Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “La Stampa”
Nel mezzo dello scontro sui balneari, qualcuno del governo aveva messo in giro la seguente voce: attenti, perché il presidente della Repubblica sarebbe pronto a bocciare l'emendamento che rinvia di un anno le gare per le concessioni. Forse il tam tam era solo un tentativo di indurre Forza Italia e Lega a fare marcia indietro, chissà. In ogni caso lo spauracchio del Quirinale non è bastato a piegare i due partiti.
sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione 1
L'emendamento al decreto Milleproroghe è stato approvato mercoledì a Palazzo Madama; se ne riparlerà a Montecitorio la settimana prossima. Resta però la domanda: davvero Sergio Mattarella nutre dubbi sulla proroga ai balneari? E le sue obiezioni sarebbero tali da impedirgli di promulgare l'intero Milleproroghe, una volta approvato dal Parlamento?
Fonti bene informate escludono che il presidente abbia espresso opinioni al riguardo. Quando un provvedimento è al vaglio delle Camere, viene fatto osservare, il capo dello Stato si guarda bene dall'esercitare pressioni, figurarsi su un tema che divide la stessa maggioranza. Quindi nessun altolà e zero telefonate a Giorgia Meloni o al presidente del Senato, Ignazio La Russa.
SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI
Dopodiché è a tutti evidente che la sbandata pro-balneari fa a pugni con le direttive Ue in materia di concorrenza e coi relativi impegni assunti dall'Italia. Perciò non ci si deve sorprendere se i consiglieri del Colle mettono il rinvio delle gare sotto la loro lente d'ingrandimento e ne valutano i possibili contraccolpi, alla luce delle trattative in corso tra Roma e Bruxelles. Nei contatti informali tra i vari palazzi è normale che vengano a galla le perplessità. Quanto alla possibilità che Mattarella si metta di traverso, l'ipotesi è molto improbabile. […]
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