Maria Teresa Meli per il ''Corriere della Sera''
Onorevole Graziano Delrio, il Pd chiede al governo un salto di qualità: che significa?
«Farò degli esempi molto concreti. Prendiamo la Sanità: a detta dell'Oms abbiamo uno dei migliori sistemi sanitari al mondo. Possiamo puntare ad avere il migliore in assoluto. Investendo nella ricerca, puntando sulla sanità territoriale. E poi c'è la scuola. Peraltro erano proprio i due punti che avevamo inserito nel programma di governo: il rafforzamento della scuola e della sanità pubblica.
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La scuola avrebbe bisogno di Stati generali a parte. Queste sono le cose importanti. Io ho molto rispetto e ritengo davvero utili le schede che sono state prodotte da Colao, però non gli avrei dato un mandato di affrontare l'universo mondo. Avrei chiesto a Colao di fare la parte che conosce bene, cioè l'industria e lo sviluppo economico. Ma per esempio su infrastrutture e trasporti ci sono carenze di analisi e di conoscenza perché non si tiene conto dei piani strategici già in essere. Ne posso fornire copia».
Perché allora siete stati così freddi sugli Stati generali?
«Noi non siamo freddi sull'idea di darsi una visione per i prossimi venti anni. Anzi siamo stati noi a sollecitarla, chiedendo progetti di medio e lungo respiro. Anche perché è l'unico modo per intercettare i fondi europei. Non è vero che questi soldi arriveranno a prescindere. Arriveranno solo se avremo fatto programmi seri. Ci vuole quindi un progetto basato sui dati e non sulle chiacchiere. Non si può sbagliare: purtroppo questa crisi ha proporzioni tali e avrà conseguenze sociali tali che se non facciamo bene non ci sarà un'altra occasione. Il Pd quindi ha sollevato alcune questioni per aiutare, non per dare lezioni. Ripeto, ciò che conta è fare bene».
Insomma, niente improvvisazioni.
«Sì, un lavoro più approfondito che parta non da analisi ideologiche. Il come non è indifferente».
Questi sono progetti di lungo e medio periodo, ma le crisi industriali vanno risolte subito...
«Queste crisi hanno caratteristiche rilevanti e sono aggravate da questa crisi globale e quindi bisogna darsi la forza e la pazienza di decidere strategie nuove. Prendiamo un settore che conosco bene. È sbagliato occuparsi di Alitalia e non dell'altro 70 per cento del trasporto aereo in Italia che è funzionale al turismo. Il Mezzogiorno in questi anni ha vissuto di turismo grazie al fatto che aeroporti come a Napoli, Palermo Catania, Bari, Cagliari e Olbia erano serviti dalle low cost. Se vogliamo salvare il turismo e il trasporto aereo non possiamo discutere solo della statalizzazione di Alitalia che può essere fatta esclusivamente in presenza di un piano industriale serio e credibile».
E i rapporti con i Cinque Stelle come procedono?
«Quello che stiamo facendo con loro qui in Parlamento è molto proficuo. Sul decreto liquidità abbiamo fatto un gran lavoro insieme a loro e stiamo cercando di fare lo stesso sul decreto Rilancio. Quindi qui il bilancio è positivo perché ci si confronta senza ideologie. Questo lavoro meriterebbe più tempo e invece noi siamo bloccati su decreti come quello delle elezioni. Comunque mi sembra che questa esperienza di governo stia facendo crescere una classe dirigente che condivide alcuni ideali. Io quindi da questo punto di vista sono ottimista».
Ma sul Mes le visioni sono ancora divergenti.
«Ha ragione, su questo punto noi siamo molto chiari. Il Mes da baco è diventato farfalla. Si continua a commentare il Mes come fosse quello di prima ma così non è. Quindi nel momento in cui questi soldi sono disponibili vanno fatte valutazioni molto libere e non ideologiche».
Il Pd insiste anche sulla semplificazione.
elena bonetti foto di bacco (4)
«È il grande problema di questo Paese. Dobbiamo semplificare le nostre leggi, riducendo la produzione legislativa e quella dei decreti attuativi. La pubblica amministrazione non deve essere più vista come una complicazione. Ma ci sono altre due cose che mi premono. Come dice Mattarella dobbiamo investire sulle comunità di vita. Il rilancio del Paese non può avvenire nell'inverno demografico.
Perciò mi auguro che il Parlamento finisca presto l'esame dell'assegno unico per i figli e che la ministra Bonetti approvi presto il Family Act. E poi io credo che sia venuto il momento di fare quello che l'Italia fece nell'immediato dopoguerra perché nei periodi di crisi occorre fare scelte radicali. Allora fecero la scelta europea. Adesso è il momento che l'Italia proponga un salto di qualità dell'Europa dal punto di vista politico. Bisogna approfittare del semestre a guida tedesca per proporre insieme a Francia e Spagna un salto di qualità per un Europa politica che abbia per esempio una difesa comune vera. È di questo che abbiamo bisogno, di un grande sogno europeo».