MELONI & PANCIONI - LA DISPONIBILITA' DI GIORGIA A CANDIDARSI A SINDACO DI ROMA E’ L’ULTIMA GIRAVOLTA DI UNA DESTRA RIDOTTA A "VOTA LA MAMMA", CON ALLATTAMENTO E SVEZZAMENTO SULLE COPERTINE DEI SETTIMANALI ROSA

Filippo Ceccarelli: Lo slogan è pronto: “Vota la mamma” e può anche funzionare. Si annuncia una campagna elettorale nella quale il pubblico e il privato, il voto e la gravidanza, si mescoleranno. La candidata a sindaco con il pancione può far recuperare consensi al centrodestra…

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Filippo Ceccarelli per “la Repubblica

 

MELONI BERTOLASO MELONI BERTOLASO

E allora vota per la mamma: esiste forse uno slogan più semplice, più diretto e più emotivamente efficace? Giorgia Meloni voleva, non voleva, sperava, disperava, per la verità non s’è mai capito bene se sì, o no, o forse, e ancora oggi vai a sapere se e come verrà accolto questo suo “gesto di amore e responsabilità” in forma di candidatura a sindaco di Roma.

 

bertolaso meloni rom bertolaso meloni rom

Senz’altro la si può capire. Ma anche i giornalisti politici, nel tempo contraddittorio dell’intimate politics, chiedono comprensione rispetto ai test di gravidanza, agli impegni della gestazione, ai tempi della nascita, a quelli dell’allattamento e dello svezzamento, da far coincidere, oltretutto, con le scadenze della capitale e magari pure con le magagne del centrodestra.

 

Che come si è visto ieri, ma anche prima, di certo non mancano. A ottobre Meloni, che insieme a un indomito caratterino deve aver maturato negli ultimi anni anche una certa considerazione di sé, chiese 72 ore di silenzio stampa per una “riflessione strategica di vita”.

 

bertolaso meloni rom 3 bertolaso meloni rom 3

A onor del vero l’esito di questa non fu così chiaro, ma forse non dipendeva solo da lei; né d’altra parte Berlusconi, Salvini, Alemanno, Storace e altri, non proprio rinomati per la loro discrezione, per una volta si sentirono di impicciarsi.

 

L’annuntio vobis – sono incinta - arrivò con un selfie alla fine di gennaio, intorno al Family day. Come sempre in Italia quando due entità ormai del tutto indefinibili quali il pubblico e il privato ballano a cuor leggero, ci furono delle polemiche, al tempo stesso inevitabili e pesanti. Dall’Africa, dove si trovava in visita di Stato, il premier Renzi fece pervenire a Meloni un mazzo di rose e di lilium.

francesco storace (3) francesco storace (3)

 

Per cui, si poteva pensare, addio candidatura. O almeno lei la mise in questo modo: «Premetto che una gravidanza non impedisce a una donna di vivere pienamente la sua vita e il suo impegno; non è né deve essere vissuta come un ostacolo, mai. Ma non c’è dubbio che una campagna elettorale che si concluderebbe al settimo mese per un mandato che ti impegna anima e corpo mentre nasce il tuo primo figlio, ti porta a pensare che non sia la strada giusta».

 

Rivista con gli occhi di oggi, con quel frasario vagamente politichese e i verbi al condizionale, la formulazione suona molto meno netta di come allora si precipitarono a intenderla Berlusconi, Salvini, Storace e compagnia bella.

 

gianfranco fini gianni alemanno gianfranco fini gianni alemanno

C’era comunque un’ultima parte che oggi vale la pena di riportare: «Io – proseguiva Meloni enfatizzando il pronome preferito di questa stagione – sono disponibile a tutto per la mia città, che amo, a fare il capolista o qualunque altra cosa. Ma potrei candidarmi solo se non ci fosse nessun’altra soluzione possibile, solo come extrema ratio ».

 

Forse il latinismo anticipava l’ideona meloniana di Rita Dalla Chiesa, forse andava a schermare lo scalpitante Marchini, forse l’ex Cavaliere già stava per farsi venire in mente l’ideona di Bertolaso, forse chissà che altro ancora.

MELONI BERTOLASO MELONI BERTOLASO

 

Ma di sicuro da quel momento è cominciata una ridda insieme ridicola e drammatica di pentimenti, tradimenti, affondamenti che nessuna persona ragionevole è riuscita fin qui non solo a decifrare, ma anche solo a seguire.

 

Dopo le primarie, dopo le gazebarie e le “cazzarie”, come le ha designate Storace, cui non manca il gusto e l’estro della semplificazione, nel giorno che doveva essere di Bertolaso, Meloni ha stabilito che c’erano le condizioni dell’extrema ratio.

 

La cosa stramba e al tempo stesso straordinaria è che la campagna elettorale con il pancione, inedito assoluto, almeno in teoria può far raccogliere al centrodestra parecchi di quei voti che i suoi stessi protagonisti hanno dissennatamente disperso.

BERTOLASO BERLUSCONI BERTOLASO BERLUSCONI

 

Vota la mamma, dunque, è lì che si torna. Tutto del resto torna nell’era delle emozioni. Ci mancava pure questa, d’accordo, ma in un modo o nell’altro in politica contano i voti.

(Roma comunque qualche problemino ce l’ha e un sindaco a tempo pieno ci vorrebbe proprio)

 

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