ORA CHI COMANDA IN EUROPA? - L’ANALISI DI LUCIO CARACCIOLO: “FINO AL FEBBRAIO DELLO SCORSO ANNO, LA RISPOSTA SUONAVA OVVIA: GLI STATI UNITI SUL PIANO STRATEGICO E MILITARE, CON LA GERMANIA A METTERE INSIEME UNA POLITICA ECONOMICA PER L’EUROZONA COMPATIBILE CON I PROPRI INTERESSI MERCANTILI - L’INVASIONE RUSSA DELL’UCRAINA E L’INASPRIRSI DELLA SFIDA FRA WASHINGTON E PECHINO HANNO TRAVOLTO QUESTE CERTEZZE. EMERGONO LE DISTANZE TRA EUROPA DELL’EST E DELL’OVEST. E L’ITALIA? SULL’UCRAINA STIAMO CON LA POLONIA O CON LA FRANCIA? E IL MEMORANDUM FIRMATO NEL 2019 CON LA CINA?”

-

Condividi questo articolo


olaf scholz joe biden 5 olaf scholz joe biden 5

Estratto dell’articolo di Lucio Caracciolo per “La Stampa”

 

Ma chi comanda in Europa? Fino al febbraio dello scorso anno, la risposta suonava ovvia: gli Stati Uniti sul piano strategico e militare, con la Germania a mettere insieme una politica economica per l’Eurozona compatibile con i propri interessi mercantili e con la propria cultura monetaria. L’egemonia americana si esprimeva via Nato, sulla base del motto originario: «Americani dentro, russi fuori, tedeschi sotto».

macron putin macron putin

 

La subegemonia economica tedesca […] verteva sulla vestizione europea delle priorità germaniche. L’invasione russa dell’Ucraina e l’inasprirsi della sfida fra Washington e Pechino hanno travolto queste certezze. E prodotto interessanti paradossi. Dei quali l’Italia dovrà tener conto […]

 

Cominciamo dagli Stati Uniti. Non passa giorno senza che da Casa Bianca e dintorni ci si comunichi che noi europei non siamo in cima ai loro pensieri […] Perché la bussola è il contenimento della Cina. […] si preoccupano di noi quasi solo per impedire che l’influenza cinese in Europa diventi troppo pervasiva. Vale soprattutto per la competizione tecnologica […] La guerra in Ucraina viene dopo. Per l’ottima ragione che Washington ha già raggiunto il suo obiettivo strategico: rompere l’interdipendenza energetica fra Russia e Germania.

 

olaf scholz joe biden olaf scholz joe biden

Il 7 febbraio 2022, tre settimane prima dell’inizio della guerra, Biden aveva pubblicamente proclamato davanti al silente cancelliere Scholz: «Noi porremo fine ai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Prometto che saremo in grado di farlo». Che siano stati direttamente sabotatori americani a eseguire la volontà del presidente o altri che ne condividessero i propositi, alla fine il risultato è Usa batte Germania-Russia due a zero.

 

XI JINPING VLADIMIR PUTIN 3 XI JINPING VLADIMIR PUTIN 3

Il secondo obiettivo era dare una lezione a Putin tenendo unita la Nato. La partita è in corso. Il risultato incerto. Il sostegno alla resistenza ucraina ha sventato la presa russa di Kiev, ma la guerra di attrito nel Donbas continua. Il Pentagono lamenta che sta esaurendo gli stock di munizioni. Ed è in ritardo di quattro anni nelle forniture di armi a Taiwan perché le deve stornare verso l’Ucraina, teatro secondario.

 

Molti negli apparati americani vorrebbero chiudere entro l’anno la guerra in stile coreano: una «Corea del Nord» – i territori ucraini in mano ai russi – concessa a Mosca e una «Corea del Sud» – il grosso del paese, sotto Kiev, «garantita» (si fa per dire) dalle maggiori potenze. Con gli europei a pagare il grosso della ricostruzione. Due utopie difficilmente fanno una realtà.

 

olaf scholz joe biden olaf scholz joe biden

Quanto all’unità della Nato. Che cosa accomuna la posizione polacca a quella francese, quella turca alla romena, quella inglese all’ungherese, per tacere della sfinge germanica? La lista dei contrasti potrebbe continuare. Riemerge l’antica faglia […] fra Nuova e Vecchia Europa.

 

In geopolitica, fra i paesi dell’ex patto di Varsavia oggi avanguardie antimoscovite in lotta per liquidare la Russia e i paesi della Nato originaria indisponibili a farla finita una volta per tutte con l’impero russo. Anzi, pronti a riconsiderarne a guerra sospesa il ruolo nella sicurezza continentale. Lo iato fra le due Europe è scolpito dalle recenti uscite del presidente francese Macron e del premier polacco Morawiecki.

XI JINPING VLADIMIR PUTIN XI JINPING VLADIMIR PUTIN

 

[…] E noi? Abituati al doppio vincolo americano (strategico) e tedesco (fiscale) male ci adattiamo al clima «ciascuno per sé nessuno per tutti». […] Oggi serve stabilire quel che possiamo volere. Nei nostri limiti […] Ad esempio: sull’Ucraina stiamo con la Polonia o con la Francia?

 

O con nessuno dei due? Il memorandum firmato nel 2019 con la Cina e in scadenza l’anno prossimo lo rinnoviamo, lo denunciamo (linea prevalente) o inventiamo qualche garbuglio? E come ci regoliamo con la Germania, in seria crisi di identità interna e autorità europea, nelle trattative sul patto di (in)stabilità e (de)crescita, sospeso il quale abbiamo conosciuto una breve stagione di sviluppo con tassi da miracolo economico e oltre? […]

joe biden xi jinping g20 bali joe biden xi jinping g20 bali xi jinping joe biden al g20 di bali 3 xi jinping joe biden al g20 di bali 3 macron putin macron putin

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGO-SPIFFERA: SUSSURRI & RUMORS - COSA HA SBIANCHETTATO DALLE SUE CHAT MARIA ROSARIA BOCCIA? LA PERIZIA SUI 13 DISPOSITIVI DELL’EX AMANTE DI SANGIULIANO SARÀ LUNGHISSIMA: NON SOLO PER LA QUANTITÀ DI DOCUMENTI, FOTO E VIDEO, MA ANCHE PER VALUTARE COSA È STATO CANCELLATO IN QUESTI MESI – I MISTERI DEL BAYESIAN NON FINISCONO MAI: CHE FINE HA FATTO LA VALIGIA “FORTIFICATA” IN TITANIO IN CUI MIKE LYNCH CUSTODIVA I SEGRETI DELL’INTELLIGENCE DI MEZZO MONDO? – PERCHÉ ALMA FAZZOLARI HA LASCIATO IMPROVVISAMENTE TIM? – GIAMPIERO ZURLO DICE “MESSA” – LA STRATEGIA DI ANDREA ORCEL PER PRENDERSI COMMERZBANK: TEMPI LUNGHI, NO ALLO SCONTRO CON IL GOVERNO TEDESCO

ULTIME DAI PALAZZI: GIORGIA MELONI E L'OSSESSIONE DI "NON TRADIRE": AL CAPO DEL PARTITO POPOLARE SPAGNOLO, FEIJOO, RICORDA IL SUO RAPPORTO D'AMICIZIA CON SANTIAGO ABASCAL (NONOSTANTE VOX SIA PASSATO CON I “PATRIOTI”) – LA DUCETTA TEME LE AUDIZIONI AL COPASIR DI CROSETTO, CARAVELLI E MELILLO: RESTERANNO SEGRETE? - MOLLATO DA MARINE LE PEN, SALVINI IN GINOCCHIO DA ORBAN PER AVERLO A PONTIDA – TAJANI FACCE RIDE': “NON SONO UNO STRUMENTO NELLE MANI DI MARINA”. MA SE LA CAVALIERA GLI TOGLIE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO E CHIEDE INDIETRO I 90 MILIONI DI CREDITO, CHE FINE FA FORZA ITALIA? - LE MANCATE CRITICHE A BONACCINI PER L'ALLUVIONE E LA GITA A ORTIGIA PRO-LOLLO DELLA SORA GIORGIA 

DAGOREPORT - L’IPOTESI DI (CON)FUSIONE TRA F2I E IL GRUPPO VENETO DI MARCHI INDISPETTISCE CDP E IL GOVERNO. RAVANELLI RESTA ALLA FINESTRA? E FRENI FRENA – IL PATRON DI SAVE, SOCIETÀ DEGLI AEROPORTI DI VENEZIA, VERONA E BRESCIA, SI SAREBBE MESSO IN TESTA DI FONDERE LA SUA SGR FININT INFRASTRUTTURE NIENTEPOPODIMENO CHE CON LA SOCIETÀ F2I. MARCHI HA GIÀ PRESENTATO IL PROGETTO A PALAZZO CHIGI E AL MEF, ED È PROSSIMO A UN INCONTRO ANCHE CON GIUSEPPE GUZZETTI, MA NELLE STANZE DEI BOTTONI MELONIANI SONO DUE GLI ARGOMENTI IN DISCUSSIONE…