Paolo Levi per “la Stampa”
Via dal cantiere se non parli il francese. Altro che Brexit e Donald Trump. A meno di 40 giorni dalle presidenziali di aprile e maggio, la forma più originale di protezionismo arriva dalla Francia. O più precisamente da quelle regioni amministrate dalla Destra - Auvergne-Rhone-Alpes e Ile-de-France - che hanno varato la cosiddetta «clausola Molière», un provvedimento che impone la conoscenza del francese a qualsiasi operaio al lavoro nei cantieri finanziati dalle casse pubbliche locali.
Addio Douce France: da lunedì, pattuglie di «agenti Molière» in divisa blu hanno avviato le ispezioni per verificare che tutti padroneggino la lingua o comunque siano in grado di capirla. «Bisogna essere chiari, si tratta di uno strumento per lottare contro i lavoratori distaccati», dice il presidente di Regione, Laurent Wauqiez (Les Républicains), tuonando contro le derive del dumping sociale, «incarnazione - afferma - delle assurdità del sistema europeo».
Anche nell' Ile-de-France, la regione di Parigi, la clausola è stata adottata la settimana scorsa. «Andrò fino in fondo», promette la governatrice dei Républicains, Valerie Pécresse, imperturbabile dinanzi alle critiche. Che però non si fermano. «Vomitevole», «insopportabile», «deriva nazionalista», «stop alle politiche di preferenza nazionale», sono alcune reazioni dei detrattori, tra cui il governo socialista di Hollande, i sindacati e le associazioni di cittadini.
Il ministro dell' Economia, Michel Sapin, si è rivolto ai suoi giuristi per esaminare la legalità della clausola, ritenuta «razzista, discriminatoria e inapplicabile» dai suoi consiglieri. Il premier, Bernard Cazeneuve, l' ha ribattezzata «clausola Tartufo», in riferimento all' omonimo impostore di Molière. Ha poi accusato i promotori di cercare di trarre un «profitto elettorale». «Non mollerò», è stata la replica di Wauquiez. In molti sospettano una manovra per strappare voti al Front National. Marine Le Pen ha però bocciato la misura ritenendola uno specchietto per le allodole.
Per la candidata anti-euro, evita ai Républicains di passare alle cose «serie». Leggi: l' abolizione della direttiva Ue sui lavoratori distaccati. Se ha sempre temuto «l' idraulico polacco», la Francia è anche il terzo Paese Ue per espatri, con 190.000 connazionali occupati in altri Paesi Ue. Allora, ironizzano a Parigi, una riflessione è d' obbligo: «che fare il giorno in cui Polonia o Romania imporranno ai nostri di masticare la loro lingua?».