Niccolò Carratelli per la Stampa
Difficile dire se Giorgia Meloni in questi giorni sia più irritata da Enrico Letta o da Matteo Salvini. I toni più aspri, inevitabilmente, li riserva al segretario del Pd, definito un «partito estremista», reo di averla attaccata per le sue posizioni su aborto e legge 194, dicendole che «non basta essere donna per fare politiche per le donne».
La risposta della leader di Fratelli d'Italia via Twitter è sarcastica: «Enrico, ma veramente dopo che hai tentato di spiegarmi come devo fare la destra, ora vuoi tentare di spiegarmi cosa significhi essere donna? Ma ce l'hai un senso del ridicolo?».
Con l'alleato leghista, che continua a provocarla sullo scostamento di bilancio per affrontare la crisi energetica, Meloni usa un approccio più paziente, come la maestra che prova a spiegare di nuovo la lezione all'alunno. Prima definisce i 30 miliardi ipotizzati da Salvini «un pozzo senza fondo», poi argomenta meglio la sua contrarietà: «Più soldi mettiamo e più la speculazione ce li fregherà, così quei miliardi non basteranno - avverte - la soluzione principale è il tetto europeo al prezzo del gas».
La distanza tra i due appare ancora più evidente, visto che si presentano uno dopo l'altro nello studio di "Dritto e rovescio", su Rete4. Il leader della Lega non si fa convincere, perché il price cap europeo è una strada che richiede troppo tempo: «Non capisco quando Meloni dice di aspettare - attacca - non si può aspettare Bruxelles o Natale, il governo italiano deve mettere dei soldi adesso. Meglio adesso che non il triplo dopo per pagare un esercito di disoccupati».
E torna su un altro tema che lo divide dall'amica Giorgia, cioè l'opportunità delle sanzioni europee alla Russia, che «stanno facendo aumentare le bollette degli italiani» e per questo «sarebbe giusto che la Ue intervenisse». Invece, secondo Salvini, «sembra che l'emergenza sia l'Ungheria o la Russia: noi non abbiamo mai chiesto né preso soldi da Mosca», assicura. Allo stesso modo, altra frecciata all'alleata, non è un'urgenza il presidenzialismo, che derubrica a un «dibattito affascinante, di cui parleremo nel 2023, coinvolgendo tutti e sperando che l'Italia ci arrivi in piedi». Dalle parti della Lega, sono in tanti a insistere sullo scostamento di bilancio, stuzzicando direttamente la leader di Fratelli d'Italia: «Si fidi di chi governa da tempo, conosce il territorio e tocca con mano i problemi di famiglie e imprese - dice, ad esempio, il presidente della Lombardia Attilio Fontana - contro il caro bollette servono almeno 30 miliardi oggi, per non spenderne tre volte tanti domani».
SALVINI - MELONI - BERLUSCONI BY GIANNELLI
In attesa di ritrovarsi a fianco dei leghisti, tra una settimana, nel comizio di chiusura della campagna elettorale del centrodestra, in piazza del Popolo a Roma, Meloni sopporta. E si concentra sull'opera di accreditamento a livello internazionale, con nuove apparizioni su importanti testate europee.
Dopo l'intervista a "Le Monde", un altro quotidiano francese, "Le Figaro", a cui spiega di volere «un'Italia che conti di più in un'Europa più equilibrata di quella che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni». Poi ancora quella rilasciata al corrispondente del New York Times, in cui sembra prendere più nettamente le distanze dalla figura di Benito Mussolini.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI BY VUKIC
Alla domanda se fosse d'accordo con il giudizio storico, secondo cui il Duce - che lei da giovane considerava un «buon politico» - fosse stato «il male e il brutto per l'Italia», l'aspirante premier risponde «Yeah», anche se in modo «quasi impercettibile - registra il giornalista - tra sorsi di uno Spritz e boccate da una sottile sigaretta». Infine, restando in tema, un reportage a lei dedicato sul settimanale tedesco Spiegel, intitolato addirittura «L'erede di Mussolini». Nell'articolo Meloni viene definita «neofascista, che ha combattuto l'Ue e detesta la Germania», anche se ora ha scelto un volto più rassicurante e «sembra più simile a Merkel che a Le Pen».
CASA VIANELLO - BY ANNETTA BAUSETTI MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI A CERNOBBIO MELONI E SALVINI COME SANDRA E RAIMONDO - ANNETTA BAUSETTI TAJANI SALVINI MELONI LETTA CALENDA A CERNOBBIO matteo salvini e giorgia meloni a cernobbio SALVINI MELONI BERLUSCONI 66