Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
La Brexit torna al centro della scena. Oggi Theresa May sarà a Parigi per incontrare il neo eletto presidente francese Emmanuel Macron: e al centro dei colloqui ci sarà l' uscita della Gran Bretagna dall' Unione Europea. La premier di Londra si troverà di fronte un interlocutore difficile: per Parigi il distacco britannico, più che un problema, è un' opportunità per rilanciare l' integrazione europea con al centro il motore franco-tedesco. E dunque Macron difficilmente farà sconti alla May.
L' avvio delle trattative con Bruxelles è in calendario per lunedì prossimo, ma il ritardo nella formazione di un esecutivo a Londra rende tutto molto incerto. Il discorso solenne della regina, con la lettura del programma del governo, previsto pure per lunedì prossimo, è stato rimandato per non rischiare un voto di sfiducia, visto che l' accordo con gli unionisti protestanti nordirlandesi per mettere insieme una maggioranza a Westminster ancora non si materializza.
La leader britannica deve vedersela anche con un fronte interno che si sta ricompattando attorno all' idea di una «Brexit light»: un' uscita morbida dalla Ue che lasci pressoché immutato l' accesso al mercato comune. Theresa May sembrava lanciata in direzione di una versione estrema del divorzio, ma la sconfitta elettorale ha riaperto i giochi.
La leader dei conservatori scozzesi, Ruth Davidson, forte del suo successo in patria, si è presentata ieri a Downing Street per chiedere una «Brexit aperta».
E la debolezza della premier dà più spazio nel governo a chi, come il Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, è più sensibile alle preoccupazioni della City, che teme una rottura brusca con l' Europa. Allo stesso modo l' ala europeista dei conservatori chiede a gran voce un approccio più consensuale alla Brexit, coinvolgendo anche gli altri partiti. E la prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon, ha invocato un tavolo bipartisan : proposta salutata con favore dai laburisti.
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