giorgia meloni guido crosetto alfredo mantovano

NEL GOVERNO ESPLODE LA BOMBA CROSETTO – IL TITOLARE DELLA DIFESA DISERTA IL CONSIGLIO DEI MINISTRI: SONO ALMENO UNA DECINA LE ASSENZE INGIUSTIFICATE. LA MELONI AL VELENO: “NON LO CAPISCO. MA IL GOVERNO NON SI FERMA PERCHÉ QUALCUNO FA LE BIZZE” – COSA C’E’ DIETRO IL GELO TRA IL MINISTRO (CHE DISSE: “SE GIORGIA NON MI VUOLE SONO PRONTO A LASCIARE”) E LA “NANA MALEFICA” (CIT. CROSETTO)? C'È CHI PENSA CHE LA FRATTURA NASCA DAL CASO DOSSIERAGGIO E DALLE CRITICHE AI VERTICI DELL’AISE DOPO GLI SCOOP DI “DOMANI” SU LUI E LA MOGLIE (CHE AVEVA TENTATO IL CONCORSO PER ENTRARE NEGLI 007) E DAL “CONFLITTO” COL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO SULL’OPERATO DEI SERVIZI. OGGI IL COPASIR ASCOLTERÀ CROSETTO SUL CASO STRIANO: SCOPPIERÀ IL CASINO DEI CASINI?

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/coltelli-39-italia-ndash-nbsp-come-mai-crosetto-si-scapicolla-fare-410511.htm

 

Francesco Verderami per il "Corriere della Sera" -Estratti

 

GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI

Lui non partecipa più da tempo ai Consigli dei ministri. Lei si mostra amareggiata più che arrabbiata. Perché per Giorgia Meloni il rapporto con Guido Crosetto appartiene alla sfera personale. Ma quanto sta accadendo rischia di travalicare quei confini e diventare un delicato caso politico.

 

Che il titolare della Difesa abbia deciso una sorta di protesta silenziosa lo hanno capito anche i ministri alleati: le assenze del collega infatti sono diventate così tante che non potevano più essere frutto solo di coincidenze. 

 

Al punto che c’è chi si è spinto a chiedere lumi a Meloni. Ricevendo una risposta che ha confermato il problema: «Per i ministri venire in Consiglio è un dovere. Dopodiché si va avanti lo stesso. Il governo non si ferma perché qualcuno fa le bizze». 

(…)

 

crosetto giorgia meloni

Invece lei e lui dopo il battesimo di Fratelli d’Italia sono arrivati al governo, ognuno con il proprio (difficile) carattere che però non ha mai incrinato il loro legame. E ancora oggi la premier dice che «Guido per me è un fratello, anche se stavolta non lo capisco». Non si capisce neppure il motivo per cui Crosetto abbia messo una distanza tra sé e sua «sorella», disertando le riunioni del Consiglio dei ministri come a voler evidenziare lo strappo. Se si eccettua la presenza al Cdm che ha formalizzato la nomina di Luciano Portolano a capo di Stato Maggiore della Difesa, nel governo hanno contato «una decina di sue assenze».

 

ALFREDO MANTOVANO

Tante per un ministro della Difesa, soprattutto in una stagione per nulla ordinaria, con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente che alimentano il disordine mondiale. E in questo contesto misterioso, pare che Crosetto non abbia motivato a Meloni le ragioni del distacco, magari con una richiesta di incontro o con una telefonata.

 

Così come da parte sua «Giorgia» ha evitato di inasprire la situazione, mettendo subito a tacere quanti sono andati a raccontarle certe battute agrodolci che «Guido» avrebbe fatto su di lei davanti a molti testimoni. I due non hanno neppure avuto modo di scambiarsi una battuta al passaggio di consegne dei capi di Stato Maggiore: la premier non era presente alla cerimonia, anche se il generale Portolano l’ha citata due volte nel suo intervento.

GIOVANNI CARAVELLI

 

Così tutto resta sospeso tra Meloni e Crosetto. E le interpretazioni sui motivi che hanno spinto il titolare della Difesa a issare un muro riempiono i conversari dei rappresentanti di governo alleati. Che si concentrano sul «conflitto» tra il ministro e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano sull’operato dei servizi. Materiale incandescente che aveva prodotto tensioni nei giorni di fine estate, quando — nel pieno del caso di dossieraggio che ha colpito anche il rappresentante della Difesa — erano diventate di dominio pubblico le critiche di Crosetto verso i vertici dell’Aise, contenute nell’esposto presentato alla Procura di Perugia.

 

guido crosetto giorgia meloni

In quel passaggio si erano avvertiti sinistri scricchiolii nel rapporto tra «Giorgia» e «Guido», per via di una frase che il ministro aveva lasciato trapelare: «Se Meloni non mi vuole, lascio». Oggi Crosetto verrà ascoltato dal Copasir proprio sulla questione dei dossieraggi. 

(…)

 

In ogni caso questa condizione non potrà durare a lungo. Lei è premier, lui ministro della Difesa. E in mezzo c’è la responsabilità di affrontare una crisi internazionale senza precedenti e gestire i dossier interni. Per esempio, dopo la nomina del generale Portolano a capo di Stato Maggiore della Difesa, ci sarà da decidere a breve il successore di Teo Luzi, attuale comandante generale dell’Arma dei carabinieri.

 

Si vedrà quanto ancora potrà durare il silenzio di Crosetto e la sua assenza dal Consiglio dei ministri. Perché lo stallo non rischia solo di pregiudicare un rapporto di amicizia. Ma di provocare un problema politico.

alfredo mantovano conferenza programmatica di fdi a pescaraPASQUALE STRIANO giorgia meloni con guido crosetto nella camionetta dell esercito 2

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…