E ORA AVANTI CON IL PROPORZIONALE! - ENRICO LETTA DOVRA' FARSENE UNA RAGIONE: LA MAGGIOR PARTE DEL PD (DA FRANCESCHINI A BETTINI, DA GUERINI A ORLANDO, PASSANDO PER ORFINI E MARCUCCI) VUOLE UNA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE. LO STESSO VALE PER I POSSIBILI ALLEATI, 5 STELLE, ITALIA VIVA, LEU, E PER FORZA ITALIA - I SOSPETTI DI "LIBERO": "VOGLIONO IL PROPORZIONALE PER RIMETTERE PALAZZO CHIGI IN MANO A MARIO DRAGHI ANCHE NELLA PROSSIMA LEGISLATURA"

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Estratto dell'articolo di Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

 

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

L'eco delle ultime polemiche sulle caotiche trattative per eleggere il presidente non si è ancora spenta. Sperando di mettersi finalmente alle spalle il passato, il segretario dem Enrico Letta si concentra sui prossimi appuntamenti parlamentari: la riforma elettorale e quella contro il «cambio di casacca» a lui particolarmente cara.

 

«Il Rosatellum è pessimo, gli elettori devono scegliere gli eletti», dice Letta, che si era espresso per il maggioritario all'inizio del suo mandato da segretario. Però la maggior parte del Pd, da Franceschini a Bettini, da Guerini a Orlando, passando per Orfini, vuole il proporzionale. Lo stesso dicasi per i possibili alleati, 5 Stelle, Italia viva, Leu, e per Forza Italia. Il pressing nei confronti di Letta è già partito. Ed è molto forte. […]

dario franceschini foto di bacco dario franceschini foto di bacco

 

2 - PRONTO L'INCIUCIO PER DRAGHI A VITA

Salvatore Dama per "Libero quotidiano"

 

Non si sono ancora assorbiti gli ematomi del Quirinale. E alla Camera c'è già una nuova scazzottata in corso. Stavolta sulla legge elettorale. Un fronte trasversale avanza e chiede il ritorno al proporzionale. Con motivazioni varie: alcuni sperano di replicare la confusione di questa legislatura nella prossima, per rimettere Palazzo Chigi in mano a Mario Draghi; altri non vogliono essere obbligati ad alleanze innaturali; altri ancora desiderano solo pararsi il sedere.

andrea marcucci - un giorno da pecora andrea marcucci - un giorno da pecora

 

Enrico Letta è uno dei promotori, «per permettere ai cittadini di scegliere gli eletti», spiega il segretario del Pd, «e per eliminare la peggiore legge elettorale che c'è mai stata, il Rosatellum». Fatta dal suo partito (per la cronaca). Letta sa due cose: che con l'attuale meccanica elettorale è perdente; che sarebbe costretto ad allearsi con i Cinquestelle, partito in macerie. Chi glielo fa fare? Ecco, allora meglio il proporzionale, così ognuno va per conto suo. Un assist arriva dal sindaco di Milano. Che si improvvisa analista politico: la rielezione di Mattarella «non è stata una pagina edificante per la classe politica».

 

Allora ci vuole il proporzionale, scrive su Facebook Giuseppe Sala, per «favorire la nascita di nuove forze politiche» e per permettere a Draghi di «governare anche dopo il 2023». Il proporzionale fa proseliti anche nel centrodestra. Tra i centristi e in Forza Italia: «La prossima legge elettorale non potrà che essere proporzionale, con le preferenze», dichiara il deputato azzurro Roberto Caon.

draghi franceschini draghi franceschini

 

«Un sistema elettorale che non sia impostato sui collegi oggi serve a tutti, compresa la Meloni», spiega Gaetano Quagliariello (Coraggio Italia) in un'intervista all'Huffington Post. Concorda il suo compagno di partito Emilio Carelli: «È necessario mettere mano alla legge elettorale. L'auspicio è quello di un'iniziativa sul modello tedesco».

 

I TEMPI DEL PD

riccardo ricciardi riccardo ricciardi

Il Pd già detta i tempi: «Nei mesi che restano alla fine della legislatura», ammonisce il senatore dem Andrea Marcucci, «il sistema proporzionale sarà un punto fondamentale dell'agenda politica». Anche Leu («Non c'è più tempo da perdere», dice Federico Fornaro) e il Movimento 5 Stelle sono allineati. Per i grillini è una questione di sopravvivenza. Se vanno in coalizione con il Pd dovrebbero accontentarsi dei collegi scamuffi che gli lascerebbe Letta.

 

Con il proporzionale limiterebbero le perdite. Non a caso il vicepresidente del M5s Riccardo Ricciardi ricorda che la proposta in esame alla Camera porta la firma di uno dei loro (Giuseppe Brescia). E poi c'è il centrodestra. Dove sono gli uni contro gli altri armati. La fallimentare strategia intrapresa sul Quirinale ha minato relazioni umane e politiche. E le scelte dei partiti sulla legge elettorale potrebbero peggiorare la situazione.

 

giorgia meloni. giorgia meloni.

Antonio Tajani getta acqua sul fuoco. Nonostante le prese di posizione dei singoli, Forza Italia ha una linea sola: «Noi siamo per il maggioritario», spiega il coordinatore azzurro, «ma la riforma elettorale non è una priorità per gli italiani. E poi chi lo dice che con la proporzionale si garantisce la stabilità?».

 

Una posizione molto simile è quella di Matteo Salvini: «Sicuramente la priorità della Lega e degli italiani non è una legge elettorale proporzionale». Ma Giorgia Meloni non si fida: se i suoi (ex?) alleati ci staranno, «ci sarà poco da aggiungere», dice al Corriere, «perché con il proporzionale si riproduce la palude degli ultimi governi».

 

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