Annalisa Cuzzocrea per ''la Repubblica''
Mentre cerca un posto per vedere la partita dell' Italia a Bruxelles, Ignazio Corrao - parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle - nega che uscire dall' euro (come Grillo propone da anni) significhi anche uscire dall' Europa: «Questa è un' interpretazione, non esiste una norma scritta al riguardo », dice.
«Forse perché nei trattati una possibilità del genere per un Paese membro non è prevista? », gli obiettiamo. Ma niente, il punto - sostiene - è politico: «Se non avessimo creduto all' Unione non ci saremmo candidati al Parlamento europeo, così come non lo abbiamo mai fatto per le Province. La nostra idea è sempre stata quella di cambiare l' Europa da dentro».
Quanto ai tweet di giubilo dell' esponente del direttorio Carlo Sibilia, che alla vittoria della Brexit si congratulava con Nigel Farage, «You made history», «Hai fatto la storia», e a quelli altrettanto felici di un solitamente moderato Danilo Toninelli, per Corrao «è normale che in un grande partito ci siano toni diversi, la nostra posizione è sempre stata questa».
Di certo lo è da quando il candidato premier in pectore Luigi Di Maio ha cominciato il suo tour di accreditamento internazionale.
Pur lodando lo strumento democratico del referendum, infatti, il vicepresidente della Camera - in visita a Londra il 20 aprile scorso aveva detto di non augurarsi un' uscita della Gran Bretagna dall' Unione (nonostante l' alleanza a Strasburgo con Nigel Farage). E aveva spiegato ai pochi cronisti presenti, nel bar di in un albergo a metà strada tra la City e Westminster: «Noi non vogliamo andar via dall' Europa, vogliamo un' Europa più forte. Quella dell' euro è un' altra storia».
Una storia dimenticata in fretta: lo spot su quanto erano belle le mille lire, i banchetti per indire il referendum, le urla contro l' Europa delle banche e della finanza cattiva. Diceva Beppe Grillo in un colloquio con Bloomberg il 10 maggio 2012: «Questo tema (l' uscita dall' euro, ndr), non può più essere un tabù. Con la cara vecchia lira potremmo fare immediatamente una svalutazione del 40-50% delle nostre merci che ci renderebbe immediatamente più competitivi».
Certo poi negava: «Non ho mai detto via dall' euro, ho chiesto un referendum », diceva il 22 settembre 2012 e il 22 febbraio del 2013, in pieno Tsunami Tour. Ma il 23 maggio di quello stesso anno, a Mirandola, ci tornava su: «L' Europa va ripensata. Noi consideriamo di fare un anno di informazione e poi di indire un referendum per dire sì o no all' Euro, sì o no all' Europa».
E ancora, il 18 dicembre 2014, mentre andava a presentare i banchetti per la raccolta firme del referendum - ormai deciso - a Roma, alla sede della stampa estera, dichiarava: «L' Italia deve uscire dell' Euro prima che sia troppo tardi».
«Sosterrei l' Italexit con miliardi di firme - diceva Alessandro Di Battista a Sky lo scorso febbraio l' euro è una prigione e finché non si torna a una sovranità monetaria non si riusciranno a incrementare gli investimenti per uscire dalla crisi». Ma ieri, a Libero, l' esponente del direttorio dichiarava: «Un' Europa dei popoli sarebbe una risorsa preziosa per tutti, questa di oggi non lo è, va cambiata e lo faremo da dentro le istituzioni». Poi spiega - anche lui come Di Maio e compagni - che il referendum che vuole è per uscire dall' euro, non dall' Europa.
luigi di maio alessandro di battista roberto fico
Del resto, il primo a fare giravolte è stato il blog. Il 20 maggio, in un post che spiegava la Brexit, al punto dieci si leggeva: «In Italia non si tiene un referendum sull' Europa dal 1989 e i cittadini dovrebbero poter esprimere la loro opinione». Il 23 giugno il post è pressoché uguale, ma quel punto cambia: «Il Movimento è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla». Poi arrivano il 24 giugno, la vittoria della Brexit di Nigel Farage, e il blog cambia ancora, chiedendo: «Ora la parola ai cittadini».
Quel che è certo, è che l' opinione di chi per i 5 stelle tifa sulla rete è più netta. I commenti, sia sul blog che sulla pagina di Di Maio, chiedono quasi tutti di tornare alla linea originaria e dire addio all' Ue senza indugi.
di battista e di maio in scooter
Scriveva ieri il Financial Times, ragionando sulle intenzioni e la forza del M5S: «Se passasse, il referendum di Grillo sull' euro innescherebbe in poco tempo un completo collasso dell' eurozona». La stessa profezia che Farage ha affidato al Corriere cinque giorni fa: «Io e Grillo distruggeremo la vecchia Unione europea », aveva detto. Nonostante i distinguo di chi gli siede accanto al Parlamento europeo.