Articolo di "Le Monde" - dalla rassegna stampa estera di "Epr Comunicazione"
La Commissione europea ha deciso che il gas e l'energia nucleare possono accompagnare la transizione ecologica, e all'inizio di luglio sarà presentata una risoluzione ai parlamentari europei per contrastare questa decisione.
Ci sono voluti mesi perché la Commissione europea decidesse che il gas e l'energia nucleare potevano, a determinate condizioni, contribuire alla lotta contro il riscaldamento globale e quindi avere un posto nella sua "tassonomia" delle attività sostenibili a cui gli investitori potranno fare riferimento per indirizzare i fondi privati verso attività che riducono le emissioni di gas serra.
Nonostante l'opposizione di tre commissari - caso raro - il 2 febbraio l'esecutivo dell'UE ha infine presentato un atto delegato - l'equivalente europeo di un decreto - che ha confermato questa scelta, come scrive Le Monde.
Martedì 14 giugno, il Parlamento europeo ha tenuto una votazione che mette a rischio questo testo, visto che ogni parola è stata pesata attentamente e non può essere modificata né dagli eurodeputati né dagli Stati membri: un atto delegato può solo essere approvato o respinto.
GAS E NUCLEARE ENERGIA SOSTENIBILE
Due commissioni legislative - quella per l'ambiente e quella per gli affari economici - hanno adottato una risoluzione, con 76 voti favorevoli, 62 contrari e 4 astensioni, secondo cui il gas e l'energia nucleare non possono essere considerati energia sostenibile.
"Abbiamo bisogno di investimenti massicci nell'espansione delle energie rinnovabili, non nelle energie del passato", ha dichiarato l'eurodeputato dei Verdi Bas Eickhout, uno dei promotori della risoluzione, che ha spesso denunciato il "greenwashing" che la tassonomia consentirebbe.
La sua adozione "contribuirebbe a privare molte risorse (...) degli investimenti necessari per la transizione ecologica ed energetica, dirottandole verso attività dannose per il clima, come il gas, o [mettendo] in pericolo la sicurezza dell'umanità presente e futura con l'energia nucleare", ha aggiunto la collega Marie Toussaint.
Il provvedimento "non farebbe altro che rafforzare la dipendenza dell'Europa dal gas, dall'uranio, dalle attrezzature e dai servizi nucleari russi", ha dichiarato Greenpeace, che, come molte ONG, ha accolto con favore il voto di martedì.
"Qualche decina di voti”
La risoluzione sarà presentata a tutti gli eurodeputati durante la sessione plenaria che si terrà a Strasburgo tra il 4 e il 7 luglio. Per essere adottato, e segnare così la fine dell'atto delegato della Commissione, avrà bisogno del sostegno della maggioranza assoluta degli eurodeputati, ossia 353 (su 705).
"Si tratterà di poche decine di voti", afferma Pascal Canfin, presidente della Commissione Ambiente, favorevole all'integrazione di gas e nucleare nella tassonomia dell'Unione Europea.
I Verdi voteranno massicciamente a favore. Secondo il socialdemocratico Paul Tang, "l'80% del suo gruppo" voterà allo stesso modo. Tra i liberali di Renew, le posizioni sono meno nette.
La delegazione macronista - la più numerosa del gruppo - sosterrà la proposta della Commissione, che rappresenta un compromesso tra la posizione francese favorevole al nucleare e le posizioni favorevoli al gas di diversi Paesi dell'Europa centrale e orientale, in particolare della Polonia.
Questi ultimi, le cui economie rimangono fortemente dipendenti dal carbone, contano su questo testo per aiutarsi a convertirsi al gas e hanno concluso una sorta di patto di non aggressione con Parigi.
È improbabile che i gruppi anti-gas (Austria, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Spagna, Lussemburgo) e anti-nucleare (Germania, Austria, Lussemburgo, Spagna, Danimarca) riescano a raccogliere la maggioranza qualificata di 20 Stati membri che rappresentano il 65% della popolazione europea, necessaria per bloccare la tassonomia.
Ma senza dubbio cercheranno di influenzare il voto dei loro europarlamentari. "In plenaria, saranno i conservatori del PPE a fare la differenza", ha detto Canfin. In particolare la CDU-CSU tedesca, favorevole al gas e contraria al nucleare, potrebbe cercare di negoziare la propria astensione. Inoltre, a febbraio, uno dei suoi eurodeputati, Markus Ferber, ha avvertito che un voto a Strasburgo "non sarà assolutamente un esercizio infallibile".