Oggi interessante dibattito alla festa ?@HuffPostItalia? con ?@fabiorampelli? , che ad un certo punto, con maschia assertività, mi ha detto “ti sbagli, Giorgia non ha mai detto di uscire dall’Euro”. Gli ho promesso che avrei agevolato video. Eccolo. pic.twitter.com/LVceKYu3eO
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) October 15, 2022
Federico Capurso per “la Stampa”
Di fronte alla lacerazione dei rapporti tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, il colonnello di Fratelli d'Italia, Fabio Rampelli, chiede di separare i piani: «C'è una questione di carattere politico, nella frase con cui Giorgia Meloni ricorda di non essere ricattabile, e ce n'è una che attiene alla categoria dei rapporti umani e personali». Due fili dello stesso groviglio, prosegue Rampelli intervenendo ad HuffPost Day, a Roma, «ma per primo va risolto il nodo politico, perché è quello che interessa al Paese».
Meloni e Berlusconi «si vedranno o sentiranno a breve» - è l'augurio di Rampelli - per compiere un primo tentativo di disgelo. La chiave va cercata nel mosaico di ministeri da spartire. Non a caso, quando viene toccato l'argomento, lo storico esponente romano di FdI invita alla massima prudenza: «La costruzione di un accordo è un'operazione che va fatta con sobrietà.
Se qui ci mettessimo a discutere di eventuali nomi e cognomi di chi potrebbe assumere cariche di governo, tra due ore esploderebbe tutto per aria». E anche per questo, nella costruzione della «squadra di governo - assicura - si terrà conto della rappresentatività dei partiti alleati».
Insieme a Rampelli sul palco ci sono anche il leader di Azione, Carlo Calenda, il giornalista Alessandro Giuli e il direttore di questo giornale, Massimo Giannini. Con il vicedirettore di HuffPost, Alessandro De Angelis, a moderare il confronto e ad arbitrare, a tratti, quello che diventa un duello tra Rampelli e Calenda.
A scatenare la reazione più forte del neo-senatore di Azione è la frase con cui Rampelli ammanta di europeismo la storia di Meloni: «La sua ricetta dice che ci vuole più Italia e più Europa, non meno Europa». Calenda non si tiene più. Definisce «ridicola» l'opera di Meloni di riverniciatura delle proprie posizioni, ora che è al governo: «Dall'opposizione diceva "affondate i barconi" e ora sembra Adenauer. Hai un po' la memoria selettiva: l'unica cosa che non hai nominato è quando Meloni voleva uscire dall'euro». Il deputato di FdI ribatte piccato: «Non ha mai detto di voler uscire dall'euro. Mai! È la terza volta che dici una cosa campata per aria». Calenda sbotta: «Ci sono i video in rete di lei che lo dice. Scommetti? Vuoi scommettere?».
Tira fuori dalla tasca lo smartphone e lo mostra in segno di sfida a Rampelli: «Te lo ripubblico tra due minuti sui social, così fai l'ennesima figura barbina. Incredibile. Ora mi dirai che leggeva Gramsci!». Il deputato di FdI prova a tenere botta: «Lo ha letto. Noi leggiamo anche autori non nostri». A questo punto il leader di Azione alza le mani in segno di resa, ma non si arrende neanche per sogno. Vuole avere la parola finale sulla contesa: «Che la Meloni sia europeista, è l'ultima metamorfosi prima della beatificazione». E giù dal palco, compiaciuto. Con buona pace di chi ipotizzava, in questi giorni, che il Terzo Polo potesse finire a fare la stampella di un governo di destra.
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