Testo di Irena Grudzinska Gross pubblicato da il Corriere della Sera
«Putin è certamente convinto che l'Occidente sia oggi più debole che mai. Ma il suo comportamento deriva anche dalla sua paranoia antiamericana. Putin pensa che qualsiasi cosa facciano gli americani sia contro la Russia. Credo che Biden non si sia fatto troppe illusioni sulla Russia di Putin. Intende essere realista e non vuole la guerra, ma rifiuta la politica della pacificazione e della ritirata».
Così Adam Michnik, direttore del quotidiano polacco Gazeta Wyborcza e leader di Solidarnosc nel 1989: partecipò alla tavola rotonda che pose fine al governo comunista in Polonia. Che obiettivi ha Putin?
«Ha mirato a qualcosa quando ha iniziato ad ammassare le truppe, ma si è imbattuto in qualcos'altro. Forse ha calcolato che l'Occidente e Biden fossero nei guai, e che quello fosse il momento di entrare in gioco. Non si aspettava una risposta decisa dall'Occidente. Non vuole uno scontro militare totale, ma come ci ricordano le persone sagge, nessuno voleva nemmeno la Prima guerra mondiale».
Crede che il pericolo sia immediato?
«Penso che Putin non attaccherà apertamente ma applicherà tattiche russo/sovietiche profondamente radicate. Si tratterrà durante la mobilitazione dell'opinione pubblica in Occidente e attenderà che il mondo intero tiri un sospiro di sollievo per aver evitato il conflitto. Ricordiamoci che questo è ciò che è accaduto nel 1968 in Cecoslovacchia. L'invasione sovietica di agosto avvenne tre settimane dopo l'incontro durante il quale Dubcek e Breznev si erano abbracciati. Sembrava che la crisi fosse stata scongiurata».
Come valuta l'approccio dell'Europa verso la Russia?
«L'Europa si comporta in modo ragionevole, forse non troppo eroicamente. Certo, i tedeschi sono i più cauti, ma è comprensibile. Uno Stato che ha un peso storico come l'era nazista di Hitler deve essere prudente. Non me la sento di criticare la Germania. Una volta un leader politico tedesco mi chiese: "Adam, dimmi la verità, cosa ti allarmerebbe di più, una Germania troppo pacifista o troppo militarista?". Non ho risposto».
La posizione dell'estrema destra europea sembra essere pro Putin.
«Forse è un'alleanza occasionale, ma non c'è dubbio che sia Vox che il Front National di Le Pen siano coinvolti in alcuni prestiti finanziari del Cremlino. Ma sarebbero antieuropeisti anche senza i soldi russi. Il progetto europeo, con tutte le sue colpe, la corruzione e la debolezza, è un progetto liberale, che rispetta la democrazia e la libertà individuale. Non vogliono un progetto del genere. Ci sono persone in Europa e negli Usa a cui non piace la democrazia. Lo si è visto negli slogan che hanno accompagnato la rivolta dei sostenitori di Trump a Capitol Hill il 6 gennaio 2021. Una società che ha vissuto a lungo sotto un regime democratico diventa suscettibile alla fatica della democrazia: la convinzione che la democrazia sia edonistica, non esprima valori più elevati.
Un tale sentimento funziona come un gas nocivo. Le persone perdono la ragione. Alcuni si convincono che lo scopo della loro vita è morire per la patria, per la fede e così via». Ha detto che Putin rinvierà l'invasione. «In Russia, di fatto, tutto dipende da un uomo. Quando dico "tutto", penso alle decisioni. Stalin, almeno formalmente, era limitato dal politburo. Putin è onnipotente, un monarca assoluto, un Cesare. Ma sono convinto che dopo 22 anni al potere Putin, qualunque fosse il potenziale della sua leadership ora si è esaurito. E poiché non esiste un meccanismo per un cambiamento pacifico al Cremlino, non resta che il cupo slancio del continuo decadimento.
È come una bicicletta, che deve andare avanti per rimanere in piedi. Bisogna vedere quando si fermerà e in che modo cadrà. Qualcosa deve succedere, perché Putin vuole restare in piedi. Quindi, sceglierà quelle che i russi chiamano "piccole guerre vittoriose". Può essere Kharkiv, Odessa, Moldavia, Kazakistan, proprio come è stato con la Crimea. È un po' quello che succede con gli stupefacenti: euforia, seguita dal desiderio di un'altra dose».
Pensa che ci sia una spinta interna russa verso l'attacco?
«Il regime è preoccupato, incerto, non sa cosa potrà succedere. Si potrà andare avanti così per qualche tempo; è una stabilità in decadimento. Ricordiamoci com' era andata con Breznev. Anche allora tutti sapevano che l'uomo in carica era una mummia ambulante, eppure lo tennero fino alla fine perché il sistema sovietico non aveva un meccanismo affidabile per portare il cambiamento. Per questo è impossibile prevedere cosa accadrà con Putin e la Russia. Ma qualcosa accadrà».
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