Enrico Letta propone due donne alla guida dei gruppi parlamentari del Pd. Il segretario dem lancia la proposta con una intervista che rilancia su twitter. "La guida del Pd è tutta al maschile. Ho detto domenica che non va, lo ripeto a Il Tirreno. "Ai gruppi Camera/Senato suggerisco che dopo tre anni di guida maschile, gli ultimi due siano a guida femminile. I gruppi sono autonomi, a loro di scegliere con chi", scrive Letta.
Enrico Letta propone due donne alla guida dei gruppi parlamentari del Pd. Il segretario dem lancia la proposta con una intervista che rilancia su twitter. "La guida del Pd è tutta al maschile. Ho detto domenica che non va, lo ripeto a Il Tirreno. "Ai gruppi Camera/Senato suggerisco che dopo tre anni di guida maschile, gli ultimi due siano a guida femminile. I gruppi sono autonomi, a loro di scegliere con chi", scrive Letta.
Nell'intervista al Tirreno, Letta spiega: "Questa settimana i gruppi ne discuteranno. Quando sono arrivato ho detto che c'è un problema enorme di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne". Il segretario dem ribadisce la sua attenzione verso i giovani: "Il mio partito vuole parlare giovane. Anche il mio staff sarà formato da quattro studenti universitari che mi porto dietro dalla scuola parigina, sono cresciuti con me e io con loro". "Torno - dice ancora Letta - con una grande voglia di politica, con un discorso di politica a tutto tondo in linea con quanto Nicola Zingaretti ha fatto finora".
Il segretario del Pd cerca così una soluzione ad uno dei primi problemi della sua gestione del partito: come sostituire Graziano Delrio e Andrea Marcucci alla guida dei gruppi di Montecitorio e Palazzo Madama. Un primo tassello il segretario lo ha messo a posto con le dimissioni del capomissione del Pd al Parlamento europeo. Brando Benifei, infatti, ha presentato le dimissioni dall'incarico nelle mani del segretario ed è poi stato rieletto all'unanimità.
Una questione di metodo che quasi "invita" Delrio e Marcucci a seguire la stessa strada. Nei giorni scorsi il capogruppo alla Camera aveva detto che ci stava riflettendo. E oggi ha ribadito: "Condivido le parole del segretario sulla necessità che il nostro partito sia all'avanguardia nella parità di genere. Condivido anche che, in ogni caso, l'autonomia dei gruppi parlamentari vada rispettata. Non ci sono dubbi che, come prassi in occasione dell'elezione del segretario, c'è la mia disponibilità ad affidare alla autonoma valutazione delle deputate e dei deputati come andare avanti nel nostro lavoro avendo di mira esclusivamente il modo migliore per svolgere il nostro ruolo nel Parlamento".
Il problema vero è Marcucci, che non sembra molto intenzionato a lasciare l'incarico. I retroscena raccontano anche che i movimenti da Italia viva di alcuni senatori verso il Pd erano motivati dal desiderio di del capogruppo dem a Palazzo Madama di rafforzare i suoi numeri nel gruppo.
E questa mattina il senatore di Italia viva Eugenio Comincini ha annunciato il suo ritorno nel partito di Letta. "Cari amici e colleghi, in queste settimane con alcuni di voi mi sono confrontato sulla volontà di interrompere la mia esperienza in Iv e tornare nel Pd. Da Matteo a tutti gli altri, pur nella diversità di vedute, ho trovato rispetto per il mio travaglio e attenzione su quanto ho argomentato: non era scontato. Questa settimana ho deciso di tirare una riga, scegliere e procedere", ha scritto Comincini nella chat di Italia Viva. Il senatore si affretta a spiegare che lui "non è il cavallo di troia di nessuno" e che dissente dal disegno lanciato ieri da Renzi all'assemblea di una Italia Viva equidistante fra centrodestra e centrosinistra.
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"Non posso immaginare che nel nostro partito - spiega Letta nell'intervista al Tirreno- ci siano solo volti maschili al vertice. Non possiamo essere quelli con uomini al comando e donne vice, quando va bene. Servono leadership mischiate, specie adesso che in Europa ci sono Angela Merkel, Ursula Von der Leyen e Christine Lagarde. Per me questo è un passaggio chiave". Il segretario si affretta a chiarire che non c'è alcuna bocciatura per Delrio e Marcucci: "Sono tra le figure di maggior rilievo che abbiamo, hanno lavorato benissimo e potranno tornare utilissimi in altri ruoli. Siamo intorno alla metà della legislatura ed è giusto lasciare spazio a due donne".
Fino ad ora una soluzione al problema prevede, infatti, uno scambio di poltrone fra Marcucci e la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, appena nominata responsabile Giustizia e Diritti del Pd. Un primo appuntamento per sciogliere il nodo ci sarà martedì e mercoledì, quando il segretario ha in agenda un incontro con i due gruppi parlamentari.
La proposta di Letta trova l'adesione dei suoi vice. "Io sono molto d'accordo" con la proposta di Letta dice Peppe Provenzano, a In Mezz'ora in Più su Rai3. "Un vertice non può essere fatto di soli uomini, poi sceglieranno i gruppi nella loro autonomia. Dobbiamo somigliare di più alle cose che diciamo. Parliamo di parità di genere? Ecco dobbiamo praticarla anche su noi stessi". "Credo che il segretario - aggiunge Irene Tinagli, faccia bene a dire quello che sarebbe anche un segnale per far somigliare un po' di più il Pd alle cose che dice".
Letta, intanto, riprende anche un altro tema dell'iniziativa del Pd: quella contro l'omofobia. Lo fa commentando l'aggressione di un ragazzo nella metroplitana romana perchè stava baciando il suo compagno. "Solidarietà e vicinanza a Jean Pierre per l'intollerabile aggressione di ValleAurelia. L'impegno del @pdnetwork contro l' #omofobia e a favore del ddl Zan proseguirà con ancora maggiore determinazione. Basta!", scrive il segretario dem su Twitter.
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