NON SERVE LA TROIKA DEL MES: BASTA QUELLA SOLITA! ''AL TERMINE DELLA PANDEMIA TORNA IL PATTO DI STABILITÀ''. L'ANNUNCIO-MINACCIA DI DOMBROVSKIS, VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA E BADANTE DI GENTILONI - QUINDI SE BRUXELLES VOLEVA FAR PARTIRE LA PROCEDURA D'INFRAZIONE PERCHÉ AVEVAMO IL DEBITO AL 135% DEL PIL, COSA FARÀ QUANDO SARÀ 160%? INDOVINATO

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Marco Bresolin per “la Stampa

 

Il quadro disegnato dalle previsioni economiche della Commissione europea è drammatico. L' intera Eurozona sta affrontando una recessione storica (-7,7% del Pil), il debito pubblico dell' area euro ha superato quota 100% del Pil e la ripresa accentuerà le divergenze tra i Paesi. Ma quando terminerà la pandemia le regole del Patto di Stabilità - ora sospese - torneranno in vigore. «Perché sono già provviste della necessaria flessibilità che consentirà di adattarle alle differenti situazioni economiche in cui si trovano i gli Stati membri».

valdis dombrovskis paolo gentiloni 1 valdis dombrovskis paolo gentiloni 1

 

Ne è convinto Valdis Dombrovskis, vice-presidente esecutivo della Commissione, che vede difficile un' intesa tra i governi per la riforma del Patto.

 

Ieri avete pubblicato l' analisi sulla sostenibilità dei debiti pubblici: tutti promossi, Italia compresa?

«La nostra conclusione è che il debito di tutti Paesi è sostenibile, quindi tutti potranno avere accesso a linea di credito del Mes. Per quanto riguarda l' Italia, ci aspettiamo che al termine della crisi il debito scenda, anche se a un ritmo più lento di quello della Grecia».

 

Non tutti si rialzeranno allo stesso modo dalla crisi: come pensate di frenare le asimmetrie?

«È una delle grandi preoccupazioni. La crisi ha colpito tutti, ma la capacità di rispondere sarà molto diversa da Paese a Paese. Alcuni hanno forti capacità, sfruttando anche la flessibilità concessa sugli aiuti di Stato. Altri invece meno, per esempio quelli del Sud con alto debito come l' Italia.

Oppure quelli dell' Europa centro-orientale. Per questo servirà una strategia di ripresa che non lasci nessuno indietro. Servirà un bilancio pluriennale molto forte dal 2021, con una componente di investimenti sostanziosa, una portata finanziaria sensibilmente aumentata e una politica di coesione rafforzata.

Questo è ciò che la Commissione proporrà nelle prossime settimane».

 

Per il Recovery Fund bisognerà attendere gennaio oppure riuscirete ad anticiparlo?

«Stiamo guardando alla possibilità di introdurre soluzioni ponte, ma al tempo stesso vale la pena considerare che alcuni strumenti economici non sono ancora entrati in vigore. Parlo di "Sure", per i programmi a sostegno della disoccupazione, dei 200 miliardi del fondo della Bei per sostenere le piccole e medie imprese. E poi c' è il Mes, con una linea di credito da 240 miliardi. Tutte queste misure daranno sostegno agli Stati nelle prossime settimane e mesi.

PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Quindi non siamo a corto di strumenti».

 

Alla luce delle previsioni economiche, fino a quando resterà attiva la clausola che di fatto ha sospeso il Patto di Stabilità?

«Con l' attivazione della clausola avevamo indicato che ci saremmo aspettati un ritorno a politiche di bilancio in linea con le regole Ue non appena la situazione lo avrebbe permesso. Ma non abbiamo indicato una data specifica. Dipenderà da come riusciremo a tenere la pandemia sotto controllo. Dipenderà dai suoi sviluppi, dagli strumenti economici che saranno messi in campo per la risposta, ma anche dall' agenda delle riforme strutturale negli Stati. Perché i finanziamenti devono essere usati in modo efficiente».

 

Al termini della crisi, il Patto di Stabilità tornerà in vigore come prima oppure andrà cambiato?

«La discussione sulla cornice normativa delle nostre regole di bilancio era già iniziata prima della crisi e certamente ci torneremo anche dopo. Però bisogna riconoscere che le nostre regole di bilancio hanno la necessaria flessibilità: sono già adeguate a diverse situazioni, inclusi gli elementi anti-ciclici, che richiedono agli Stati sforzi strutturali diversi in base alle loro situazioni economiche».

 

Dunque non c' è alcuna necessità di modificarle?

giuseppe conte angela merkel 1 giuseppe conte angela merkel 1

«Ripeto: la discussione continuerà, ma bisogna trovare un consenso per decidere dove vogliamo andare. Non possiamo rimanere paralizzati in un dibattito in cui alcuni Paesi dicono che non c' è sufficiente la disciplina di bilancio e altri che invece lamentano l' eccesso di austerità. Certo, bisogna lavorare sulla semplificazione, rafforzare il carattere anti-ciclico. Ma se vogliamo cambiare le regole serve un consenso: prima di aprire la discussione, dovremmo essere sicuri di atterrare su un terreno migliore rispetto a quello attuale. E comunque fino a quando non ci sarà una decisione su nuove regole, quelle attuali continueranno a rimanere in vigore».

 

La sentenza della Corte costituzionale tedesca avrà ripercussioni sull' attività della Bce?

«Stiamo facendo un' analisi approfondita della sentenza, dopodiché decideremo eventuali passi da compiere. Ma come Commissione ci teniamo a ribadire il primato del diritto Ue e il fatto che le sentenze della Corte di Giustizia Ue sono vincolanti in tutte le corti nazionali. È importante rispettare questo principio per garantire un corretto funzionamento del sistema giuridico europeo. Per quanto riguarda le implicazioni monetarie dovremmo rispettare l' indipendenza della Bce, spetta a loro decidere. Di positivo possiamo dire che il verdetto di Karlsruhe non riguarda il programma di acquisto titoli lanciato dalla Bce per far fronte alla pandemia. È importante che continui a funzionare perché consente a tutti i Paesi di avere accesso ai mercati finanziari in modo adeguato».

 

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