Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
Tirano forti venti di déconfinement in Francia. Deconfinamento sanitario, innanzitutto, con un'accelerazione della fase due-bis per le strade, i ristoranti (a Parigi dal 3 giugno dovrebbero essere agibili soltanto i dehors, ma vista l'affluenza, anche gli interni cominciano a ripopolarsi alla chetichella), e poi a scuola, nei negozi, sui prati. Deconfinamento economico anche, con la necessità di risollevare un Pil precipitato a dei minimi planetari.
emmanuel macron nella fabbrica valeo a etaples 3
Deconfinamento sociale: con le manifestazioni anti-razziste che hanno raccolto in men che non si dica l'eredità lasciata dai Gilets jaunes. E infine deconfinamento politico: domenica sera alle otto Emmanuel Macron rivolgerà ai francesi un discorso solenne via tv unificate, il quarto dal 12 marzo, quando annunciò la chiusura delle scuole e l'inizio della guerra al virus.
LE IPOTESI
«Dovremo reinventarci, io per primo» aveva detto il presidente ai francesi confinati, nel momento più difficile della crisi. E oggi se lo chiedono in molti cosa potrebbe inventarsi, con un'impopolarità tornata ai livelli standard (ovvero molto alta) e la Francia che ricomincia a tornare per le piazze, contagiata all'ondata antirazzista e anti-polizia americana. Dall'Eliseo potrebbe arrivare una scossa forte, di sicuro il presidente si prepara a lanciare la sua fase due del mandato.
Se molti danno per probabile un rimpasto di governo all'indomani del secondo turno delle municipali il 28 giugno (che pronosticano per il partito presidenziale di En Marche una sonora batosta), se altri considerano come possibile vittima sacrificale il premier Edouard Philippe (che al contrario del presidente gode di un balzo nel gradimento) alcuni non escludono un colpo di scena inedito per la Quinta Repubblica: dimissioni a sorpresa di Macron e immediata ricandidatura a delle presidenziali anticipate.
Ieri è stato il sito del Figaro a gettare scompiglio: secondo il quotidiano, due settimane fa Macron sarebbe intervenuto a sorpresa in videoconferenza durante una riunione a Londra di finanziatori della sua campagna del 2017 e lì avrebbe dichiarato, usando una delle espressioni che preferisce («mi assumo il rischio») di essere pronto a dimettersi e ripresentarsi immediatamente per l'Eliseo. Secondo alcuni presenti citati dal Figaro, Macron avrebbe anche fissato un calendario: «nelle prossime settimane o mesi».
GLI ALTRI
emmanuel macron nella fabbrica valeo a etaples 2
L'iniziativa (un presidente che si dimette per ripresentarsi subito dopo) sarebbe inedita nella storia della Quinta Repubblica ma servirebbe, nei calcoli di Macron, a riprendere la situazione in mano e a ritrovare il vigore degli inizi per portare avanti le riforme. Tanto più che secondo lui la cosa coglierebbe alla sprovvista gli avversari e che si sentirebbe sicuro di vincere per mancanza di contendenti, con la sinistra ancora senza leader, la destra spaccata e Marine le Pen molto in disparte durante la crisi.
Dopo aver detto al Figaro che «per principio nessuna ipotesi è esclusa» l'Eliseo ha cercato di placare gli spiriti dei commentatori: «smentiamo questa informazione, il presidente non ha mai evocato le sue dimissioni», ha fatto sapere il palazzo all'Afp. Secondo l'Eliseo, Macron non avrebbe partecipato a nessuna «videoconferenza con dei donatori».
IL CALENDARIO
In attesa di conoscere il calendario macroniano, di sicuro dal 22 giugno comincerà la fase tre del deconfinamento, con l'apertura di ciò che resta ancora chiuso, come cinema e teatri. Domani il Consiglio Scientifico che dall'inizio della crisi affianca il Presidente renderà un ultimo verdetto sulla situazione e dovrebbe anche tracciare alcuni scenari per il futuro (almeno quattro): si va da un'«epidemia sotto controllo» a un possibile «deterioramento critico e rapido degli indicatori» di tracciamento con conseguente «perdita di controllo» del contagio. In qualsiasi caso, secondo gli esperti, bisognerà prepararsi (maschere, test, contact tracing) ed evitare a qualsiasi costo un nuovo lockdown, considerato intollerabile per la comunità e l'economia e dannoso anche dal punto di vista sanitario.