“LA VITTORIA DI BIDEN? FOSSI NEGLI EUROPEI EVITEREI FACILI ENTUSIASMI” - FRANCIS FUKUYAMA SVEGLIA GLI ALLOCCHI CHE VEDEVANO IN TRUMP IL DEMONIO: “EVITEREI DI FARE AFFIDAMENTO SUGLI STATI UNITI. MEGLIO CHE L'EUROPA SI ATTREZZI PER ESSERE IL PIÙ POSSIBILE INDIPENDENTE. NON SI TORNERÀ AI TEMPI DI OBAMA, GLI SCENARI SONO MUTATI - I RAPPORTI CON LA CINA? BIDEN POI RISPETTO A TRUMP HA UNA SENSIBILITÀ MAGGIORE SUL TEMA DEI DIRITTI UMANI, NON FARÀ CONCESSIONI A PECHINO”

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Alberto Simoni per “la Stampa”

 

FRANCIS FUKUYAMA FRANCIS FUKUYAMA

Francis Fukuyama avrebbe voluto una vittoria a valanga, la Florida che si colora di blu e una notte tranquilla. «A questo punto - quasi sussurra il teorico della vittoria della democrazia liberale, erano gli anni '90, caduto il Muro e l' America unica potenza rimasta in piedi - sono un po' deluso, il cammino verso la riconciliazione nazionale si interrompe». «Ma Biden sta comunque vincendo», dice senza scomporsi anche quando legge che in Wisconsin e Michigan Trump chiederà il riconteggio. Basta mettere il muso davanti all' avversario in fondo. Trump soffiò il sogno presidenziale a Hillary per 20mila schede in Pennsylvania, con la stessa moneta potrebbe essere ripagato.

 

Professore, Biden è in vantaggio, ma c'è ancora un' America molto trumpiana. Perché?

donald trump joe biden donald trump joe biden

«Trump è riuscito a tenere comunque compatta dalla sua parte i maschi bianchi della working class, sono coloro che temono la perdita di identità, che si sentono minacciati. Inoltre molti ispanici hanno deciso di schierarsi con il presidente in Florida e in Texas, non sappiamo perché, quali garanzie scorgano in questo spostamento. E poi Biden non è Obama, non genera nella base lo stesso entusiasmo. Inoltre molti americani ritengono che i democratici siano ostaggio dell' ala liberal, progressista e l' avversione per quell' idea di società è più forte di tutto. E così votano Trump».

 

dibattito donald trump joe biden dibattito donald trump joe biden

Con queste premesse il progetto di Biden di unire il Paese - ribadito nel breve discorso di ieri sera - non rischia di schiantarsi subito?

«Sicuramente è un' impresa difficile. E non solo perché nel Paese c' è un zoccolo duro, ed esteso, di conservatori trumpiani, ma anche perché il Congresso è diviso. Biden avrebbe bisogno di sostegno, ma i repubblicani che controllano il Senato non lo daranno così facilmente e lui non potrà spostarsi su posizioni liberal».

 

Biden godrà di maggior spazi di manovra sul fronte internazionale. Gli europei in fondo tifavano per lui. Cosa cambierà?

«Fossi negli europei eviterei facili entusiasmi, soprattutto eviterei di fare affidamento sugli Stati Uniti. Meglio che l' Europa si attrezzi per essere il più possibile indipendente».

joe biden e barack obama 1 joe biden e barack obama 1

 

Ma Biden ha sempre predicato buoni rapporti con gli alleati e non è un campione del multilateralismo?

«Sì, ma non può muoversi da solo, la destra e i repubblicani sono forti, nel 2022 potrebbero prendere il controllo della Camera e del Senato e condizionare alcune scelte. Non si tornerà ai tempi di Obama, gli scenari sono mutati».

 

La Cina osserva, dice di non intromettersi nelle altrui vicende, ma ora potrebbe toccare a un nuovo presidente Usa gestire il dossier dei rapporti con Pechino. Come cambieranno?

«Non molto, non ci sarà una svolta, i temi di scontro - dalle accuse per il mancato controllo del virus al conflitto sui valori - restano intatti. Biden poi rispetto a Trump ha una sensibilità maggiore sul tema dei diritti umani, non farà concessioni a Pechino».

joe biden michelle obama joe biden michelle obama

 

Ci sarà un reset con la Russia?

«Non credo proprio, soprattutto per quanto riguarda l'Ucraina».

 

Washington è stata timida nelle questioni del Mediterraneo, dal rapporto dell'Occidente con Erdogan, alla Libia. L'Italia potrà soprattutto sulla questione libica avere qualche attenzione in più?

«Prevedo una maggiore attenzione sul dossier libico, ma soprattutto maggiori pressioni su Erdogan. La tensione con la Grecia e il braccio di ferro per le risorse energetiche entreranno nel mirino del neo presidente».

 

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