Estratto dell’articolo di Mirko Molteni per “Libero quotidiano”
La guerra russo-ucraina e la generale tensione fra l’Occidente e una Russia che si sta espandendo anche in Africa stanno creando una situazione sempre più
pericolosa. […] Ce lo spiega molto chiaramente Sergio Romano, ambasciatore italiano presso la Nato dal 1983 al 1985 e a Mosca, ancora ai tempi dell’Unione Sovietica, dal 1985 al 1989. […]
Ambasciatore, a Est c'è la guerra russo-ucraina, a Sud i mercenari russi allargano l'influenza del Cremlino in Africa. È un grande arco che cinge l'Europa?
«Cominciamo dall'Africa. La Wagner è nata come istituzione privata, ma è poi divenuta uno degli strumenti principali della politica dello stato russo. […] questi mercenari consentono ai russi di sfruttare le risorse africane, come le miniere d'oro sudanesi, attuando quella che di fatto è una nuova forma di colonialismo […] è curioso che il Cremlino si affidi a una compagnia di mercenari, in sostanza un'azienda privata, che ai tempi del comunismo sovietico sarebbe stata considerata peccaminosa, nel vero senso della parola».
La guerra dura da oltre un anno. Com’è stato possibile il prolungarsi del conflitto senza nessuna credibile prospettiva di negoziati?
«La guerra in Ucraina è ben più ampia di quanto si creda. […] È difficilissimo pensare a una soluzione diplomatica se pensiamo che sono in gioco interessi di terze parti, come gli Stati Uniti. Ma ciò che davvero rende, a mio parere, impossibile una soluzione negoziale è il fatto che il conflitto è un vero duello tra due persone, ovvero il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymir Zelensky. […] combattono, certamente anche per i loro paesi, ma anche per sé stessi. […] E chi dei due sarà sconfitto, Putin o Zelensky, perderà la faccia e […] perderà il potere […]».
Cosa ne pensa del recentissimo attacco di droni sul Cremlino, che i russi attribuiscono agli ucraini, ma che questi negano?
«[…] una volta di più la scienza dimostra di guidare lo sviluppo delle rivoluzioni militari con armi sempre nuove. […] il fatto che non abbiano piloti a bordo, che possano essere catturati in caso di abbattimento e interrogati, consente a chi usa i droni di poter negare, […] di averli impiegati per una qualche azione d'attacco. Sono un’arma segreta perfetta».
Subire attacchi nel cuore del territorio russo porterà Mosca a un’escalation con la scusa che la guerra diventa assoluta e di natura esistenziale per la Russia?
«Per la propaganda russa questa guerra è in realtà fin dall'inizio considerata esistenziale. E perciò […] non vedo possibilità di compromesso. Oserei dire che questa è una guerra di tipo medievale, proprio per la contrapposizione personalistica fra i due presidenti, a cui accennavo prima, come fossero monarchi medievali. […] si continuerà a oltranza finchè uno di due presidenti, Putin o Zelensky, accetterà la sconfitta […]». […]
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