Estratto dell'articolo di Viviana Mazza per corriere.it
Colpevole. È il verdetto unanime raggiunto questa sera in tempi brevissimi (circa due ore e mezzo) da una giuria di Manhattan, formata da tre donne e sei uomini, nel processo civile di E. Jean Carroll contro Donald Trump. Il tycoon, che ambisce a tornare alla Casa Bianca nel 2024, dovrà pagare 5 milioni di dollari all’ex giornalista che lo ha accusato di averla stuprata nel 1996 in un camerino dei grandi magazzini Bergdorf Goodman di Manhattan. Si tratta di circa due milioni di dollari per abusi sessuali e tre milioni per diffamazione, per aver definito sulla piattaforma social «Truth» il caso «un totale imbroglio», «una truffa e una bugia».
La giuria non lo ha condannato per stupro, ritenendo di non aver visto la «preponderanza di prove» necessaria per farlo. Il giudice Lewis A. Kaplan ha detto che perché la giuria stabilisse che Trump aveva stuprato Carroll, si doveva dimostrare che c’era stato un rapporto sessuale senza il suo consenso che includa «la penetrazione».
La donna di 79 anni è uscita sorridente e vittoriosa dal tribunale di Manhattan, stringendo la mano alla sua avvocata Roberta Kaplan, ma ha evitato di rilasciare dichiarazioni. Dalla folla si è levata una voce femminile: «Sei così bella e coraggiosa!». Carroll ha ringraziato. Trump ha risposto sulla sua piattaforma social ribadendo di non «avere idea di chi sia questa donna» e definendo il verdetto una «continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi».
La sua campagna elettorale, nell’annunciare che farà ricorso in appello, ha dichiarato che «il sistema giudiziario è compromesso dalla politica dell’estrema sinistra» che consente ad «accuse totalmente inventate di individui disturbati di interferire con le nostre elezioni».
Il caso è stato visto come un test dell’era post-MeToo. Il processo civile è stato possibile grazie ad una legge dello stato di New York, approvata nel 2022 dalla governatrice democratica Kathy Hochul, che ha consentito di farsi avanti per casi di abusi sessuali caduti in prescrizione. Carroll ha detto di essere stata ispirata a parlare dal movimento MeToo e dal processo contro Harvey Weinstein. E Trump a sua volta è stato visto da molte donne come un simbolo dell’impunità degli uomini potenti che commettono abusi sessuali. Anche il tycoon però si è presentato come icona: degli uomini accusati ingiustamente.
L’avvocato difensore Joe Tacopina, che all’uscita dal tribunale ha stretto la mano di Carroll e dei suoi legali, non è riuscito a distruggere la credibilità della giornalista, rafforzata soprattutto da quattro testimonianze — due amiche alle quali confidò subito la violenza e altre due donne, Jessica Leeds e Natasha Storynoff, che hanno evidenziato un «modus operandi» del tycoon raccontando di aver subito molestie da parte sua rispettivamente negli anni 70 e nel 2005.
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TRUMP: QUAL È LA DIFFERENZA FRA ABUSO SESSUALE E STUPRO PER LA LEGGE DI NEW YORK
Estratto da repubblica.it
donald trump con ivana, e jean carroll e il marito
La giuria nella causa civile di "E". Jean Carroll contro Donald Trump è stata istruita sul fatto che una persona è responsabile di abuso sessuale quando sottopone un'altra persona a contatti sessuali senza il suo consenso.
Secondo la legge di New York, spiega il sito della Cnn, per "contatto sessuale" si intende "qualsiasi contatto con le parti sessuali o altre parti intime di una persona allo scopo di gratificare il desiderio sessuale di una delle parti".
la testimonianza di e jean carroll
Secondo la legge dello Stato, una persona è responsabile di stupro quando costringe un rapporto sessuale con un'altra persona senza il suo consenso. Ai fini di questa legge, per "rapporto sessuale" si intende "qualsiasi penetrazione, per quanto lieve, del pene nell'apertura vaginale".
Sia l'abuso sessuale che lo stupro sono reati sessuali a New York. La giuria non ha ritenuto che Carroll avesse provato lo stupro, ma ha ritenuto che Trump avesse commesso un abuso sessuale (...)
e jean carroll e jean carroll in tribunale trump joe tacopina TRUMP E. JEAN CARROLL