Fabrizio Roncone per il “Corriere della sera”
Centrosinistra, premesse di un altro pasticcio.
Per capirci: a metà pomeriggio, telefonano due dal Nazareno (non due qualsiasi, ma due pezzi piuttosto importanti).
Vanno giù espliciti.
«Ha parlato con Oliverio? In via informale, possiamo sapere cosa le ha detto?».
Ansia.
Sensazione di pericolo imminente.
Nervosismo (i due non hanno provato nemmeno a dissimulare).
Comunque: Mario Oliverio, il governatore della Regione Calabria che il Pd non vuole ricandidare alle prossime elezioni regionali, sta come un Rottweiler preso a schiaffi sul muso.
Sentiremo cosa dice. Intanto, per dare al lettore un po' di scena, ecco una sintesi della durissima nota ufficiale di sabato pomeriggio, firmata da Nicola Oddati, della segreteria nazionale. «Oliverio non unisce il partito, non garantisce la possibilità di formare una coalizione competitiva, non garantisce rinnovamento" (hanno avuto il tatto di non ricordargli le due inchieste giudiziarie in cui è coinvolto e l' arresto, ad agosto, di Sebi Romeo, l' ex capogruppo piddino in regione a lui molto vicino: che costrinsero il partito a spedire in Calabria, come commissario, Stefano Graziano).
Oliverio, nel suo ufficio, s' è fatto leggere la nota due volte.
Poi l' ha letta lui. Lentamente.
Un testimone racconta: aveva il viso tutto rosso. È rimasto in silenzio qualche secondo. Ad un certo punto, l' hanno sentito che diceva più a se stesso, che ai presenti: «Questi, a Roma, non hanno capito con chi hanno a che fare».
In effetti.
Quest' uomo di 66 anni soprannominato «Palla Palla» - che poi è il nome di una contrada di San Giovanni in Fiore, il paese dei nonni - è un personaggione. Che cresce nel vecchio Pci. Quel partito che, negli anni Settanta, guidando il superamento delle lotte contadine calabresi, scende dalla Sila e, arrivato a Cosenza, crocevia di commerci e terziario, sogno di una concreta urbanizzazione, si accorge di un giovane dirigente: appunto, Palla Palla.
Il ragazzo - determinato, empatico, appassionato - va portato a Roma, nella scuola politica delle Frattocchie. E' l' inizio di una carriera importante: nel 1980, appena ventisettenne, è eletto consigliere regionale.
Sei anni dopo, diventa assessore all' Agricoltura della prima giunta di sinistra presieduta da Francesco Principe. Nel 1990 viene eletto sindaco del suo paese di origine, San Giovanni in Fiore. Poi: deputato per quattro legislature consecutive (dal 1992 al 2006) e, per dieci anni filati, presidente della Provincia di Cosenza.
Al Nazareno ora dicono: grazie, può bastare.
Un po' perché, secondo alcuni sondaggi arrivati sulla scrivania di Nicola Zingaretti, il centrosinistra con Oliverio candidato governatore viene dato intorno al 10% (il Pd, alle ultime Europee, era al 18%).
Un po' perché il progetto, per adesso sullo sfondo, complicato ma non impossibile, sarebbe questo: lasciare urlare ancora per qualche settimana Luigi Di Maio - «Mai più accordi locali con il Pd!», frase cult del post voto in Umbria - e poi portarlo, dolcemente, su un nome condiviso della società civile: tipo Filippo Callipo, imprenditore specializzato nel commercio del tonno (vedremo come reagirà a questo piano Di Maio: intanto, ha già stoppato la candidatura della deputata grillina Dalila Nesci).
In Calabria, ha scritto Carlo Macrì sul Corriere , si respira però un' aria un po' diversa.
Pezzi importanti del Pd sarebbero infatti ancora fedeli ad Oliverio. Che, ovviamente, non molla.
( «Vuol sapere se sono pronto a candidarmi da solo?
Guardi: io mi affido alla ragione. Spero lo facciano anche a Roma. Perché senza la ragione, si determinano sfaceli. Vogliono farmi fuori? Io dico: facciamo le primarie, e poi vediamo».
Non vogliono farla fuori: l' hanno già fatta fuori.
«Ripeto: con un percorso condiviso, si eviterebbero disastri. E poi no, non ho capito: in base a cosa mi avrebbero fatto fuori?».
Dicono che la sua popolarità ormai è consumata.
«Chi lo stabilisce se sono popolare? Zingaretti?».
Hanno dei sondaggi.
«A me, non risultano sondaggi».
Dicono pure: è un volto della vecchia politica.
«Bene. Allora propongano un volto nuovo, primarie, e vediamo se sono così vecchio».
Senta, stiamo girando intorno al vero problema.
mario oliverio sergio mattarella
«E quale sarebbe?».
Quello giudiziario.
«Non la seguo».
La deputata del Pd, Enza Bruno Bossio, a lei vicina, e a sua volta indagata, ha detto: «Gratteri ha ordinato a Zingaretti di non ricandidare Oliverio».
«Beh, in effetti c' è questa voce... che qui circola da un po'... del resto, sarebbe gravissimo se Zingaretti prendesse ordini da una procura, non trova?».
Poi ci salutiamo: lei è pronto a candidarsi da solo, sì o no?
«Io, tra qualche ora, a Lamezia Terme, riunisco i miei.
Una specie di Leopolda calabrese, diciamo così» ).
Ecco, a proposito: qualcuno giura che Oliverio starebbe pensando di unirsi a Italia viva di Matteo Renzi.
I due del Nazareno, che hanno chiamato poco fa (sprezzanti): «Ah, beh... Matteuccio tanto è capace di imbarcare chiunque» .
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