Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"
LUCA ABBA ASCESA SUL TRALICCIO E LA CADUTA«Determinati a resistere ad oltranza contro la grande opera». Si legge nero su bianco il monito sulla fermezza dei No Tav nella relazione annuale sull'attività dei servizi segreti: l'Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), l'Aisi (l'Agenzia informazioni e sicurezza interna) e il Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza). Ne dava tragica prova sul traliccio Luca Abbà, ieri mattina, proprio mentre il premier Mario Monti la inviava ai presidenti di Camera e Senato.
LUCA ABBA' MENTRE SI ARRAMPICA SUL TRALICCIO DA CUI E' PRECIPITATOUna intenzione di non mollare mai che gli 007 annoverano fra le «criticità sotto il profilo della mobilitazione» insite nei movimenti antagonisti e anarco-insurrezionalisti. Una delle «principali criticità per l'Italia» - riferisce una nota di Palazzo Chigi riassumendo la relazione - assieme «alla conflittualità sociale e il perdurare delle tensioni internazionali dal Maghreb al Medio Oriente» e, soprattutto, ai «riflessi della crisi economica».
Per la prima volta gli 007 lanciano l'allarme sulla «vulnerabilità del sistema produttivo» in un contesto che favorisce la «compartecipazione occulta e l'inserimento di capitali illeciti in aziende in difficoltà con lo scopo di rilevare pacchetti societari», e anche crescenti investimenti stranieri in settori strategici del nostro Paese. E mettono in guardia su un'attività di «spionaggio industriale, che rischia di depauperare sia il potenziale produttivo ed innovativo nazionale, sia di costituire un serio danno alla sicurezza e alla competitività».
LUCA ABBA DEI NO TAVMa ieri l'attenzione era rivolta ai No Tav, «un articolato fronte di lotta», capace di unire diverse anime spesso divise della protesta. Alla «cronica frammentazione», spiegano gli 007, si vanno sostituendo «tentativi di conferire alla protesta una nuova spinta di collaborazione e convergenza sui temi dell'ambiente, del lavoro, della "repressione", dei beni comuni, nonché sulle conseguenze della crisi nel territorio in termini di occupazione, reddito, tariffe, servizi e diritti sociali».
BLOCCO DEI NO TAV SULLA TORINO BARDONECCHIAIn questo senso i cortei della Val di Susa vengono accomunati alla «protesta popolare sullo smaltimento dei rifiuti, con prevedibili focolai di tensione in alcuni dei territori individuati per nuove discariche» come il Lazio con la prevista chiusura della discarica di Malagrotta. Al «contrasto alle politiche repressive di cui sono ritenuti simbolo anche i centri per immigrati» e alla «mobilitazione studentesca, che prospetta saldature rivendicative con l'area del precariato e ambienti lavorativi interessati da controversie occupazionali».
IDRANTI DELLA POLIZIA CONTRO I NO TAV IN VAL SUSAL'intelligence la mette così: la crisi economica viene ritenuta dal movimento antagonista una «favorevole opportunità» per «radicalizzare il disagio sociale». E diventa un'arma di propaganda anche per reduci delle Br o soggetti attratti dalla lotta armata, che presentando la crisi come «sintomo dell'ineludibile declino del capitalismo» possono alimentare lo scontro. E non si esclude che «tentino di aggregarsi per eseguire e rivendicare attacchi».
PROTESTE VAL DI SUSAMa la congiuntura, avvertono i servizi, appare anche «destinata ad accrescere i margini di infiltrazione criminale nel tessuto produttivo e imprenditoriale», soprattutto nel Centro-Nord. Manovre di attacco alle nostre imprese in crisi che arrivano dalle mafie. Sotto osservazione anche gli investimenti stranieri in settori strategici come i trasporti, le telecomunicazioni e l'energia; dove grandi investitori dell'Est Europa ed asiatici potrebbero accrescere il loro ruolo sul mercato italiano.
Tartagli ascagli ala stationa del duomo contro Silvio BerlusconiAlto l'allarme sul riaccendersi delle tensioni in Iran, sull'arrivo di armi dalla Libia e sul terrorismo islamico. Gli 007 fanno notare come sul web si sia esultato alle nostre alluvioni e che in un appello a colpire facili bersagli «siano stati citati ad esempio i due noti episodi occorsi al Sommo Pontefice e a Berlusconi»: la spinta al Papa dentro San Pietro e il lancio della statuetta raffigurante il Duomo di Milano all'ex premier.