quella buona.

O forse bisognerà attendere ancora un' altra settimana, proprio a ridosso dell' assemblea di Confindustria, convocata per fine mese: si noterebbe se si aprisse in assenza del ministro. Dal dicastero lo hanno segnalato.

nicola zingaretti nicola zingaretti

 

Non passa sera senza che arrivino segnalazioni a palazzo Chigi: dall' accumulo di dossier, fino alle «sollecitazioni» del Parlamento, dove giacciono provvedimenti come quello sulla concorrenza, fermo alla commissione Industria del Senato. I centocinquantuno giorni di interim di Berlusconi sono un record che Renzi non potrà mai battere.

 

Ma nei cinque mesi di supplenza, il premier dell' epoca - muovendosi al limite dei conflitti d' interesse - si occupò di quel ministero dove Renzi non mette piede e non mette firme, al punto che anche le strutture tecniche sono ormai scadute, e c' è chi teme che la Corte dei Conti decida di intervenire. Serve chiudere il dossier, serve «uno all' altezza».

 

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