1. AGLI ARRESTI LADY SOUMAHORO: TUTTE LE SPESE COI SOLDI NOSTRI
Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”
L’Italia dei buoni, dopo il caso del sindaco Mimmo Lucano, subisce un altro uppercut dal Tribunale di Latina, dove il gip Giuseppe Molfese ha liquidato il sistema d’accoglienza garantito dalla coop Karibu presieduta dalla ruandese Marie Terese Mukamitsindo, suocera del deputato con gli stivali Aboubakar Soumahoro e per anni icona della sinistra con sette parole: «Una struttura delinquenziale organizzata a livello familiare».
Non sono mancate le stilettate per la figlia Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro, la quale, per il giudice «si è affiancata e ha sostituito la madre nei principali atti gestionali, risultando tutt’altro che una semplice segretaria amministrativa».
Le due donne sono accusate di aver utilizzato milioni di euro destinati all’accoglienza per vivere nel lusso, mentre i migranti a loro affidati erano tenuti in condizioni miserabili. Molti soldi sono stati dirottati all’estero, per esempio in Belgio, in Portogallo, in Ruanda, nazione d’origine della famiglia. Uno sperpero […] che ha portato le due donne agli arresti domiciliari con l’accusa di frode in pubbliche forniture, bancarotta per distrazione e autoriciclaggio. […]
Il gip denuncia «un sistema collaudato che è risultato esclusivamente proteso ad eludere gli obblighi pubblicistici […], dotato di schermi societari fittizi riconducibili allo stesso management della Karibu (Jambo Africa e Consorzio Aid), nonché connotato da evidenti caratteri di transnazionalità, tutti unicamente finalizzati a distrarre i fondi pubblici, in buona parte reinvestiti all'estero».
aboubakar soumahoro e la moglie
Con l’effetto di «porre i soggetti ospitati, già in condizione di particolare vulnerabilità poiché migranti richiedenti protezione internazionale, in stato di accoglienza gravemente lesivo della loro stessa dignità». Inoltre, gli indagati non avrebbero esitato a disfarsi della documentazione anche contabile della cooperativa Karibu.
Le indagini hanno riscontrato moltissime criticità nelle strutture gestite dagli affini di Soumahoro: ospiti in sovrannumero, alloggi fatiscenti (con umidità e muffa) e arredamento inadeguato, condizioni igieniche carenti, a partire dai bagni e dalla carenza di prodotti per la pulizia personale, mancanza di derattizzazione e «deblattizzazione», riscaldamenti accesi nelle sole ore notturne o del tutto assenti, carenze nell’erogazione dell’acqua calda e nella conservazione della carne, insufficienza e scarsa qualità del cibo, mancata consegna, all’ingresso nella struttura, del kit vestiario, della scheda telefonica di 15 euro.
Tutte mancanze rilevate dai controlli ispettivi, ma anche dalle testimonianze di alcuni ex responsabili. Per esempio un capo struttura ha riferito che sin dall'agosto 2018 «la situazione alloggiativa degli ospiti era molto precaria», ha ricordato che […] «la situazione igienico-sanitaria degli ospiti era anch’essa precaria in quanto la struttura decisamente sovraffollata» e che questo «sovraffollamento causava sporcizia e battibecchi fra i beneficiari».
Nel mirino degli inquirenti sono finiti bonifici per 473.000 euro inviati all’estero e l’utilizzo allegro (in ristoranti, hotel e negozi di lusso) di carte di credito e prepagate per quasi 370.000 euro dal 2017 al 2021. Talvolta le carte erano intestate a dei dipendenti, ma i reali utilizzatori erano «i principali indagati».
la moglie di soumahoro non è l'arena
Le ricariche erano effettuate «con causali relative a “progetti”», ma poi le spese effettuate erano voluttuarie. Il gip evidenzia anche il ruolo centrale della Murekatete, la quale, come risulta dalle mail, nel periodo sotto osservazione, «esercita poteri gestori sui dipendenti, autorizza pagamenti […] condiziona e determina in base ai suoi impegni le riunioni del Consiglio di amministrazione della cooperativa».
Ma soprattutto «organizza per lei (e chiede la prenotazione dei relativi biglietti) incontri istituzionali finalizzati a trovare nuovi sbocchi lavorativi per la cooperativa». Quali riunioni? Nell’ordinanza si fa riferimento a una in particolare: con il sindaco Giuseppe Sala (che, però, nega l’episodio) e il deputato europeo Pierfrancesco Majorino (all’epoca assessore alle Politiche sociali), entrambi esponenti del Pd.
[…] Il giudice, per le somme distratte alla Karibu, ha ordinato un sequestro preventivo diretto (quindi solo di denaro) di 1,9 milioni di euro da ricercare nelle casse della stessa cooperativa fallita e in subordine sui conti degli indagati, ma con tetti diversi. Alla Mukamitsindo potrà essere prelevato l’intero importo, a Liliane e al fratello Michel circa 1 milione di euro, a Richard 660.000 euro.
Per quanto riguarda l’accusa di autoriciclaggio (relativa ai soldi inviati all’estero) il gip ha disposto un sequestro per equivalente (che può essere soddisfatto anche con beni come auto e appartamenti) da 740.000 euro per la suocera di Soumahoro e il figlio Richard e nei limiti di 285.000 euro per Liliane e Michel. Confische che, però, non dovranno eccedere i circa 2 milioni di cui sopra. Dall’ordinanza emerge, seppur appena accennata, anche un’altra vicenda interessante.
Marie Therese Mukamitsindo Alessandro Majorino
A proposito delle esigenze cautelari per la Mukamitsindo si legge: «Continua a rivestire cariche sociali all’interno di soggetti giuridici con finalità non diverse da quelle della Karibu.
È presidente del consiglio di amministrazione della Edelweiss con sede in Nola, avente quale “codice principale” quello di “altre attività di assistenza residenziale” e presidente del consiglio di amministrazione della Karibuni Asbl (associazione no profit di diritto belga)».
Ed ecco la notizia. In Belgio la suocera di Soumahoro ha fondato nel 2019 la Karibuni, associazione senza fine di lucro, che, da statuto, «si ispira al lavoro» che la Karibu italiana svolge da «diversi anni» [...]
Su Facebook si trova ancora una foto della Mukamitsindo con l’europarlamentare Majorino (sempre lui) a Bruxelles dopo «una fruttuosa riunione sul sistema d’accoglienza». Un incontro che, magari, era propedeutico alla nascita della «cugina» belga della Karibu. [….]
2. BORSE, GIOIELLI, SPA: LE SPESE PAZZE ALLA BASE DELL’ACCUSA DI BANCAROTTA
Estratto dell’articolo di Fabio Amendolara e Paolo Gianlorenzo per “La Verità”
TUTTE LE SPESE DI LILIANE MUREKATETE
Gioielli, scarpe, occhiali, pelletteria di lusso, abbigliamento delle grandi firme, borse, makeup, trattamenti estetici e pernottamenti in hotel a tariffe da capogiro. Ogni spesa dei familiari di Aboubakar Soumahoro tra il 2017 e il 2022 è stata scandagliata e analizzata dagli investigatori della Guardia di finanza ed è riportata nell’ordinanza di custodia cautelare per la moglie del deputato con gli stivali, Liliane Murekatete, per la suocera Marie Therese Mukamitsindo, finite agli arresti domiciliari, e per il cognato Michel Rukundo, per il quale il gip del Tribunale di Latina ha disposto l’obbligo di dimora.
[…] Gli inquirenti hanno scoperto che le carte di credito e prepagate intestate alla coop di famiglia, la Karibu, sarebbero state «adoperate per finalità private»: ristoranti, gioiellerie, centri estetici, abbigliamento, negozi di cosmetica. Il famoso «diritto all’eleganza» accampato da Aboubakar per la moglie. Gli importi dello shopping sono stati così quantificati dagli investigatori: 93.976,99 euro nel 2017; 208.394,92 euro nel 2018; 49.946,48 euro nel 2019; 13.803,40 euro nel 2020; e 2.177,16 euro nel 2021. Per un totale complessivo di 368.398,95 euro.
Liliane Murekatete con la madre, Marie Therese Mukamitsindo
[…] Il vortice di spese creato dagli indagati impegna i tre quarti delle pagine dell’ordinanza. La carta di Murekatete, in particolare, sembra aver fatto dei giri stratosferici. Ma non è detto che fosse lei l’unica utilizzatrice. Il 30 maggio 2018, per esempio, striscia 320 euro da Topkapi, una pelletteria dei grandi marchi (Guess, Armani e Calvin Klein) di Latina. Il 2 dicembre 2018 è da Salvatore Ferragamo a Roma. La spesa è da 1.990 euro. Da Gucci ad Amsterdam il 24 aprile 2017 il pagamento è da 323 euro. Il marchio di abbigliamento Elena Mirò doveva essere un must per chi maneggiava la carta dei signori dell’accoglienza pontina: il 12 aprile 2019 il Pos segna 475,60 euro, mentre il 28 giugno successivo altri 534,40. Shopping anche da Cannella. Sono tre gli acquisti nel 2018, per 1.250, 423 e 932,80 euro. Mentre il 20 maggio 2018 risulta una spesa da Tommy Hilfiger Roma per 169 euro. E il 24 dicembre 2018 da Hugo Boss di Castelromano per 110 euro.
Non mancano i cosmetici: da Kiko vengono effettuati tre acquisti tra il 2017 e il 2018: 128,17, 31,20 e 35,80 euro.
Mentre da Sephora l’importo è da 138,77 euro. Spese tracciate anche per estetica e solarium: il 14 aprile 2018 da Nails & the city a Latina per 170 euro; il 28 luglio 2019 da Madame Bovary ad Assisi per 150 euro; il 5 aprile 2019 all’Aesthetics time center di Angri (Salerno) per 50 euro; il 28 aprile 2019 al Tempio di Venere di Roma per 109 euro.
Anche nei negozi di borse la carta di Murekatete sarebbe passata spesso nel Pos. Il negozio più gettonato (ben cinque acquisti) è Prima classe Alviero Martini. Tra il 2017 e il 2019 vengono spesi: 188, 280, 736, 270 e 260 euro. Da Bimba e Lola a Lisbona risulta un acquisto da 82 euro il 30 giugno 2019. E ci sono anche gli accessori. Da Sermoneta Gloves a Fiumicino (guanti di alta moda) il 4 gennaio 2019 vengono spesi 125 euro. Da Tiffany a Fondi il 15 maggio 2018 la spesa è da 90 euro. Da Occhialissimi nel 2019 dalla carta partono 198 euro. E per uno Swatch a Fiumicino 49,50 euro nel 2019.
PAPA FRANCESCO - LILIANE MUREKATETE - ABOUBAKAR SOUMAHORO
Grandi marchi anche per le calzature: da Scarpamania a Latina il costo sostenuto è di 186,98 euro, da Ferrandi a Brescia di 260, da Melluso di 103. Compere anche nei negozi di lingerie: da Intimissimi a Latina 700 euro nel 2018, da Udiz a Namur (Belgio) 34,90 nel 2017. Sono diverse pure le gioiellerie visitate, per una spesa complessiva da 2.230 euro tra il 2018 e il 2019.
E c’è una strisciata anche nel Pos di Swarovsky Australia per 401,44 euro. Anche questa spesa è del 2019. Per i profumi i soldi della coop sarebbero stati investiti da Beauty parfums il 6 giugno 2019: la spesa è da 298,90 euro. All’Ikea di Zaventem (Belgio) un acquisto del 2018 è notevole: 1.736,76 euro.
[…] Di certo quanto a pranzi e cene gli indagati non sembrano essersi fatti mancare nulla. I conti più alti li hanno pagati al Monaco Coffee di Kigali (Rwanda), dove la cucina europea s’incontra con quella africana. E dove sono stati spesi ben 1.139 euro in una occasione e 762 in una seconda. Ammonta a 500 euro, invece, il conto del ristorante Porticciolo di Fiumicino e a 400 euro quello dell’Enoteca dell’orologio di Latina.
All’estero gli indagati avrebbero infine soggiornato in hotel esclusivi e con ogni tipo di servizi. Spiccano il Serena hotel di Rubavu (Rwanda) con una enorme piscina per 2.140 euro nel 2017, il lussuoso Pentahotel di Bruxelles, a soli cinque minuti dall’elegante Avenue Louise, nel quale sono stati spesi 1.173 euro nel 2018, il Villa in the sky, sempre a Bruxelles, per 805 euro, e il famoso Hotel L’Adresse di Parigi, attaccato a Champs Elysées per 933 euro nel 2019. Uno dei pernottamenti, infine, appare coincidere con le attività di Soumahoro ai tempi in cui battagliava per i braccianti foggiani. Mentre Aboubakar probabilmente arringava nei campi, la carta della coop il 14 dicembre 2018 è stata infilata nel pos dell’Up Museum hotel di Foggia. La spesa: 240 euro.
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