Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Esisteva un accordo illecito tra l'ex dirigenza di Ama e il ras dei rifiuti Manlio Cerroni per spartirsi lo smaltimento della spazzatura. Un patto segreto concluso grazie alla mediazione di Paola Muraro, che negli ultimi dodici anni è stata consulente dell' azienda municipalizzata ed era delegata proprio al controllo di quegli impianti. È questo il sospetto che nei mesi scorsi ha convinto il pubblico ministero Alberto Galanti a iscriverla nel registro degli indagati per abuso d' ufficio e violazioni delle norme ambientali. Una scelta effettuata ben prima che fosse nominata assessore all' Ambiente del Campidoglio.
I carabinieri del Noe guidati dal generale Sergio Pascali hanno già sequestrato la documentazione nella sede dell' azienda pubblica e acquisito atti e delibere negli uffici di Provincia e Regione. Ora l'inchiesta prosegue e si concentra anche su altri filoni: la regolarità dell' incarico da oltre un milione di euro in dodici anni siglato dalla stessa Muraro e i suoi rapporti con Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, amministratori quando sindaco era Gianni Alemanno e ora imputati nel processo di «Mafia Capitale».
IL CONTRATTO BOCCIATO
Nel 2012 l' Ama sigla un contratto che la obbliga a «conferire per dieci anni» i rifiuti solidi urbani presso gli impianti di Cerroni. Il consiglio di amministrazione lo boccia, ma quella strana intesa finisce comunque all' attenzione della Procura di Roma. La copia del contratto è già nel fascicolo, così come il verbale del Cda che negò la ratifica.
E adesso sarà proprio Muraro a dover chiarire chi propose di agire in quel modo e quale potesse essere il vantaggio per l'Ama. I tre filoni investigativi - coordinati dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino - contemplano infatti la possibilità che ci fosse una vera e propria direttiva che aveva come obiettivo il coinvolgimento delle ditte di Cerroni.
LA SPARTIZIONE ILLECITA
Nella delega consegnata al Noe i magistrati chiedono di controllare, per ogni anno, i quantitativi di spazzatura trattati e prodotti. Il motivo è ben spiegato nell' ordinanza di custodia cautelare che nel 2014 fece finire agli arresti lo stesso Cerroni per l' accusa di traffico illecito di rifiuti e fece emergere i problemi legati agli impianti Tmb (Trattamento meccanico biologico). Il provvedimento specificava che l' allora prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro aveva mandato i carabinieri a controllare il funzionamento dei Tmb di Malagrotta accertando che «uno funzionava soltanto al 23 per cento del potenziale e l' altro al 57 per cento». Non solo.
Scriveva il gip: «La cosa interessante è vedere come, dei 4 impianti, i due di proprietà dell' Ama lavorano rispettivamente al 60 per cento e a pieno regime, mentre i due di proprietà di Cerroni fino a poco tempo fa lavoravano uno al 60 per cento, mentre l' altro era spento». Ed è questa circostanza ad aver alimentato il sospetto che si fosse deciso di andare a ritmo «ridotto» proprio per favorire una vera e propria spartizione.
L'AUDIZIONE
Oggi Raggi e Muraro sono convocate davanti alla commissione parlamentare Ecomafie. L' assessore ha fatto sapere che non si tirerà indietro, anzi rilancerà consegnando un dossier su tutti gli illeciti che, a suo dire, sarebbero stati compiuti durante l' ultima gestione affidata a Daniele Fortini.
Ai magistrati, che potrebbero interrogarla nelle prossime ore, dovrà invece chiarire quale fosse realmente il suo ruolo in Ama e soprattutto quali altri appalti e affari abbia seguito per conto di Panzironi e Fiscon visto che - almeno in un caso - fu delegata anche ai rapporti con Salvatore Buzzi.