Marco Antonellis per Dagospia
Lega e 5Stelle non ne vogliono proprio sapere di darsi una calmata. Più che i contenuti della manovra al Capo dello Stato dispiace la "cacofonia" di parole e messaggi che sta sommergendo il paese, il batti e ribatti con l'Europa soprattutto da parte di Matteo Salvini (per svelenire il clima il Capo dello Stato, nell'incontro dei giorni scorsi, lo aveva caldamente invitato a "turarsi il naso" di fronte alle parole dei Commissari europei ricevendo in cambio dal Capitano rassicurazioni solo sul fatto che la Lega non vuole portare il paese fuori dall'euro).
Luigi Di Maio, invece, sembra aver ben recepito il messaggio proveniente dal Colle e sta evitando di replicare colpo su colpo alle "provocazioni" dei Commissari europei che peraltro sono in scadenza di mandato. Come Dagoanticipato nei giorni scorsi, il Quirinale ha tirato su la sua rete di protezione per il Paese con Mario Draghi e Ignazio Visco ma ancora non basta. Così come non appare più sufficiente il ruolo di mediazione svolto da Giancarlo Giorgetti, forte dei suoi rapporti con i consiglieri del Colle.
Che fare dunque per badare alla tenuta dei conti del Paese? Che fare prima che si scateni la tempesta perfetta con la probabile bocciatura dei conti italiani oltre che da Bruxelles anche dalle agenzie di rating (ipotesi questa addirittura più temuta in ambienti quirinalizi)? Ebbene, a quanto si apprende, tra i consiglieri del Capo dello Stato si starebbe addirittura valutando l'ipotesi di un messaggio formale alle Camere. Sarebbe l'estrema ratio di un Presidente sempre più allarmato (la lectio magistalis tenuta ieri dal Dg di Bankitalia Rossi in cui come caso di scuola si faceva addirittura riferimento al possibile fallimento dello Stato italiano interpreta perfettamente il sentiment del Colle) ma che comunque non può e non vuole entrare nel merito delle scelte politiche così come non vuole recitare la parte del capo dell'opposizione.
L'ipotesi del messaggio al Parlamento avrebbe trovato consenso anche nelle riflessioni avute con il Presidente Bce Mario Draghi e con il governatore di Bankitalia Visco coscienti che, se non ci penseranno i mercati (e comunque avrebbe costi economici e sociali enormi per il Paese con il rischio di rafforzare ulteriormente populisti e sovranisti) si potrà fare ben poco per fermare un governo campione di voti e di consensi.