Estratto dell’articolo di Michelangelo Colombo per www.startmag.it
Quando arriva Stefano Donnarumma nel gruppo Cdp? E’ la domanda che tiene banco da giorni tra gli addetti ai lavori dopo la tornata di nomine nelle società partecipate e controllate dallo Stato dopo le scelte del governo.
Infatti Donnarumma – molto stimato dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – era destinato secondo tutti gli articoli pre nomine ai vertici dell’Enel dopo l’esperienza alla guida di Terna.
Ma a sorpresa – su input in particolare di Lega e Forza Italia – ai vertici dell’Enel sono stati nominati Paolo Scaroni (alla presidenza) e Flavio Cattaneo (come amministratore delegato).
Subito dopo le nomine, dal governo – per bocca del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanbattista Fazzolari, molto vicino a Meloni – è giunta la notizia che Donnarumma sarebbe stato nominato alla guida di Cdp Venture Capital, sgr controllata da Cassa depositi e prestiti e partecipata da Invitalia (ministero dell’Economia).
Il 20 aprile Start Magazine ha scritto che la nomina è stata di fatto congelata:
“Due le ipotesi che filtrano da fonti del dicastero dell’Economia: non c’è ancora accordo sugli emolumenti per Donnarumma e si sta vagliando il passaggio di Donnarumma fra una società (Terna) partecipata al 29,85% da Cdp Reti, a una società (Cdp Venture Capital) controllata al 70% da Cdp. Un passaggio di fatto infragruppo – secondo alcune tesi che circolano fra i tecnici del Tesoro – e che deve essere ben vagliato e approvato anche per evitare potenziali rilievi della Corte dei Conti.
Chi sta per incassare una liquidazione da Terna può andare un attimo dopo al vertice di un’altra società del gruppo Cassa depositi e prestiti come Cdp Venture Capital?, ci si chiede nei corridoi del Mef. C’è infine una terza ipotesi, che ambienti del governo ritengono più probabile: la questione è stata prorogata dagli organismi della Cassa perché tuttora i vertici di Cdp sono impegnati sull’intricato dossier Tim”.
Oggi, 23 aprile, Repubblica scrive:
“Donnarumma è così stato dirottato a una controllata di Cassa Depositi Prestiti. In particolare, dovrebbe diventare ad di Cdp venture capital, l’ex Fondo strategico di investimento, ora diventato il veicolo che accompagna nella loro crescita le start up innovative.
Ma la nomina è al momento bloccata: passando da una controllata di Cdp (Terna) a un’altra, Donnarumma dovrebbe rinunciare alla buonuscita (qualche milione di euro). Inoltre, non è ancora stato raggiunto l’accordo sulla retribuzione annuale, che non può essere superiore a quella dell’ad di Cdp. Il Ministero del Tesoro si è preso qualche giorno per verificare la norma sulla buonuscita e le richieste di Donnarumma”.
Repubblica non ci menziona. Ma francamente qui a Start Magazine solennemente ce ne freghiamo. […]
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