Testo dell'intervento di Mario Draghi all'Accademia dei Lincei
mario draghi all accademia dei lincei
A più di un anno dall' esplosione della crisi sanitaria, possiamo finalmente pensare al futuro con maggiore fiducia. Dopo mesi di isolamento e lontananza, abbiamo ripreso gran parte delle nostre interazioni sociali. L' economia e l' istruzione sono ripartite. Dobbiamo però essere realistici.
La pandemia non è finita. Anche quando lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze. Una di queste è il debito, l' argomento della mia lezione di oggi.
La crisi economica iniziata lo scorso anno non ha precedenti nella storia recente. Si è trattato di una recessione causata in gran parte da decisioni prese consapevolmente dai governi.
Per prevenire una diffusione catastrofica del virus abbiamo dovuto imporre restrizioni che hanno portato alla chiusura di molti settori dell' economia. A quel punto, la sola scelta possibile era tra una recessione e una depressione. Il costo della scelta di avere una recessione invece di una depressione è stato il debito.
i cartelli nei negozi del centro di roma che rischiano di chiudere 3
L' unico modo per tenere le aziende sul mercato era dare loro fondi per compensare almeno in parte la perdita di fatturato e aiutarle a preservare i posti di lavoro. Lo abbiamo fatto tramite sussidi e garanzie sui prestiti bancari. Dall' inizio della crisi, abbiamo esteso alle imprese garanzie per 208 miliardi di euro e sostegni per quasi 100 miliardi.
mario draghi all accademia dei lincei
Alla fine di quest' anno, il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in Europa sarà cresciuto di circa 15 punti percentuali rispetto alla fine del 2019. In Italia, secondo le stime della Commissione Europea, il debito pubblico aumenterà dal 135% del Pil, al 160%.
È molto probabile che questa fase di crescita del debito, pubblico e privato, non sia ancora terminata. Dobbiamo fronteggiare l' emergere di nuove e pericolose varianti del virus. Rimaniamo pronti a intervenire con convinzione nel caso ci fosse un aggravarsi della pandemia tale da provocare danni all' economia del Paese.
Superare le carenze strutturali
mario draghi roberto fico maria elisabetta alberti casellati sergio mattarella accademia dei lincei
L' economia italiana ha operato al di sotto del suo potenziale per gran parte degli ultimi dieci anni. C' è dunque molto spazio per utilizzare politiche di bilancio espansive prima di creare pressioni inflazionistiche. Le previsioni attuali della Commissione indicano un aumento del Pil quest' anno in Italia e nell' Ue del 4,2%. Credo che queste stime verranno riviste al rialzo, anche in maniera significativa. La fiducia di consumatori e imprenditori sta tornando. La Bce ha indicato che intende mantenere condizioni finanziarie favorevoli. Con il recedere dell' incertezza, l' effetto espansivo della politica monetaria acquisirà ancora più forza.
Tuttavia, questa ripresa non è sufficiente per riparare i danni causati dalla crisi sanitaria. Dobbiamo raggiungere tassi di crescita più elevati e sostenibili che non nel recente passato, per aiutare non solo chi non aveva un lavoro prima della pandemia, ma anche chi lo ha perso in questi mesi e chi potrebbe perderlo nei prossimi anni. Dobbiamo crescere di più anche per contenere l' aumento del debito.
Tuttavia, non tutte le politiche di bilancio espansive sono uguali. Oggi, dobbiamo puntare in particolare sugli investimenti, che permettono un rilancio della domanda e un miglioramento dell' offerta. Il governo ha già cominciato a farlo, con la presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato dalla Commissione Europea la settimana scorsa. Gli investimenti previsti nel piano servono a superare le carenze nelle infrastrutture - fisiche e digitali - che si sono accumulate negli ultimi decenni.
Allo stesso tempo, dobbiamo superare i molti impedimenti strutturali che ci impediscono di realizzare il nostro pieno potenziale e rilanciare la produttività. Aumentare la produttività si traduce nell' attuare il nostro programma di riforme. Abbiamo già approvato importanti semplificazioni amministrative. Iniziato la riforma della pubblica amministrazione e delle assunzioni nel settore pubblico. Riformato il Ministero dell' Ambiente, attribuendogli nuovi e importanti poteri e trasformandolo nel Ministero della Transizione Ecologica. Costruito il Ministero dell' Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale. I prossimi passi sono la riforma della giustizia civile, della concorrenza e degli appalti.
Intendiamo contribuire a ricreare un clima di fiducia tra Stato e imprenditori, perché i privati scelgano di investire in Italia più di quanto abbiano fatto negli ultimi anni. Infine, dobbiamo migliorare la partecipazione al mercato del lavoro di giovani e donne. Perché se è vero che non si può avere coesione sociale senza crescita, è anche vero che non si può avere crescita senza coesione sociale.
Oggi è quindi giusto indebitarsi, ma questo non è sempre vero. Questo mi porta a una distinzione a cui avevo accennato qualche mese fa, tra quello che chiamo "debito buono" e quello che chiamo "debito cattivo". Ciò che rende il debito buono, o cattivo, è l' uso che si fa delle risorse impiegate.
ursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 5
Prosperità sostenibile
Il debito può rafforzarci, se ci permette di migliorare il benessere del nostro Paese, come è avvenuto durante la pandemia. Ci può rendere più fragili se, come troppo spesso è accaduto in passato, le risorse vengono sprecate. Il debito può unirci, se ci aiuta a raggiungere il nostro obiettivo di prosperità sostenibile, nel nostro Paese e in Europa. Ma il debito ci può anche dividere, se solleva lo spettro dell' azzardo morale e dei trasferimenti di bilancio, come ha fatto dopo la crisi finanziaria.
Si pensi, ad esempio, al debito comune che finanzia il Next Generation Eu. Il nostro Paese è il principale beneficiario di questo programma e ha dunque un' enorme responsabilità per la sua riuscita. Se sapremo utilizzare queste risorse in maniera produttiva e con onestà non aiuteremo soltanto l' economia italiana. Rafforzeremo anche la fiducia all' interno dell' Unione Europea, contribuendo in maniera decisiva al processo di integrazione.
mario draghi all accademia dei lincei 1
Occorre però sollevare lo sguardo dall' orizzonte della macroeconomia per riflettere sulla profonda trasformazione che le nostre società si apprestano ad affrontare. La transizione energetica, la consapevolezza dell' importanza della ricerca e il percorso che porterà le generazioni future verso gli obiettivi del 2030 e del 2050 attribuiscono allo Stato un ruolo attivo che è cruciale. Non solo nella costruzione di infrastrutture chiave nella ricerca e nello sviluppo. Ma soprattutto nel catalizzare gli investimenti privati nelle aree di priorità. Dando fiducia. Semplificando le procedure.
Aiutando le imprese a gestire il rischio in aree nuove. Disegnando politiche di decarbonizzazione trasparenti e condivise tra Paesi. Per l' Italia, questo è un momento favorevole. Le certezze fornite dall' Europa e dalle scelte del governo, la capacità di superare alcune di quelle che erano considerate barriere identitarie, l' abbondanza di mezzi finanziari pubblici e privati sono circostanze eccezionali per le imprese e le famiglie che investiranno capitali e risparmi in tecnologia, formazione, modernizzazione.
ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1
Ma è anche il momento favorevole per coniugare efficienza con equità, crescita con sostenibilità, tecnologia con occupazione. È un momento in cui torna a prevalere il gusto del futuro. Viviamolo appieno, con determinazione e con solidarietà.