MELONI, CEI O CI FAI? A DIFESA DEL REDDITO DI CITTADINANZA SCENDONO IN CAMPO I VESCOVI DELLA CEI ALLARMATI DAI DATI CHE VEDONO 1,9 MILIONI DI ITALIANI VIVERE IN CONDIZIONI DI POVERTA’ ASSOLUTA - UN PONTIERE ULTRA CATTOLICO COME IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO HA CHIESTO ALLA DUCETTA DI ATTENUARE LA LINEA DURA DI FAZZOLARI E SFUMARE IL DECRETO DEL PRIMO MAGGIO SUL LAVORO – COL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE L’OBIETTIVO DELLA MELONI E’...

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Estratto dell'articolo di Tommaso Ciriaco per la Repubblica

 

il cardinale matteo maria zuppi a cinque minuti 5 il cardinale matteo maria zuppi a cinque minuti 5

Il messaggio che più ha allarmato Palazzo Chigi è stato quello fatto pervenire negli ultimi giorni dalla Cei. Discreto e ufficioso, ma incalzante - e pare ispirato direttamente dai massimi vertici vaticani - per chiedere al governo di non smantellare del tutto la rete di protezione dei lavoratori più esposti. Il mondo cattolico italiano, e in particolare quello del volontariato, guarda con preoccupazione a tutto ciò che ruota attorno allo stravolgimento del Reddito di cittadinanza.

 

Non perché affezionato alla formula attuale, ma perché allarmato dai rischi per le fasce più deboli. Anche per questo, un pontiere ultra cattolico come il sottosegretario Alfredo Mantovano ha chiesto a Giorgia Meloni di attenuare la linea dura di Giovanbattista Fazzolari e sfumare il decreto del Primo maggio, in particolare sul capitolo della garanzia per l’attivazione lavorativa e la sua durata.

giorgia meloni 2 giorgia meloni 2

 

Non sono dettagli. Meloni si gioca molto, in questo snodo preparato con cura nelle ultime settimane.

 

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Per queste ragioni, la presidente del Consiglio ha fatto la sua mossa.

Promettendo il taglio del cuneo fiscale proprio nel giorno dedicato ai lavoratori, nelle ore del concertone e della piazza sindacale. L’intenzione è smorzare il grido di protesta del mondo del lavoro. E ridurre l’impatto della cancellazione del Reddito di cittadinanza. Di certo, ha messo in difficoltà Landini. Se oggi poi dovesse pronunciare parole di netta apertura alle organizzazioni sindacali convocate a Palazzo Chigi, metterebbe ancora più a rischio il fronte dei leader sindacali.

 

Non per questo, il successo dell’operazione è garantito. Landini è deciso a respingere l’offensiva.

il cardinale matteo maria zuppi a cinque minuti 3 il cardinale matteo maria zuppi a cinque minuti 3

 

Il mondo cattolico, come detto, è in fermento. Non certo una buona notizia per Meloni. Ancora giovedì scorso il segretario generale della Cei, Giuseppe Baturi, è intervenuto in vista del Primo maggio con parole che suonano poco clementi verso l’esecutivo: sul fronte del lavoro, ha detto, «nessuno fa mai abbastanza, tutti fanno tentativi, ma bisogna farne molti di più. La situazione è davvero grave perché il lavoro non dice soltanto possibilità di reddito per mantenere sé e la famiglia, ma è ciò che dà dignità all’uomo e alla sua vita». Non è l’unico ad essersi fatto sentire. Anche le Acli hanno battuto un colpo: «Il lavoro dignitoso – secondo Linda Borzì, presidente dell’associazione cattolica a Roma - costituisce una vera e propria priorità sociale da mettere in cima alle agende della politica». E proprio parlando alle Acli Giuseppe Conte ha promesso di «coinvolgere tutte le forze politiche, sociali, civiche che vorranno condividere le nostre battaglie» sul Reddito. È esattamente lo schema che la premier intende boicottare. Perché è spesso proprio sull’economia e sul lavoro che si esaltano o vanno in crisi i governi. L’obiettivo è portare almeno un sindacato dalla sua parte, quello di ispirazione cattolica. Marca stretto soprattutto la Cisl – proverà a farlo anche oggi, alle 19 a Palazzo Chigi – perché la considera l’unico target davvero alla portata. Non è detto, però, che riesca nell’impresa. 

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